Il mondo è un alveare di Joanne Harris

C’è una storia che le api raccontano a cui è impossibile non credere. Una storia che si perde nei secoli. Ha inizio con la nascita di Re Crisopa, un uomo crudele e ingannatore, che trova la redenzione compiendo un lungo viaggio dentro sé stesso e nel cuore silenzioso del mondo. È qui che incontra individui straordinari, ognuno dei quali ha qualcosa da insegnare. La creatività è il primo regalo che riceve, da un abile giocattolaio che rincorre l’opera perfetta, perché incapace di sacrificare la purezza dell’arte in nome della cinica materialità. La conoscenza è il secondo dono e giunge da una principessa tenace il cui animo si riscalda con le parole del sapere e si inaridisce di fronte alle rigide regole di corte. Grande esempio di solidarietà è per lui il cane più piccolo che si sia mai visto, il più insospettabile degli esseri mondani che nasconde un coraggio senza pari. Poi è la volta della regina innamorata della luna, che gli trasmette la bellezza come nessun altro sa fare. Incontro dopo incontro, Re Crisopa impara a guardarsi intorno con occhi diversi e scopre che il mondo assomiglia a un grande alveare. Come la casa delle api, è un mosaico di tanti microcosmi abitati da centinaia di migliaia di creature che, industriose, si adoperano perché tutto funzioni alla perfezione. Nessuna creatura può fare a meno dell’altra. Soltanto con uno sforzo collettivo si può tessere un grande racconto che si nutre del nettare magico dell’immaginazione.

L’autrice dell’acclamato Chocolat, bestseller internazionale, firma un romanzo originalissimo e di indiscutibile forza narrativa, che la stampa ha già definito un piccolo capolavoro. Il mondo è un alveare racchiude un universo di opposti dove luci e ombre, sogni e incubi, virtù e malvagità convivono e creano un perfetto equilibrio che ammalia fin dalle prime pagine. Un universo dove la parola è una forza in grado di plasmare la realtà che ci circonda e di renderla intelligibile a chi è disposto ad ascoltare la sua voce senza pregiudizi.

Il mondo è un alveare di Joanne Harris, raccolta di racconti dark fantasy in uscita oggi, 22 luglio, con Garzanti.

Non ero preparata, mi aspettavo altro e per me la lettura è risultata molto difficoltosa e ‘macchinosa’. Non mi sono divertita e ho faticato ad appassionarmi a una raccolta di racconti così oscura e, passatemi il termine, soffocante. Dopo questa premessa mi starete dando della pazza, ma davvero non potevo far finta di nulla e mettermi qui a tessere le lodi di qualcosa che evidentemente non ho compreso e che quindi non mi ha coinvolto.

Sicuramente il romanzo è molto originale ed è perfetto per chi ama le raccolte di racconti, le favole e tutto ciò che è breve, inoltre ci sono delle illustrazioni molto belle e accurate opera dell’artista Charles Vess, ma sono troppo poche per i miei gusti e questo libro risulta lungo e pesante da leggere tutto di seguito. Forse se avessi avuto più tempo, se ne avessi assaporata qualche pagina ogni giorno, magari un paio di capitoli, sarei qui a parlarvene in modo diverso, ma così non è stato, ho avuto poco tempo e dovendo leggerlo tutto in una volta mi è sembrato infinito. Quindi date retta a me, se volete cimentarvi in questa lettura fatelo con i tempi giusti, poche pagine per volta in modo da non appesantire la lettura e poterne comprendere appieno la morale e le mille dinamiche che vengono a crearsi tra i tantissimi personaggi che popolano la scena.

Le storie sono intrecciate tra loro e ci mostrano l’avidità e la crudeltà che muovono il mondo, per fortuna c’è sempre chi riuscirà a sconfiggerle, ma non pensate che questo sia semplice, non date nulla per scontato o resterete con l’amaro in bocca.

Non avevo mai avuto modo di imbattermi nella scrittura di Joanne Harris e quindi non ho idea se questo sia il suo modo usuale di esprimersi o se lo abbia adottato per questa raccolta, in qualsiasi caso non sono riuscita a entrare in sintonia e mi sono sentita respinta, poco partecipe. Potrebbe anche dipendere dal fatto che non nutra un amore spiccato per le api e non solo , ma dubito che il motivo sia imputabile alla mia fobia.

Il mondo è un alveare non è frenetico, non si tratta di una corsa ricca di adrenalina, ma è più assimilabile a un percorso a ostacoli creato per essere tortuoso e lento da percorrere, non aspettatevi episodi ricchi di avventura, anche se alcuni racconti hanno un ritmo più incalzante e permettono alla storia di procedere. Perché la particolarità di questa raccolta è che c’è una trama da seguire anche se all’inizio non è semplice individuarla. Ho provato diverse volte l’impulso di saltare dei racconti per trovare il Re Crisopa e gli altri personaggi ricorrenti, forse sarebbe utile prendere appunti durante la lettura perché i personaggi sono talmente tanti che a un certo punto si rischia di fare confusione e non riuscire più a connettere ognuno con ciò che gli è accaduto prima.

Credo di non aver mai scritto una recensione così corta da quando ho il blog, ma davvero per me è difficile parlarvi di Il mondo è un alveare, forse non sono la persona più adatta a scrivere di questa tipologia di libri e in futuro porrò più attenzione nella scelta.

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