Review Party – Gli uomini del Nord – Il Mentore di Elin Peer

Gli Uomini del Nord hanno vissuto in esilio per secoli, crescendo i loro ragazzi senza l’influenza delle donne. Adesso, un esperimento riunirà ragazze e ragazzi in una nuova scuola con bambini e insegnanti provenienti da ogni lato del confine.
Quando Archer Rex incontra per la prima volta Kya Rae, è certo che quella donna dalla lingua lunga trasformerà sicuramente i suoi Nuomini in pappemolli.Come possono due insegnanti così diversi lavorare insieme quando non sono d’accordo su nulla?

Review Tour – Il mentore di Elin Peer, terzo volume autoconclusivo della serie “Gli uomini del Nord” genere romance distopico in pubblicazione il 9 agosto 2024 per la Queen Edizioni

Eh sì, è stata dura attendere tre anni prima di poter leggere il terzo episodio di una serie che nel lontano 2020, in pieno lockdown, mi aveva molto colpito. L’idea alla base della serie, infatti, era semplicemente fantastica. La storia si svolge in un futuristico 2400 dove, a causa di una Guerra Tossica, non esiste più il mondo così come lo conosciamo oggi ma una realtà in cui a governare sono le donne mentre l’uomo è stato relegato ad un ruolo che è quello che le donne rivestono ancora oggi, retaggio di millenni. Dalle ceneri di quel conflitto il mondo non è più diviso in Paesi e Stati ma in aree gestite dalla Madrepatria, un consiglio composto da sole donne. Restano fuori da queste aree solo le Terre del Nord, composte da quelle che una volta erano l’Alaska e il Canada luogo in cui si sono rifugiati tutti quegli uomini che dopo il conflitto non hanno voluto sottostare al potere delle donne.

Un grosso muro divide i due “mondi” e non solo quello. Dopo alterne peripezie in cui donne della Madrepatria si sono innamorate dei rudi Uomini del Nord tra le due realtà è nata l’idea di dare vita ad una scuola sperimentale in cui educare bambini di ambo i sessi della Madrepatria, con ragazzi delle Terre del Nord per cercare di farli integrare. Questo istituto sperimentale sarà gestito da  Kya Rae e Archer Rex, rappresentanti di entrambe le realtà a cui nessuno ha spiegato di essere alla pari ed è proprio a causa di questa non divisione netta dei ruoli che iniziano i guai.

Kya e una “mammina” che crede fermamente nel potere dell’amore, per lei non esiste modo migliore del creare un cerchio dell’amore per far capire ad un bambino che ha sbagliato.

Archer, al contrario, crede nel potere delle punizioni corporali per riportare il malcapitato sulla retta via.

Capite bene che con questi presupposti i poveri insegnanti non avranno vita facile, così come non l’avranno tutti i bambini coinvolti nel progetto che passeranno da un cerchio dell’amore ad una abbraccio circolare ad una punizione corporale come se non ci fosse un domani. Eppure, nonostante le differenze culturali, Archer non può fare a meno di provare qualcosa per quella donna irritante e non solo perché è una donna, esseri che per i N’uomini sono una sorta di divinità da adorare vista la scarsità di donne nelle loro terre. E Kya, pur non avendo mai provato sentimenti quali amore, desiderio e gelosie non può evitare di sentirsi attratta da un rude uomo del Nord. Ma sarà davvero solo un uomo rude e preistorico o sotto quella scorza dura c’è qualcosa in più?

Mi è piaciuto molto questo libro che mi ha dato la sensazione di essere più introspettivo dei precedenti e ho amato soprattutto il personaggio di Archer che ho trovato più realistico rispetto ai protagonisti dei libri precedenti perché, contrariamente a loro è un uomo di cultura e ha fatto della sua vita una ricerca costante di nozioni del passato da trasmettere ai posteri. Kya, invece, all’inizio mi è stata un po’ antipatica, la trovavo troppo “mammina” ma poi ho capito che tutto dipendeva dal fatto che non conosceva la potenza di alcune emozioni che ha scoperto solo grazie ad Archer. Anche in questo terzo libro gli spunti di riflessione sul ruolo delle donne e degli uomini visti nell’ottica di una società più evoluta della nostra non hanno mancato di sorprendermi positivamente anche se ritengo che sia difficile prendere le parti dell’una o dell’altra soprattutto alla luce di tutti i problemi che l’autrice evidenzia nel libro rispetto ai benefici di un tipo di insegnamento piuttosto di un altro. Sarebbe bello avere un mondo dove a governare fossimo noi donne ma nemmeno noi siamo infallibili e qualora non lo fossimo troverei comunque scorretto trattare gli uomini come se fossero meno importanti di noi, sminuendo in questo modo la loro figura e inducendoci e creare le stesse situazioni di disparità di genere presenti tutt’oggi.

 Nessuno di  noi, uomo, donna, adulto o bambino può fare a meno dell’altro, tutti insieme formiamo una società eterogenea che può e deve fare la differenza del mondo, senza sminuire l’altro nel modo più assoluto, ed è questo il messaggio dell’autrice, nessuno è migliore dell’altro in virtù del genere a cui apparteniamo. Ecco, forse rispetto ai libri precedenti mi è mancata una vena di umorismo più marcata ma è stato un libro che mi ha tenuta incollata alle sue pagine come i precedenti. Non è mancata la passione, ho avuto modo di rivedere i beniamini delle storie precedenti, ho iniziato a conoscerne altri e, soprattutto, mi sono emozionata nel vedere interagire tra loro bambini di estrazioni e culture nettamente diverse e vederli innamorarsi dell’altro diverso da loro. Nutro grande speranza nei libri successivi e, per questo motivo chiedo alla CE di non farci aspettare troppo a lungo per conoscere le vite di altri protagonisti.

4.5 stelle

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