L’uomo delle ombre di Phoebe Locke
Trama Era solo una favoletta per bambini. Finché non divenne un incubo… Era l’anno 2000. Ha solo pochi giorni la piccola Amber quando una notte sua madre Sadie si alza dal letto, si dirige verso la porta e abbandona lei e il marito Miles. Una scomparsa volontaria e proprio per questo ancor più inspiegabile. Eppure Sadie non è impazzita. Non è depressa. Non è spaventata dalla responsabilità. Sadie ha paura. La stessa paura che aveva da ragazzina. Era il 1990. Nei boschi intorno a una piccola cittadina sul mare, tre amiche si divertono con giochi pericolosi. Di quelli che fanno venire la pelle d’oca e non ti fanno dormire la notte. Hanno in testa quella storiella per bambini, quella sull’Uomo Alto. L’Uomo Alto viene a prendere le bambine cattive. Ma, a volte, l’Uomo Alto ha bisogno di aiuto… È il 2016. Sadie bussa alla porta di quella che un tempo era la sua casa. Sono passati sedici anni: e adesso è tornata. È tornata perché è arrivato il momento di chiudere i conti col passato. È arrivato il momento di smettere di avere paura. Perché i segreti sepolti nel passato di Sadie stanno per arrivare con la forza di un ciclone ad abbattersi su sua figlia Amber. E come l’ha salvata una volta, quando era appena nata, adesso Sadie deve salvarla di nuovo.
L’uomo delle ombre di Phoebe Locke , thriller pubblicato da Edizioni Piemme lo scorso 18 febbraio.
Io sono una divoratrice ossessivo compulsiva di thriller, li adoro. Riesco a leggerne una grandissima quantità all’anno, sono sempre in cerca di nuovi autori, esordi letterari, autrici che scrivono sotto pseudonimo, ma soprattutto di storie sempre nuove ed originali. Perché, lo ammetto con una certa spocchia, avere immagazzinato tanta esperienza con questo genere fa di me una discreta investigatrice privata. Questo prologo autocelebrativo mi è sembrato quasi d’obbligo, perché con L’uomo delle ombre sono venute meno tutte le premesse sopra elencate. E il fatto di non aver capito nulla o quasi di questo romanzo, per gran parte della lettura, da un lato mi ha ridimensionata nello sfoggio di questo ego smisurato e dall’altro mi ha spinta ad apprezzare a dismisura l’autrice, Phoebe Locke, che mi ha fatta sbarellare per giorni ( ben otto) dietro il suo geniale esordio nel mondo thriller.
Autrice inglese che scrive sotto pseudonimo , è riuscita con grande bravura a portare avanti una storia che si dipana tra luci e ombre. Ricordo che da piccolina giocavo con gli amici ad una sorta di mosca cieca, una variante più spaventosa che chiamavamo “L’uomo nero”. Durante la lettura de L’uomo delle ombre, ho più volte ripensato a quel gioco, che agli occhi di una bambina poteva sembrare innocente, e ho riflettuto sull’origine dell’Uomo Nero. In questo libro, la suggestione prende il nome di Uomo Alto , e cercando un po’ in rete mi sono imbattuta in diverse leggende legate a questa figura, molte davvero antiche. Ma credo che l’autrice abbia ripreso la versione inglese della storia, che parla di un uomo che, dopo aver ucciso barbaramente le sue bambine, si aggira per i boschi in cerca di Bambine Buone da rendere Speciali.
Ed è proprio dai boschi inglesi che prende avvio il romanzo. Sadie Banner rimane incinta al primo anno di università. Siamo all’inizio degli anni 2000 e, nonostante la paura di doversi assumere la responsabilità di una nuova vita, lascia gli studi e porta avanti la gravidanza, sposando l’uomo che l’ha messa incinta. Ma quando Amber viene alla luce, qualcosa scatta dentro lei, e abbandona la neonata di appena dieci giorni e il marito, scappando senza lasciare traccia. Una scomparsa volontaria la sua, ma inspiegabile. Non soffriva di depressione post partum e non aveva patologie, al marito Miles aveva solo accennato a una maledizione che gravava sulla testa della figlia.
“«Verranno a prenderla» aveva detto Sadie con calma. «È condannata come me.» Aveva abbassato gli occhi sulla figlia, nata da una sola settimana, e li aveva riportati su Miles. «Mi dispiace» aveva soggiunto e, mentre Amber cominciava a strillare, si era alzata ed era uscita dalla stanza.”
Passano gli anni, ben sedici, e Sadie ritorna a casa dalla figlia e dal marito. Fatica a creare una relazione con Amber, mentre Miles è felice di riaccoglierla in famiglia. Nessuna domanda su dove sia stata, nessuna indagine sulla sua scomparsa. Il suo ritorno viene accettato come qualcosa di assolutamente normale. Ma ha davvero sconfitto i suoi mostri? Di che cosa aveva paura, da che cosa scappava? I diversi piani temporali ci raccontano la storia di una bambina con una fervida immaginazione, che con le sue amichette d’infanzia faceva giochi pericolosi. Una bambina terrorizzata e affascinata dalla leggenda dell’Uomo Alto, colui che dovevi ricoprire di doni e sacrifici per non esserne vittima e diventare così una Bambina Speciale, una sorta di aiutante. Ma nella vita della Sadie adulta l’Uomo Alto è scomparso? E Amber è ancora oggetto di una pericolosa maledizione? Quale è il reale motivo del suo ritorno a casa? Potrei anche raccontarvelo, ma ho il terrore di essere preda del fantomatico Uomo Alto, magari lavora proprio alle Edizioni Piemme, e se vi spoilero ancora qualcos’altro non mi permetterà di leggere più niente di questo incredibile catalogo.
Tornando serie, il libro ha una narrazione lenta e non in senso negativo, consideratelo una sorta di diesel che carbura piano piano ma poi regala delle grandi soddisfazioni. I diversi piani temporali confondono il lettore, ci sono differenti POV, e di capitolo in capitolo ogni matassa verrà sbrogliata. Vi ritroverete affascinati dalle suggestioni del romanzo, penserete, sbagliando, di avere la verità a portata di mano. Mi sono innamorata, mio malgrado, della debolezza di Sadie, da genitore ho compreso le sue scelte. Ho storto il naso sul comportamento di Amber, ma essere cresciuta senza una madre e ritrovarsi una perfetta sconosciuta davanti sedici anni dopo possono riabilitare un po’ il suo personaggio. Sono rimasta colpita dal marito, Miles, un uomo che continua ad amare la sua donna, che non fa domande, che accoglie, comprende e giustifica. Sono tutti personaggi delineati e caratterizzati talmente bene che penserete di conoscerli davvero, e di molti vi ho volutamente taciuto per esigenze di trama. Luci e ombre e un efferato assassinio sono il filo conduttore di un incredibile romanzo di rara bellezza, non importa quanto cerchiamo di volgere il viso verso il sole e la luce, la nostra parte più nascosta andrà sempre in cerca del buio, delle ombre. Leggetelo, se avete il coraggio.