L’ultimo diavolo a morire di Richard Osman
Trama Si pensa che a Natale ci si possa rilassare, ma non nel mondo del Club dei delitti del giovedì, un gruppo di pimpanti vecchietti con la passione per le indagini, un’infinita curiosità e una grande capacità di deduzione. Il giorno di Santo Stefano un pacco tutt’altro che innocuo attraversa la Manica di contrabbando. A un tratto scompare e a questo punto si scatena il caos. Il numero dei cadaveri inizia a salire, finché nella lista compare anche quello di una persona vicina al Club. Così i nostri amici si trovano a dover affrontare una ricerca delicata e complessa, i cui effetti potrebbero rivelarsi letali anche per loro. Con il tempo che scorre implacabile e un assassino che si dirige verso Cooper’s Chase, la loro casa di riposo, c’è da chiedersi se la fortuna, di solito particolarmente benevola, abbia deciso di rivolgersi altrove. Chi sarà “l’ultimo diavolo a morire”?
L’ultimo diavolo a morire di Richard Osman, cozy mistery e quarto volume della serie Il club dei delitti del giovedì, pubblicato da Sem lo scorso 17 ottobre.
Ricordo ancora quando è stato pubblicato il primo volume della serie. Era settembre 2020 ed eravamo dentro una bolla irreale chiamata pandemia, reduci da un lungo lockdown e il mondo cristallizzato in un silenzio assordante. Non potevamo far visita ai nostri cari dentro le case di cura, bisognava proteggere la loro fragilità. Ricordo anche che la trama, a primo impatto, mi aveva prepotentemente fatto pensare a I delitti del Bar Lume di Malvaldi; l’idea di arzilli vecchietti portatori sani di guai e impelagati in indagini improbabili mi faceva sorridere, perché era necessario immaginare che le persone care, i nostri nonni dentro le RSA, si potessero divertire vivendo una seconda giovinezza. E i 4 protagonisti partoriti da Richard Osman erano esattamente questo: arzilli, brillanti e giovani dentro, in barba ai loro 80 anni. Mi sono innamorata follemente di Elizabeth, ex agente dell’MI6 e leader del gruppo di pensionati dentro la casa di riposo di Cooper’s Chase nel Kent, ho lasciato un pezzo del mio cuore a Ibrahim, psichiatra in pensione, il personaggio più emotivo e dolce, ho riso degli eterni bronci di Ron, un ex sindacalista in pensione sempre pronto a lamentarsi e ho riso fino alle lacrime con il diario di Joyce, la ex infermiera, il personaggio forse più sopra le righe tratteggiato dall’autore, petulante e divertente, spesso inopportuna ma adorabile e inconsapevole del suo lato comico e irresistibile. Questi quattro nonnini sono entrati a far parte della mia vita, mi sono ritrovata a ridere della loro genialità, per il loro essere sempre passi avanti rispetto alle indagini della polizia, per i loro metodi investigativi discutibili ed esilaranti. Non c’è un solo cattivo che i nostri improbabili detective non abbiano neutralizzato con il loro acume e ricorrendo, a volte, anche a bibite piene di sonnifero.
Siamo in pieno periodo natalizio e i nostri quattro nonnini stanno festeggiando il Capodanno alle 9 di sera, non possono rimanere svegli fino a tardi, vista l’età, e preferiscono seguire la diretta streaming della Turchia, 3 ore più avanti rispetto al fuso orario del Regno Unito, e che quindi ha già accolto il nuovo anno. La notizia della tragica morte del loro amico Kuldesh Sharma li coglie del tutto impreparati. L’antiquario viene ritrovato freddato da un proiettile alla tempia. Il giorno di Santo Stefano, il vecchio Kuldesh aveva preso in carico nel suo negozio una misteriosa scatolina contenente eroina, doveva tenerla al sicuro una notte e rivenderla il giorno dopo. Ma l’antiquario sparisce e con lui la scatolina piena di droga. Che fine ha fatto la droga ma, soprattutto, chi ha ucciso l’amico dei nostri quattro improbabili investigatori? Della trama non posso raccontarvi altro per ovvie ragioni, anche perché, per la prima volta, il lato investigativo del romanzo è di facile risoluzione e non è la parte più importante di tutta la storia. A emergere, stavolta, è il lato emotivo e fragile dei nostri amati nonnini. L’autore ha recentemente dichiarato di volersi prendere una pausa dalla serie de Il club dei delitti del giovedì. Vuole dedicarsi a nuove trame e, sebbene inizialmente fossi parecchio risentita da questa scelta, dopo aver terminato L’ultimo diavolo a morire comprendo la sua decisione. È necessaria una pausa per metabolizzare quanto succede in questo romanzo. Per la prima volta, Osman pone l’accento in maniera più decisa sulle fragilità legate all’età dei suoi protagonisti. Hanno tutti una mente giovane, analitica, riescono a districare qualsiasi matassa e a catturare pericolosi assassini, ma stavolta il nemico è l’inesorabile tempo che scorre.
“Per quanto la vita possa insegnarti che niente è per sempre, di fatto resta sempre uno shock quando le cose scompaiono. Quando l’uomo che ami con ogni singola fibra di te comincia a intraprendere il suo ritorno alle stelle, un atomo per volta.”
Richard Osman mi deve una scorta di Kleenex non indifferente. Mi sono sempre commossa con i suoi romanzi, e spesso ho anche pianto dalle risate, ma stavolta gli eventi mi hanno travolta e non sono riuscita a trattenere il dolore. Tanti, anche questa volta, i temi trattati nel suo romanzo, che offrono ampi margini di riflessioni più approfondite, si parla di cosa è etico e morale, di scelte in bilico tra cosa è moralmente accettabile e cosa sconfina invece in atti d’amore consapevoli. Si sorride anche di truffe amorose online che sono in effetti un tema attuale. Richard Osman paga al quarto libro la decisione di aver scelto personaggi troppo maturi di età, ed è inevitabile che li faccia scontrare con qualcosa di ineluttabile e inafferrabile come la morte. Non commettete, però, l’errore di non leggere questo romanzo perché, al di là di una narrazione spesso triste, il romanzo conserva la freschezza dei tre che lo precedono. Ogni personaggio continua la propria evoluzione con la ferrea volontà di guardare al futuro con ottimismo. Elizabeth continuerà a farci paura con i suoi metodi poco ortodossi, Ibrahim ci mostrerà la sua parte più fragile e nascosta, Ron ci farà sorridere con le sue guerre ai mulini al vento e Joyce ci delizierà con le sue meravigliose torte.