Maybe Now di Colleen Hoover – capitolo 2 in italiano

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Maybe Now di Colleen Hoover – capitolo 2

a cura di Veronica

MAGGIE

Penso alla morte ogni minuto di ogni ora di ogni giorno della mia vita.
Sono abbastanza sicura di pensare alla morte molto di più della media delle persone. E’ difficile non farlo quando ti è stata data solo una frazione del tempo che invece è stato dato a quasi tutti quelli che sono al mondo.
Avevo 12 anni quando ho iniziato a fare ricerche sulla mia diagnosi. Nessuno si è preso la briga di farmi sedere e spiegarmi che la Fibrosi Cistica arriva con una data di scadenza. E non una data di scadenza della malattia, ma della mia vita.

Da quel giorno, a soli dodici anni, ho iniziato a concepire la mia vita in modo completamente diverso da prima. Per esempio, quando mi trovo in un reparto di cosmetici all’interno di un negozio, guardo l’età per cui è adatta una determinata crema e so già che non ne avrò mai bisogno. Mi ritengo fortunata perché sulla pelle del mio viso non comparirà nemmeno una ruga prima di morire. Posso andare nella sezione alimentari, guardare la data di scadenza sui vari alimenti e chiedermi chi tra noi durerà di più, io o la mostarda?
Qualche volta ricevo degli inviti per un matrimonio che si svolgerà da lì ad un anno e circondo la data sul calendario chiedendomi se la mia vita durerà così a lungo quanto il fidanzamento della coppia di turno.
Anche quando guardo i bambini dei miei vicini penso alla morte. Sapere che non vivrò tanto a lungo per vedere mio figlio diventare adulto, mi ha completamente tolto qualsiasi desiderio di maternità.

Non sono una persona depressa. E non sono nemmeno dispiaciuta per il mio destino. L’ho accettato tanto tempo fa.

Molte persone vivono la loro vita come se dovessero vivere fino a cent’anni. Pianificano la carriera e la loro vita familiare, le vacanze e il futuro come se fossero sicuri che saranno presenti per godersi tutte queste cose. Ma i miei pensieri lavorano in modo diverso della maggior parte delle persone, sapendo di non potermi giocare l’opzione di “far finta che vivrò fino a cent’anni”. Perché non succederà. Basandomi sul mio stato attuale di salute, mi considero fortunata se vivrò per altri dieci anni. E questo è l’esatto motivo per cui penso alla morte ogni minuto di ogni ora di ogni giorno della mia vita.

Fino ad oggi.

Fino al momento in cui sono saltata fuori da quell’aereo e ho guardato giù, verso la terra che mi è apparsa così insignificante e non ho potuto far altro che ridere. E non riuscivo a smettere di ridere. Per tutto il tempo in cui cadevamo nel vuoto, ho riso in maniera isterica, riso tanto fino a piangere, perché quest’esperienza è stata bellissima ed esilarante e ha di gran lunga superato le mie aspettative. Per tutto il tempo in cui precipitavamo verso alla terra, ad una velocità di 100 miglia all’ora, non ho pensato nemmeno una volta alla morte. Riuscivo solo a pensare a quanto fossi fortunata ad essere in grado di sentirmi così viva.

Le parole di Jake continuavano a ripetersi nella mia testa mentre mi spingevo contro il vento “Questo è vivere!”

Ha ragione. Questo è il massimo che io abbia mai vissuto e voglio farlo di nuovo. L’atterraggio di Jake è stato impeccabile, sono ancora imbrigliata a lui e siamo seduti a terra, mentre cerco di riprendere fiato. Apprezzo mi stia dando un po’ di tempo per assimilare il tutto.

Inizia a togliere i chiavistelli e si alza. Sono ancora seduta quando lui mi gira intorno e si para di fronte a me oscurando il sole con la sua altezza. Guardo verso di lui leggermente imbarazzata perché sto ancora piangendo, ma non abbastanza per cercare di nasconderlo.

