In anteprima Prometheus di M. D. Ferres

La resa dei conti è giunta. Hakon e Miriam, insieme al piccolo esercito composto da Guardiani e creature della notte, si preparano ad affrontare il rituale che secondo la profezia porterà il Regno del Caos sulla Terra. La telepate dovrà combattere contro la presenza insistente di Elon, sempre più vicina a prendere il controllo del suo corpo.
Aborym, il Fuoco Distruttore, ha reciso il patto che lo legava al negromante e, contro ogni aspettativa, è rimasto ad aiutare gli umani. Il motivo porta il nome di Ariela Jensen, l’archeologa che ha inconsapevolmente rinvenuto i megaliti magici di Göbekli Tepe.
La ragazza, tenuta sotto stretta sorveglianza e costretta a collaborare con i Guardiani, non sa che l’uomo da cui è attratta è uno dei demoni più potenti di tutto l’inferno.
Ma, quando ciò per cui hanno lottato va in pezzi, cosa saranno disposti a sacrificare per salvare il mondo dall’apocalisse?

 Prometheus di M. D. Ferres sesto volume urban fantasy della serie “La Stirpe del Caos” in pubblicazione self  il 21 novembre

Sono trascorsi esattamente quattro anni da quando è iniziata la mia “avventura” con “La stirpe del Caos” e  tutti i suoi personaggi e, dopo tutto questo tempo, non posso che affermare che il mio amore per ognuno loro e il mio interesse non è mai scemato. Non c’è stata coppia che non mi abbia affascinato e fatto volare con la fantasia cosa che non sempre è scontata visto che tendo a perdere interesse quando ho la sensazione di leggere sempre le stesse dinamiche. In questo caso no, non è accaduto. Sarà dipeso dalla voglia di scoprire come avrebbe potuto salvarsi il mondo dall’avvento del Caos oppure dal fascino sprigionato dai vari personaggi fatto sta che ogni volta che ho finito un libro mi sembrava di non poter fare a meno di averne ancora e di più.

Una delle tante cose belle di questa serie è la sua coralità, certo ogni libro ha una sua coppia che emerge fra le altre e aiuta chi le ha precedute a trovare una soluzione ma il fatto di rivederle tutte è un qualcosa che per me non ha prezzo. Quando ci si innamora di un personaggio si ha sempre voglia di sapere come sta, cosa stanno facendo, come sta evolvendo e, vi assicuro che con la “Stirpe del Caos nessuno dei vari personaggi rimane indietro. Tutti concorrono a salvare il mondo, quindi, libro dopo libro si ha modo di conoscerli a fondo, di svelare ogni loro più piccola sfumatura di vederne il bello e il brutto. Ed è proprio per questo motivo che amavo già Aborym e Ariela, i protagonisti di quest’ultimo libro, loro forse più di tutti gli altri sono stati presenti fin dall’inizio. Anzi, per certi versi si potrebbe dire che è “grazie” ad Ariela e alla sua scoperta del sito di Göbekli Tepe che tutto ha inizio, quindi, mi è sembrato logico che fosse la sua storia o meglio il suo amore per Rym a mettere il punto finale di una serie che è stata un vero è proprio tsunami di fatti e sentimenti. In questa serie più che in altre ho imparato ad amare chi è diverso, chi è stato malvagio e poi si è redento, chi agli occhi del mondo appare nelle vesti di un mostro e poi dimostra di avere l’anima di un angelo.

Rym è proprio così, lui è un Demone di cui hanno paura anche gli altri Demoni, per la sua natura non ci è dato sapere tutta una serie di cose ma è poco ma sicuro che un suo battito di ciglia potrebbe distruggere tutto quello che il mondo conosce. É nato quando l’universo intero era governato dal Caos, averlo dalla propria parte potrebbe decretare la vittoria o la sconfitta. Per mesi ha vissuto con tutta la “banda” che lo ha sempre temuto per i suoi poteri ma che si sentiva al sicuro fidandosi del fatto che non potesse nuocere a nessuno di loro per il legame che lo univa allo stregone. Solo che ad un certo punto questo legame è venuto a mancare e Rym avrebbe potuto andare per la sua strada e infischiarsene di tutto, tanto per lui non sarebbe cambiato nulla. E, invece, qualcosa in quei mesi è cambiato anche per Rym e questo qualcosa si chiama Ariela, la bella archeologa che sembra far vibrare qualcosa che non sapeva nemmeno di avere dentro di sè.

Non sto qui a raccontare altro, non voglio rovinare a nessuno la bellezza della scoperta ma non posso evitare di dire che se i precedenti protagonisti mi avevamo ammaliato, Rym mi ha letteralmente rubato il cuore con la sua dolcezza, con la sua ingenuità, con quella cappa di purezza che lo avvolge. Vi sembrerà strano che io dica questo di lui che è un demone più antico dell’universo, un essere che rappresenta la guerra e la morte in tutte le sue forme più temibili eppure lui è puro, per lui non esiste differenza tra bene e male, ha conosciuto solo i suoi istinti, solo quello che gli chiedevano coloro che lo invocavano dall’aldilà. Ma la convivenza con altre specie, chi umano, chi sovrumano e, soprattutto la presenza e l’amicizia di Ariela, hanno acceso un lui un fuoco che nulla ha a che vedere con la distruzione e la morte. Un passo alla volta Rym scopre quando sia importante e bello avere un’anima, anche se questa sua scoperta potrebbe annientarlo per sempre.

Basta, non devo dire più nulla se non che il capitolo finale della serie mi ha fatto piangere come una bambina. C’è qualcosa che non perdonerò mai all’autrice anche se ne ho compreso le ragioni e, in tutta onestà, forse se fosse andata in modo diverso non l’avrei apprezzato nel modo in cui ho fatto. Quindi, non posso che iniziare questa serie e leggerla tutta d’un fiato, è bella, non convenzionale, adrenalinica, passionale, e sempre, sempre e ancora sempre piena di alti valori umani lanciati anche e soprattutto da chi meno ci aspettiamo.

smeraldo

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2 risposte

  1. Raffaella ha detto:

    Sottoscrivo tutto!

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