Vittoria di Barbara Fiorio

Trama Vittoria non crede nella spiritualità dei manuali, negli aforismi da calamite e di certo non crede nei cartomanti: molto meglio un piatto di trenette al pesto con un’amica che farsi leggere i tarocchi. Fotografa genovese di quarantasei anni con alle spalle alcune pubblicità di successo, Vittoria è sempre riuscita a navigare tra le difficoltà della vita, sostenuta da un valido bagaglio di buon senso, dal­l’ironia e dal suo grande amore: Federico.

Quando però lui se ne va, lasciandola sola in una casa piena di ricordi, il mondo le crolla addosso. Disorientata e in piena crisi crea­tiva, Vittoria si ritrova al contempo senza compagno, senza lavoro e con l’angoscia di non sapere più cosa le riserva il futuro. A corto di opzioni e di soldi per pagare le crocchette a Sugo, il suo fidato gatto, finirà per fare quello che ha sempre disdegnato e che, suo malgrado, le riesce benissimo: leggere i tarocchi a una pletora di anime gentili che, come lei, hanno il cuore spezzato. Tra la carta dell’Eremita che le ricorda Obi-Wan Kenobi e la Ruota della fortuna che sembra un party lisergico, ritroverà anche la creatività, scattando fotografie ai suoi clienti e arrivando a inventarsi una nuova professione: la fotomanzia.

Così, senza rendersene conto, tornerà pian piano ad ascoltare il mondo che la circonda, trovando la forza di rialzarsi, di dare agli altri e di credere in se stessa.

vittoria

Recensione di Margherita – Vittoria è il nuovo romanzo dell’autrice genovese Barbara Fiorio, pubblicato il 19 aprile da Feltrinelli Editore.

Vittoria Conti è una fotografa genovese di 46 anni, una donna ironica, con un suo equilibrio e che ama scrivere liste di cose da fare. Vive con il suo gatto Sugo e con il suo grande amore: Federico.

Ma improvvisamente il suo mondo crolla in tanti pezzi, Federico la lascia a causa della crisi esistenziale in cui versa ormai da qualche tempo, diventando irriconoscibile agli occhi di Vittoria e dei loro amici. Non solo, si ritrova anche senza lavoro, senza più stimoli, ispirazione o idee che la spingano a fotografare, insomma versa in una fase di stallo. Non prova più quella sensazione di benessere e di spontaneità che coglieva da uno scatto, non prova più nulla.

Le resta una casa vuota piena di ricordi e il suo gatto a farle compagnia. La loro storia, che riteneva importante, è naufragata insieme ai suoi sogni ed alle sue speranze, Federico era il suo punto di riferimento, colui a cui si rivolgeva in cerca di approvazione e di incoraggiamento.

Dovrà raccogliere i pezzi del proprio cuore infranto e rialzarsi.

Ma in che modo?

I suoi amici, in questo momento così negativo, sono la sua unica certezza, la sostengono, la consolano e la spronano a non arrendersi. Un giorno la sua amica Monica le regala un mazzo di tarocchi convinta che le sarà di aiuto.

Che cosa potrà mai farsene di un mazzo di carte da cartomante lei che è una persona così scettica da non credere a tarocchi, astrologia e aforismi da calamite?

E se, nonostante la sua ritrosia, si ritrovasse a leggere le carte ad una ragazza dimostrandosi anche intuitiva e accorta?

Questo sarà solo l’inizio di tutto, dopo quell’episodio verrà ricontatta per rifarlo nuovamente, ritrovandosi incredula, sorpresa e stupita di quanto stia accadendo.

Tra il Matto che sembra un’esibizionista, l’Eremita che somiglia a Obi Wan Kenobi e l’Imperatore rappresentato su una gamba sola come un fenicottero, Vittoria imparerà, a modo suo, l’arte della cartomanzia adattandola a se stessa e inventando così un nuovo modo di leggere le carte: la fotomanzia.

“Ricordarci chi siamo grazie a una foto, ecco cos’è la fotomanzia. Ricordarci chi siamo attraverso gli occhi di chi ci vede e ci ascolta…”

Care lettrici ho trovato questa storia molto interessante! Sotto molti aspetti.