“Ebbene” mi chiede porgendomi una mano per aiutarmi ad alzarmi. “Come è stato?”
Prendo la sua mano e mi tiro su, mentre con l’altra tolgo le lacrime dalle mie guance. Tiro sul col naso e poi rido “Voglio farlo di nuovo”
Lui ride “Ora?”
Confermo convinta “Si, è stato incredibile! Possiamo farlo di nuovo?”
Lui scuote la sua testa “ L’aereo è prenotato per il resto del pomeriggio. Ma posso fissarti un appuntamento per il mio prossimo giorno libero”

Sorrido. “Sarebbe magnifico!”

Jake mi aiuta a togliere i chiavistelli e io gli passo casco ed occhialini. Torniamo dentro e tolgo l’attrezzatura. Quando torno al bancone noto che Jake ha stampato una foto e scaricato il video dell’esperienza.

“L’ho inviato all’indirizzo mail che hai dato al momento della registrazione” mi comunica passandomi una cartelletta con la foto. “L’indirizzo che hai scritto sul modulo è il tuo vero indirizzo di casa?”
Faccio cenno di sì “ Devo aspettarmi qualcosa aprendo la mail?”
Mi dà un’occhiata dal computer e sorride “No, ma potresti aspettarti me, alla porta di casa tua questa sera alle sette”
Oh. Diceva sul serio quando pensava di festeggiare questa sera. Bene. Improvvisamente mi sento nervosa. Ma non lo do a vedere. Semplicemente sorrido “Sarà un festeggiamento formale o informale?”
Lui ride “potrei prenotare ovunque ma, onestamente, sono più quel tipo di ragazzo da pizza e birra. O hamburger. O tacos. O qualsiasi cosa che non mi obblighi ad indossare una cravatta”
Sorrido sollevata “Perfetto” , dico allontanandomi dal bancone “ci vediamo alle sette. Cerca di essere puntuale
Mi volto e mi avvio verso la porta, ma prima che io riesca ad uscire mi dice “Non farò tardi. In realtà ho proprio voglia di arrivare presto”

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Ridge ed io siamo stati fidanzati per così tanto tempo che non ricordo nemmeno l’ultima volta in cui mi sono sentita sotto stress pensando a cosa indossare per un appuntamento. A parte la sua infatuazione per i reggiseni con la chiusura frontale, non penso che Ridge abbia mai prestato particolare attenzione all’intimo che indossassi. Ma eccomi qui, a rovistare nel mio armadio alla ricerca di qualsiasi cosa che sia abbinata, o che non abbia buchi o che non sia fatta in modo da farmi sembrare una nonna.

Non posso credere di non avere delle mutante che possano essere definite belle.

Apro l’ultimo cassetto dove ho gettato tutte le cianfrusaglie, che per non so quale ragione mi ero convinta non avrei mai indossato. Passo al setaccio calzini spaiati e mutande aperte sul davanti, un simpatico regalo che ho ricevuto, fino a quando non mi imbatto in qualcosa che mi fa dimenticare le mie ricerche.
Si tratta di un foglio di carta ripiegato e non ho bisogno di aprirlo per sapere di cosa si tratta, ma nonostante questo mi avvicino al mio letto e lo apro. Mi siedo e fisso la lista. Ho iniziato a scriverla più di dieci anni fa, quando avevo circa quattordici anni.
Si tratta di una lista di cose da fare prima di morire anche se ai tempi non avevo compreso appieno il vero significato di “lista di cose da fare prima di morire”. Motivo per il quale l’avevo intitolata “Cose da fare prima dei diciotto anni”. La parte “prima di compiere diciotto anni” è cancellata perché ho trascorso il mio diciottesimo compleanno in ospedale. Quando sono tornata a casa ero delusa dal mondo intero e dal fatto di non aver ancora cancellato nulla dalla mia lista. Così ho scarabocchiato sulla parte finale del titolo cambiandolo in “Cose fa fare. Forse un giorno di questi …”

Ci sono solo 9 cose sulla mia lista.
1- guidare un’auto da corsa
2- fare paracadutismo
3- vedere l’aurora boreale
4- mangiare gli spaghetti in Italia
5- perdere 5.000 dollari a Las Vegas
6- visitare le grotte del parco nazionale delle Carlsbad Cavern
7- fare Bungee Jumping
8- avere un’avventura di una notte
9- visitare la Tour Eiffel a Parigi.

