Più delle parole. More than words di Mia Sheridan
Jessica aveva undici anni quando ha incontrato per la prima volta Callen Hayes, e ha subito riconosciuto in lui il rifugio sicuro di cui aveva bisogno, il principe dagli occhi tristi che sarebbe riuscito a strapparla dai suoi problemi. Così è stato, fino a quando Callen non le ha regalato il più straordinario, indimenticabile bacio della sua vita… ed è scomparso nel nulla, senza una parola. Sono passati anni da allora, e Callen Hayes è diventato un famoso compositore, noto in tutto il mondo per il suo talento ma anche per la pessima reputazione. Nessuno conosce i demoni interiori che lo tormentano e lui non sembra intenzionato a fare nulla per impedire che lo distruggano. Ma, in un giorno che sembrava come tutti gli altri, incontra l’unica persona in grado di far tornare un po’ di luce nella sua vita: Jessica. La sua Jessie. Così fresca, pura e innocente. E così dannatamente irresistibile. Jessie e Callen appartengono a due mondi diversi. Tra loro ci sono troppe ferite aperte, troppi segreti, troppe bugie. E, soprattutto, un sentimento troppo intenso che somiglia spaventosamente all’amore.
Più delle parole. More than words di Mia Sheridan contemporary romance autoconclusivo della serie “Where Love Meets Destiny” pubblicato il 21 novembre dalla Newton Compton
Avere tra le mani una storia di Mia Sheridan è sempre una gioia grandissima. Con le sue storie rido, piango, mi emoziono, soffro disperatamente e, infine, ottengo sempre la consolazione di sapere che tutte le ferite vengono risanate con quel balsamo potentissimo che e l’amore e che lei sa usare in modo magistrale. Eh sì, perché a volte non basta avere il balsamo giusto per riparare un cuore spezzato ma bisogna conoscere anche il modo in cui applicarlo sulle ferite per ottenere una guarigione totale. Lei sa farlo e ti fa amare ogni momento di quel processo.
Crystal e Gabriel, i protagonisti quasi assoluti di questa storia, sono dei bambini quando si conoscono e, insieme, lontani da tutto e tutti, vivono storie fantastiche per allontanarsi dalle brutture che sono le loro vite. Gabriel ha un padre violento che lo brutalizza, Crystal ha un padre fedifrago che fa soffrire la moglie in modo indicibile e, indirettamente, anche lei e suo fratello. La loro amicizia dura solo un paio di anni, poi, all’improvviso si perdono di vista. Dal vagone di un treno abbandonato in un paesino americano, dove il destino li ha fatti incontrare la prima volta, si rincontrano molti anni dopo a Parigi come se il destino volesse ricongiungerli ancora una volta. Ma la vita li ha cambiati, Crystal non si è mai lasciata andare all’amore per non soffrire come è successo alla madre che da bambina la trascinava da un hotel all’altro per scoprire le malefatte del marito e Gabriel non è più quel bambino dolce e tormentato di un tempo ma un uomo che passa da un letto all’altro senza grandi remore. Non gli è servito diventare uno dei musicisti più amati del momento perché gli basta chiudere gli occhi per sentire i rimproveri e le accuse di suo padre, parole che diventano sempre più crudeli ogni giorno di più, tanto che ormai quelle voci nella sua testa gli impediscono di ascoltare le melodie che lo hanno reso celebre. È un uomo tormentato che annega il suo dolore nell’alcol e nelle donne che ha creato intorno a sé un reticolo di bugie da cui non riesce più a districarsi. Eppure, nonostante tutto, Crystal con la sua bontà innata e la sua gentilezza a tratti rivede in lui quell’anima smarrita incontrata tanti anni prima e non può evitare di volerlo salvare a tutti i costi. Solo che non basta voler aiutare qualcuno per salvarlo.
Ebbene, anche in questa storia ho ritrovato l’autrice che amo e che mi da modo ogni volta di riflettere su tanti aspetti della vita con uno sguardo diverso. E, in questa storia, che parla redenzione e perdono, di amore e di fede, mi ha scavato un gran buco nel cuore, salvo poi ripararlo nel più bello dei modi. Mi ha dato modo di apprezzare ancora di più certi aspetti della vita primo fra tutti il destino e il modo in cui bussa alle porte delle persone e, poi, mi ha regalato un’epifania sull’importanza della fede, prima di tutto di quella in se stessi e poi anche della fede in un “essere” che è al di sopra di noi e che, con la sua mano amorevole, può aiutarci a trovare la strada giusta su cui incamminarsi. All’apparenza sembra essere Gabriel la persona che ha più bisogno di trovare un suo posto nel mondo ma non è del tutto vero perché anche Crystal ha i suoi fantasmi e imparare a fidarsi diventa qualcosa di molto importante. Anche in questo caso però, grazie al suo lavoro di traduttrice, anche lei riesce a capire cosa è veramente importante per essere felici e non avere rimpianti.
Più delle parole è un libro che si ritaglia un pezzo del mio cuore, perché mi ha commosso, mi ha fatto credere nel potere della fede, mi ha emozionato per la forza con cui il destino ha cercato in tutti i modi di dare ai protagonisti il finale che meritavano e mi ha incuriosito per la parte riguardante i manoscritti che Crystal traduce dal francese e che le hanno dato modo di aprirsi al mondo.
Bello, bello, bello.