Un romanzo dai toni ironici ma allo stesso tempo profondo, che porta a riflettere ed a porsi diverse domande affrontando tematiche attuali e reali quali: la perdita e la ricerca di un impiego e le conseguenze da affrontare a seguito di una delusione d’amore.

Che tu abbia 25 o 46 anni, che tu sia in possesso di una laurea o meno, che tu abbia esperienza o no, la ricerca è comunque dura, vengono spesso richiesti requisiti che non sempre si ha la fortuna o la capacità di avere.

“Davanti a te c’è la vecchiaia che si avvicina con rapidità imprevista, c’è il corpo che cambia, la testa che rallenta e fatica a imparare cose nuove, il mondo che galoppa con nuove tecnologie che ti sembrano sempre più ostiche e lontane, il linguaggio che si trasforma, i bilanci personali che ti annientano, le speranze che si assottigliano, e sei estraneo e disorientato, con la spietata consapevolezza di ogni dettaglio, con quell’imbarazzante obbligo a comportarsi come un giovane aspirante e l’esperienza di vita che nel frattempo hai immagazzinato. Venire esaminati da consulenti che potrebbero essere tuoi figli, dover rispondere a indagini incalzanti sulle tue scelte, sul margine di abbassamento delle tue aspettative, con la sufficienza di chi è lì a spiegarti che forse non hai fatto abbastanza o abbastanza bene, se sei ancora senza un lavoro. L’enorme, incolmabile differenza tra il non ancora e il non più.”

Ma, soprattutto, come la nostra protagonista ci ha mostrato, diventa ampiamente più difficile in campo “artistico”, spesso sottovalutato e non apprezzato quanto un impiego in ufficio. Se poi c’è anche il fattore età a contribuire è ancora più difficoltoso.

Oltre questo, il romanzo mette in evidenza quanto sia difficile affrontare e superare una delusione d’amore, con i suoi ricordi sempre presenti per ricordare com’era e come sarebbe potuto essere, quella sensazione di vuoto e smarrimento nel rendersi conto di essere nuovamente soli e di dover raccogliere tutti i cocchi del proprio cuore e ricominciare a sperare in un nuovo inizio.

Sono sicura che ognuna di noi, almeno una volta nella vita, abbia fatto i conti con una delusione d’amore e, come Vittoria, uscendone vittoriose grazie al sostegno delle persone care.

Vittoria è una donna che si ritrova di punto in bianco a dover reinventare la propria vita, ma ricominciare dall’inizio non è sempre un male. A volte, quando la vita ci riserva brutte sorprese o sembra non avere un senso, la cosa più giusta da fare è ripartire da zero e scegliere in quale direzione proseguire. La sua quotidianità e il suo lavoro ruotavano intorno al suo affetto per Federico e perdere lui, è stato come perdere se stessa, tutti i suoi gesti e le sue azioni erano per dimostrargli il proprio amore ma lui era troppo preso da se stesso per accorgersene.

Per fortuna non si perde d’animo, grazie alla sua passione per la fotografia, attraverso lo scatto delle sue foto, Vittoria è in grado di guardare dentro le persone, capire i loro stati d’animo e le loro emozioni, utilizza l’obiettivo come filtro e le basta una sensazione, un’espressione o un punto di luce per avvertire il richiamo della macchina fotografica.

Sono sicura che troverete tanti altri spunti su cui riflettere, una storia di rinascita che incoraggia a non arrendersi di fronte alle difficoltà della vita ed alla possibilità di reinventarsi per dare il via ad un nuovo inizio.

bellissimo

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Una risposta

  1. Traviata Minnella ha detto:

    Vittoria di Barbara Fiorio (Feltrinelli editore) e un libro dalle atmosfere frizzanti e familiari. Ho ritrovato la mia Genova, la mia focaccia, e i modi un po particolari e pragmatici dei liguri. Vittoria e un libro che sprona, che stimola e che diverte. Sono partita un po prevenuta, pensavo alla solita storia che dopo poche pagine riesci a prevedere e che quindi annoia subito. Con Vittoria e stato diverso, ho provato subito simpatia per questa ragazza (donna di 46 anni) dai modi buffi e il cuore dolorante.

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