Come nascono gli incendi di Michele Arena

Come nascono gli incendi di Michele Arena

Guardi fuori dalla tua camera e vedi palazzi identici al tuo. Li guardi e ti immagini che da un momento all’altro vedrai sbucare dietro una finestra una famiglia esattamente uguale alla tua. Sono felici, ancora uniti, nessuno è scappato via, e nel corpo di tua madre non ci sono cellule impazzite che la stanno uccidendo.

Peccato che quella famiglia non esista. E che, dal momento in cui tua madre, la stramba, dolce, arrabbiata Adele, pronuncia quella parola di sei lettere, tu ti senta perduto, come un biglietto dell’autobus dentro la tasca di un vecchio giubbotto messo via per l’estate. Perché tu lo sai già: quella parola è una bomba atomica che raderà al suolo quel poco che funzionava nella vostra vita e vi farà sentire tremendamente soli. Soprattutto te. E non ti basterà dirti che quello che le sta accadendo potrebbe farti apparire più interessante agli occhi della gente, soprattutto delle ragazze. Non ti basterà avere accanto Rachele, la tua migliore amica e il tuo sogno più dolce, né Ismail, il fratello che nessuno vorrebbe e che tu hai scelto come migliore amico. Non basteranno nemmeno più le vostre serate al distributore di benzina ad ascoltare musica e a parlare di tutto e di niente. Perché le vostre insicurezze vi allontaneranno ogni giorno di più. Perché nessuno vi ha insegnato cosa sentire o dire in una situazione del genere. E allora non ti rimane altro che affrontarlo, il tuo incendio. E anche se spesso, dopo, non restano che macerie, forse stavolta, superato il dolore che ti sta facendo a pezzi il cuore, potresti anche scoprire che non sei mai stato davvero solo e che la tua, la vostra vita andrà avanti e avrà un senso, nonostante tutto.

Come nascono gli incendi di Michele Arena, romanzo young adult pubblicato ieri, 20 ottobre, da Mondadori.

Sono qui seduta alla scrivania, davanti alla pagina bianca e fatico a trovare le parole per spiegarvi questo libro, credo che l’autore lo abbia scritto così apposta per non essere facile da recensire e nemmeno da assimilare. Credo si sia posto parecchie domande durante la stesura e che abbia lasciato il flusso di parole, azioni e eventi liberi di uscire e posarsi tra i capitoli di questo romanzo che potrebbe essere definiti in molti modi ma nessuno gli calzerebbe a pennello. Quello che a me è arrivato forte e chiaro è il disagio di una generazione, anzi no, il disagio di più generazioni. Perché di fronte all’imprevisto e al dolore non c’è un modo giusto per reagire e spesso ci si trova in difficoltà, come se quello che ci passa per la mente potesse essere la risposta sbagliata alla domanda che ci è stata posta. Ma qui risposta sbagliata non c’è perché il disagio che si prova davanti a quella parola di sei lettere non ha spiegazione, non ha logica, è solo caos e un incendio che divampa e ti rende impossibile comprendere che anche nella disgrazia bisogna rimanere uniti, che il dolore non deve arrivare a coprire tutto, perché l’ultimo periodo che rimane da vivere deve essere degno di essere vissuto e non pieno di rabbia e incomprensioni.

Così su carta vediamo scorrere le parole di diversi protagonisti, tutti importanti a modo loro, tutti ‘sbagliati’ come tante altre persone al mondo.

C’è Adele la mamma.

C’è Rachele la migliore amica.

C’è Ismail il migliore amico.

E poi ci sei tu che non puoi immaginare una vita diversa da quella che stai affrontando, che vivi nella periferia della città, in uno di quei luoghi dove la legalità è lontana anni luce, ma ci sono tante famiglie perbene che non possono permettersi di meglio. Tu che hai trovato due amici che gli altri si sognano, Rachele che vorresti fosse qualcosa di più e Ismail che non dice mai la cosa giusta. Ognuno ha i suoi piccoli e grandi problemi quotidiani da affrontare, ma uniti vi sentite una forza. Almeno fino al giorno in cui tua madre Adele, la tua amata mamma, un po’ sopra le righe, ma dolce, ti comunica che ha un tumore e tu vedi il mondo crollarti addosso perché dovete affrontare tutto da soli, il papà non c’è più e tua sorella Giulia vi ha abbandonati perché incapace di sopportare il dolore della perdita. Tu devi farti forza e cerchi di trovare qualcosa di positivo in tutto quello che vi sta succedendo, ma di positivo ricavi ben poco e senti che non puoi travolgere col tuo malumore e i tuoi problemi le vite già abbastanza complicate dei tuoi migliori amici, che in fondo devi riuscire a cavartela da solo e a essere la roccia di cui tua madre ha bisogno in questo momento. Ecco tutto questo non è facile, perché da soli si risolve poco, perché il supporto di un amico è fondamentale perché anche se non sta vivendo il tuo dolore in prima persona, non è detto che non possa capirti e aiutarti ad affrontare il tutto.

Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice invece è disgraziata a modo suo.

E in questo romanzo di infelicità ce n’è parecchia, forse troppa da assorbire tutta insieme. I tre giovani protagonisti vivono esperienze diverse, ma tutte ugualmente complicate che getterebbero nello sconforto anche un adulto. Sono ragazzi costretti a crescere in fretta e a imparare a badare a se stessi anche sbagliando com’è giusto che sia a quell’età. Ragazzi che condividono il loro essere diversi, fuori da coro e, in fondo, profondamente soli.

Io vorrei che mio padre fosse morto, tu vorresti che il tuo fosse vivo, e questa cosa in un modo del tutto assurdo ci ha avvicinato, insieme a tutte le altre cose, ai fumetti, alla musica che ascoltiamo, ai film, al fatto che ci piace scrivere cose che non hanno senso, al fatto che le persone nei miei disegni sono completamente grigie e le tue hanno la testa enorme, ma hanno tutte la stessa malattia: la solitudine.

Come nascono gli incendi non è un libro per tutti, per buona parte della lettura ho faticato a stare al passo dell’autore, le voci sono tante e rischiano di sovrapporsi, ma poi credo di aver capito il suo intento e allora tutto ha iniziato a funzionare. Se avete voglia di un romanzo semplice non fa per voi perché richiede un buon grado di introspezione, richiede una dedizione totale e un trasporto viscerale che non sempre si è disposti a concedere a una lettura.

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