Esamino la lista e realizzo che delle nove cose che speravo di fare quando ero una teenager, ne ho realizzata solo una. Mi sono lanciata con il paracadute. E non lo avevo mai fatto fino ad oggi e si è concluso come il miglior momento della mia vita.
Mi allungo verso il mio comodino, afferro una penna e cancello la seconda voce della mia lista.
Ora rimangono altre otto cose da fare nella mia lista e onestamente sono tutte fattibili. Forse. Se potessi in qualche modo prevenire il fatto di prendere una malattia mentre sono in viaggio, ogni singola voce di questa lista sarebbe fattibile. La numero otto probabilmente sarebbe realizzabile persino questa notte
Non sono sicura di come Jack possa sentirsi rispetto al fatto di essere spuntato come un oggetto sulla mia lista dei desideri, ma non penso si lamenterebbe troppo di essere l’altra metà della mia avventura di una notte. Ad ogni modo non mi aspetto di certo che succeda tutto durante questo appuntamento. L’ultima cosa che voglio è vivere un’altra situazione in cui mi sento di essere la responsabilità di qualcuno. Il pensiero di essere l’irresistibile avventura di una notte di qualcuno, mi appare molto più eccitante della prospettiva di essere la fidanzata malata terminale di quel qualcuno.

Ripiego la lista e la lascio nel cassetto del mio comodino. Ritorno al mio armadio e afferro un paio di slip a caso, non mi importa nemmeno di come possano apparire. Se tutto va come ho pianificato non li indosserò abbastanza a lungo da dare il tempo a Jake di porsi delle domande. Stavo infilando i Jeans quando ricevo un messaggio.

RIDGE: Missione compiuta.

Sorrido nel leggere il suo messaggio. E’ da parecchi mesi che le cose tra noi sono finite, ma io e Ridge ancora ci scriviamo qualche volta. Se è stata dura vedere la nostra relazione finire così inaspettatamente, sarebbe stato ancora più difficile perdere la sua amicizia. Lui e Warren sono praticamente gli unici due amici che ho avuto durante gli ultimi sei anni della mia vita e sono grata del fatto che, anche se la nostra relazione non ha funzionato, ciò non significa che la cosa dovesse valere anche per la nostra amicizia, e si, è strano parlare con lui di Sydney, ma Warren mi ha tenuta aggiornata su tutte le cose che riguardavano Ridge anche quelle di cui non mi importava essere informata. In tutta onestà quello che spero è che Ridge sia felice. E nonostante fossi arrabbiata quando ho scoperto che aveva baciato Sydney, quella ragazza mi piace. Non è che lei si sia presentata con le peggiori intenzioni e abbia cercato di portarmelo via, lei ed io andavamo veramente d’accordo e so che entrambi hanno cercato di fare la cosa giusta.
Ma non sono sicura arriveremo al punto di frequentarci come amici. Questo sarebbe veramente troppo strano. Ma posso almeno essere felice che Ridge sia felice. Così, dal momento in cui Warren mi aveva raccontato dello stratagemma studiato per portare con una scusa Sydney al bar la scorsa notte in modo che Ridge potesse convincerla a stare con lui, sono stata curiosissima di scoprire come sarebbe andata a finire. Ho detto a Ridge di mandarmi un messaggio se il suo piano fosse andato a buon fine, ma non penso di volere i dettagli. Posso accettare che lei ora sia una parte della sua vita e sono davvero molto felice per lui, ma non penso mi ritroverò mai nella posizione di voler conoscere i dettagli.

IO: Questa è una magnifica notizia Ridge!
RIDGE: Sì! E questa l’unica cosa che ti dirò a riguardo perché è ancora troppo strano parlare con te di questo. Novità sulla tesi?

Sono contenta che la pensiamo nello stesso modo e non posso credere di essermi dimenticata di aggiornarlo sulle ultime novità.

