Il mio primo inverno con Haru di Cristiano Pedrini

Haru e Jayce, un oceano li divide, eppure il loro incontro ad Aoshima, “l’isola dei gatti”, un lembo di terra nel mar del Giappone, è il dono che il destino offre loro per superare la distanza che separa i loro cuori. Per Jayce, giornalista televisivo americano, la scoperta della piccola località, dove il tempo segue un ritmo diverso, è una sorpresa che lo fa ricredere sull’opportunità di visitare quel luogo remoto. Per Haru, nato ad Aoshima, subentrato da poco tempo a sua madre nella gestione di un ryokan, una tipica locanda giapponese, l’arrivo di Jayce gli offre possibilità accettare il suo passato, accogliere il presente ed osare immaginare un futuro diverso, vivendo una dolce favola d’inverno. A vegliare su di loro, seguendo i loro primi approcci, dettati dalla timidezza e dalla paura di non comprendersi appieno, la colonia felina che da decenni vive e prospera sull’isola e che l’ha resa unica al mondo.

Il mio primo inverno con Haru di Cristiano Pedrini, contemporary romance a tematica male to male, pubblicato il 30 novembre

Con al dolcezza e la delicatezza tipica di questo autore questa volta sono finita in Giappone e più precisamente ad Aoshima, l’isola dei gatti, per incontrare Jayce e Haru e vivere la loro gentile storia d’amore.

Jayce è un giovane giornalista americano che insieme ad altri colleghi sta girando il Giappone per raccontarne le meraviglie in una serie di documentari. L’ultima tappa del loro tour, prima del ritorno a casa, è appunto  “l’isola dei gatti” dove il giovane si reca in anticipo per iniziare a trovare i luoghi più adatti da filmare e creare i testi da raccontare. Mentre è sul battello che lo porta a destinazione è quasi annoiato, non capisce, infatti, il motivo per scegliere proprio quel luogo per concludere il loro lavoro, cosa potrà mai esserci lì se non gatti e altri gatti? Eppure, appena giunto lì, ha come la sensazione di essere in un luogo speciale, sensazione che si acuisce quando, quasi per caso, incontra Haru, un ragazzo del posto che gestisce un ryokan, una tipica casa giapponese. Jayce non sa spiegarsene il motivo ma dal momento in cui incontra il giovane decide di spostare il resto dei colleghi nel suo B&B, dentro di lui c’è qualcosa che lo attira inesorabilmente verso la gentilezza di Haru e verso quegli occhi che sembrano nascondere un profondo dolore. Haru, infatti, ha rinunciato ad un futuro diverso, pur di onorare una sorta di promessa fatta alla madre prima che questa morisse. Non sto qui a raccontare la struggente bellezza di questa piccola novella perché dovete gustarvela voi, ciò che posso dire è che per creare due personaggi come Jayce e Haru e dare loro così tanto spessore in poco più di cento pagine l’autore è davvero bravo. Spesso leggo centinaia di pagine e alla fine non mi rimane quasi nulla, con le stori di Cristiano, invece, i personaggi mi accompagnano per mesi, tanto che spesso immagino cosa farebbe un certo personaggio o cosa direbbe quell’altro in un dato momento. Ogni volta con lui è una piccola sorpresa, una piccola coccola all’anima. I suoi racconti non hanno tempo, potrebbero essere raccontati in qualsiasi epoca, in un passato lontano o in un futuro prossimo perché quello che colpisce è la dolcezza, la serenità che infonde nelle sue “creature”. Questa novella, in particolare, è una sorta di elogio alla calma, alla lentezza, una specie di ritorno alla natura, alle cose semplici della vita, senza tutti gli affanni che sembra ci portiamo dietro già da qualche decennio. Non smetterò mai di dirlo, l’unico difetto delle sue storie è la brevità, non ce questo tolga qualcosa alla storia ma quando ci si affeziona a qualche personaggio, è con i suoi, mi capita spesso, avrei voglia di stare con loro più a lungo.

Regalatevi un momento dolce e fuori da tempo e recuperate tutte le storie di Cris, ne vale assolutamente la pena.

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