La biblioteca delle ultime possibilità di Freya Sampson
June Jones, timida bibliotecaria trentenne, non ha mai lasciato il sonnolento villaggio inglese in cui è cresciuta. Solitaria e riservata, preferisce trascorrere il tempo sepolta nei libri piuttosto che avventurarsi nel mondo, e si chiude sempre di più in se stessa e nei ricordi, sopravvivendo con cibo da asporto cinese e rileggendo i suoi libri preferiti a casa.
A un certo punto, però, il consiglio comunale annuncia di voler chiudere la biblioteca dove June lavora e lei è costretta a uscire da dietro gli scaffali e trovare il coraggio necessario per salvare il proprio lavoro, il cuore della comunità e il luogo che custodisce i ricordi più cari di sua madre.
Un gruppo di eccentrici ma devoti frequentatori della biblioteca decide di portare avanti una campagna, “Friends of Chalcot Library”, per impedirne la chiusura e June, sostenendo la stessa causa, si apre ad altre persone per la prima volta da quando sua madre è morta e scopre cosa vuol dire avere degli amici.
Incontra inoltre Alex Chen, un vecchio compagno di scuola diventato avvocato, che è tornato in città per prendersi cura del padre malato, ed è disposto a dare una mano. I sentimenti di Alex per June sono evidenti a tutti tranne che a lei, ma la vita riserva sempre delle sorprese e, per salvare il luogo e i libri che significano così tanto, June dovrà finalmente imparare a fidarsi degli altri. Per una volta, è determinata a non cadere senza lottare. E forse, combattendo per la sua amata biblioteca, potrà salvare anche se stessa.
La biblioteca delle ultime possibilità di Freya Sampson, contemporary romance pubblicato da Mondadori.
Consiglio spassionato, ma utilissimo: non fermatevi ai primi capitoli. Ammetto che il primo 20/25% l’ho trovato un tantino soporifero, ma credo che questo sia colpa mia, ma passato quel piccolo scoglio scorre via a meraviglia e si arriva alla conclusione senza nemmeno rendersene conto. Vogliamo parlare poi della copertina? Troppo instagrammabile dai, difficile resisterle, se entri in libreria vai a colpo sicuro e almeno la trama la leggi. Molto attrattiva.
June è una protagonista a cui non è facile affezionarsi, una di quelle che non vive, ma ‘si lascia vivere’. Preferisce la compagnia dei libri a quella delle persone e, per quanto sia cordiale e carina con tutti coloro che frequentano la biblioteca in cui lavora, non si può certo dire che sia loquace e attiva. Aveva molti progetti per la sua vita quando andava alle superiori ed era la ragazza più brillante della scuola, voleva andare all’università e diventare scrittrice, ma la malattia della madre l’ha talmente destabilizzata da farla rimanere inchiodata nel minuscolo villaggio in cui vive. Un villaggio pittoresco che sembra uscito da una cartolina, ma pur sempre un luogo che ha poco da offrire a una ragazza che poteva avere un futuro ben più importante.
June si è accontentata e crede di essere felice, che i suoi sogni di ragazza fossero stupidi e che la biblioteca in cui lavora sia perfetta per lei, questo perché ha paura di mettersi in gioco e restare ancorata al passato e alle sue certezze le dà una sensazione di sicurezza. Ma siamo certi che questo sia vivere? Lasciarsi scivolare tutto addosso, non prendere mai posizione, non mettersi in gioco, non innamorarsi…June ha bisogno di una scossa per tornare a provare qualcosa, per spezzare la monotonia dei suoi giorni che si ripetono tutti uguali e la scossa arriva dall’imminente chiusura della biblioteca in cui lavora. All’inizio sono solo voci, poi un’ipotesi, infine una certezza. In un primo momento ne resta fuori, nasconde la testa sotto la sabbia e finge che tutto questo non stia succedendo, ma quando vede i vecchietti della biblioteca armarsi di cartelloni e decidere di occupare la biblioteca si butta nella mischia e scopre che questo gesto avventato e la scelta migliore della sua vita.
Ho adorato la coralità di questo libro, mi sono immaginata le scene come se si stessero svolgendo su uno schermo davanti ai miei occhi ed è stato bellissimo, forse perché io amo quando nei libri trovo personaggi di una certa età, perché sono loro quelli che possono insegnarci di più, sono loro che non hanno nulla da perdere e si buttano anima e corpo nelle imprese e June capisce che deve prendere il coraggio a piene mani se vuole provare a essere felice.
Forse un aiutino in questo verso arriva anche da un ex compagno di liceo che è tornato a Chalcot per aiutare suo padre, ma per quanto gli scambi tra June e Alex Chen siano carini non è la possibile storia d’amore il punto focale e io sono grata di questo perché l’accento deve essere posto sul cambiamento della protagonista e sul ruolo importante che rivestono personaggi impensabili. Personaggi che lottano per mantenere aperta una biblioteca, un luogo importante per l’intera comunità, molto più di un luogo fisico.
«Le biblioteche non riguardano soltanto i libri. Le biblioteche sono luoghi in cui un bambino di otto anni può scoprire per la prima volta le meraviglie del mondo, in cui un’ottantenne sola può trovare un contatto umano imprescindibile. In cui un’adolescente può ritagliarsi un prezioso angolino di quiete per fare i compiti, e un’immigrata che è da poco nel paese può inserirsi in una nuova comunità. Le biblioteche sono luoghi in cui tutti, ricchi o poveri, di qualunque provenienza, possono sentirsi al sicuro. E possono avere accesso a informazioni in grado di renderli più consapevoli di loro stessi.»
Se volete immergervi nelle atmosfere di una piccola cittadina, se credete nel potere dei libri e se amate le storie che parlano di amicizia con personaggi simpatici e particolari dovete dare una chance a La biblioteca delle ultime possibilità di Freya Sampson.