IO: Sì! L’ho scoperto proprio ieri! Ho ottenuto un 5!

Prima di poter ricevere la sua risposta, ho sentito bussare alla mia porta. Guardo l’orologio sul mio telefono, segna le 18.30. Ho lanciato il telefono sul mio letto, ho attraversato il soggiorno fino a raggiungere la porta per controllare dallo spioncino. Jake non scherzava quando diceva che sarebbe arrivato presto e io non avevo ancora finito di prepararmi.

Sono tornata allo specchio che c’è nel corridoio e ho gridato “solo un secondo!” mentre controllavo la mia figura riflessa. Dopo di che mi sono precipitata alla porta e ho controllato nuovamente lo spioncino. Jake è lì in piedi, con le mani nelle tasche dei jeans, guardando in modo distratto verso il giardino nell’attesa che io gli apra la porta. Onestamente è un po’ surreale sapere che da lì a poco sarei uscita con questo ragazzo. Era un dannato cardiochirurgo! Perché era ancora single? È così carino, e così alto e di successo. E … quella non sarà mica …
Spalanco la porta ed esco fuori. “Porca vacca Jake! Quella è una Tesla?”
Non mi importa sembrare scortese ma lo sposto con forza superandolo e vado diretta verso la sua auto. Lo sento ridere alle mie spalle mentre mi segue lungo il vialetto.
Non sono in alcun modo una fanatica di automobili. Ma una mia vicina esce con un ragazzo che guida una Tesla e mentirei se dicessi che non sono un tantino ossessionata da queste auto, ma non conoscevo così bene la mia vicina da azzardarmi a chiederle di poter salire nella macchina del suo ragazzo per fare un giro.

Faccio correre la mia mano sul lucente cofano nero “E’ vero che non hanno il classico motore?” Giro intorno all’auto e Jake mi guarda divertito per come ammicco alla sua auto invece che a lui.
Annuisce “Vuoi dare un’occhiata all’interno del cofano?”
“Sì!”

Apre il cofano con la chiave elettrica e poi fa un passo accanto a me per aprirlo. Non c’è nulla se non un baule vuoto con della moquette. Nessun motore, nessuna trasmissione. Semplicemente non c’era…nulla. “E così non ci sono motori in queste auto. Non hai mai dovuto fare il pieno? “
Scuote la testa “No. E non c’è nemmeno olio che necessita di essere cambiato. La sola manutenzione riguarda i freni e i pneumatici”
“Come la carichi?”
“Ho un caricatore nel mio garage”
“Semplicemente la metti sotto carica la notte così come carichi il tuo telefono?”
“praticamente è così”

Mi volto in direzione della macchina ammirandola. Non posso credere che salirò su una Testla questa sera. Saranno due anni che aspetto questo momento. Se avessi aggiornato la mia lista dei desideri negli ultimi anni, questo sarebbe stato decisamente qualcosa che avrei depennato stanotte.

“sono molto rispettose dell’ambiente” dice appoggiandosi al cofano. “Nessuna emissione”
“Sì , sì , certo. Ma quanto va veloce?”
Lui ride e incrocia i piedi all’altezza delle caviglie. La sua voce ora è intenzionalmente bassa e sexy mentre alzando un sopracciglio mi dice “da zero a 60 miglia all’ora… in 2.5 secondi”
“Oh mio Dio”
Fa un cenno verso l’auto e mi domanda “vuoi guidarla?”
Guardo prima l’auto e poi di nuovo verso di lui “Davvero?”
Il suo sorriso è dolce “Davvero…lasciami solo fare una chiamata” mi dice mentre tira fuori il suo telefono” Credo di poter entrare a Harris Hill”
“Che cos’è Harris Hill?”
Si porta il telefono all’orecchio ”Un circuito pubblico a San Marcos”

Copro con una mano la mia bocca nel tentativo di nascondere la mia eccitazione. Quante possibilità c’erano di poter cancellare un terzo della mia lista in un solo giorno?
Paracadutismo, guidare un’auto da corsa e con buone probabilità l’avventura di una notte.

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