Caccia fredda di Toni Anderson
Vivi Vincent viene catapultata nel peggiore degli incubi quando, insieme al figlio di otto anni, si trova intrappolata in un centro commerciale durante un attacco terroristico. Con l’aiuto di Jed Brennan, un agente dell’fbi in ferie forzate, Vivi e suo figlio sopravvivranno all’assalto, ma il pericolo è tutt’altro che scampato; Michael, il figlio di Vivi, potrebbe essere a conoscenza di dettagli importanti sui terroristi e i loro attacchi futuri, e pur essendo muto e traumatizzato, questo fa di lui un bersaglio vivente.
Nascosti in una baita nel cuore delle foreste di Northwoods, nel Winsconsin, Jed e Vivi lotteranno contro un complotto che scuote le fondamenta della società americana.
Ciò che non hanno messo in conto è la divorante e crescente attrazione che divamperà tra loro…
Caccia fredda di Toni Anderson, 2° volume della serie Cold Justice, pubblicato il 27 settembre 2019, dalla Hope Edizioni.
Smeraldine, come sapete sono una lettrice ossessivo compulsiva che ama molti generi letterari, ma quando mi capita tra le mani un romantic suspense faccio di tutto per poterlo leggere il prima possibile, soprattutto quando a scriverli sono autrici del calibro della Anderson che sanno mescolare benissimo la parte romantica con quella suspense tenendomi con il fiato sospeso. Detto questo, eccomi qui a parlarvi del secondo libro di quest’appassionante serie che mi ha tenuta incollata alle sue pagine in ogni singolo momento della giornata (…chiedete pure al minestrone carbonizzato di giovedì scorso). Il libro, come il precedente, è uno stand alone, ma visto che incontreremo nuovamente qualche personaggio conosciuto nel romanzo precedente, non sarebbe male leggere anche “Un luogo freddo e oscuro”, un libro che, a parer mio, non sfigura assolutamente accanto a questo. Ma procediamo con ordine. Tutto ha inizio in un anonimo centro commerciale della provincia americana, durante un normalissimo pomeriggio d’inverno a pochi giorni dal Natale. In questo luogo, teatro di una violenta carneficina, si incontreranno e si scontreranno Vivi e Jed che ci faranno appassionare alle loro peripezie mentre si ritroveranno al centro di un caos di proporzioni gigantesche da cui faranno molta fatica a liberarsi.
Vivi Vincent è una mamma single di trent’anni con un brutto divorzio alle spalle. Logorata da una patologia che affligge il suo bambino di otto anni che, da quando ne aveva quattro, non emette più alcun suono nemmeno quando piange, è sempre alla ricerca di qualcuno che possa aiutare il figlio a vivere una vita migliore. È bella, ha stile e classe ma come donna Vivi ha cessato di esistere nel momento in cui il suo bambino ha iniziato a chiudersi in se stesso e a tenere fuori il resto del mondo. Abusata da un marito padrone che ha maltrattato anche il loro bambino, vive in funzione dei bellissimi sorrisi di Micheal e si trasforma in una tigre quando qualcuno minaccia la serenità del bambino portandolo a rintanarsi in un mondo tutto suo. Il più grande difetto di Vivi è la mancanza di fiducia nel genere umano e soprattutto negli uomini, ma al fianco del bel poliziotto che l’ha salvata, si scopre a voler credere nuovamente che non tutti gli uomini sono immeritevoli di questo sentimento.
Jed Brennan è un agente dell’FBI che vive, solo ed esclusivamente, in funzione del suo lavoro, soprattutto dopo aver perso anni prima quella che considerava la donna più importante della sua vita. Serio, affidabile, integerrimo e, soprattutto, in grado di mantenere il giusto distacco con le vittime, metterà in discussione tutte le sue convinzioni quando si ritroverà a voler difendere una madre e il suo bambino da una minaccia reale e brutale. Un atto che forse potrebbe costargli più di quanto ha pensato in un primo momento ma che è ben felice di portare a termine pur di vedere i sorrisi di queste due persone che in poche ore sono diventate così importanti per lui.
Il primo incontro tra Jed e Vivi ha il sapore di una storia romantica un po’ alla harmony style. Qualcuno la fa cadere senza nemmeno scusarsi e lui, cavaliere dalla scintillante armatura, si affretta a soccorrerla. È questione di un attimo, un’occhiata, un sorriso e per entrambi qualcosa cambia. Negli occhi di Jed c’è un vivo interesse e Vivi non può fare a meno di sentirsi donna dopo tanto tempo e, soprattutto, dopo tutto quello che affronta ogni giorno per andare avanti. Ma quell’attimo passa in secondo piano quando, intorno a loro esplodono una serie di colpi. Il centro commerciale è stato attaccato da una banda di terroristi e sono in molti quelli che cadono a terra senza più rialzarsi. Vivi è disperata, deve assolutamente salvare Micheal, il suo bambino e l’unico modo per farlo è nasconderlo e trovare una via di fuga, prima di ritornare a prenderlo. Lungo la strada rivede nuovamente Jed che la salva da un assalitore e da quel momento in poi sarà una corsa contro il tempo e contro il mondo intero per salvare il bambino preso di mira dai terroristi per la sua capacità di disegnare tutto ciò che ha visto anche per pochi attimi.
Caccia fredda è un concentrato di adrenalina allo stato puro, ogni momento del racconto è pieno di azione e intriso di mistero. Non c’è mai un momento di tregua, il lettore non riesce a fare un respiro più profondo del precedente prima dell’arrivo di un nuovo pericolo, di un altro sussulto, di un nuovo nemico. Si ha l’impressione di stare sulle montagne russe, dove ci sono picchi altissimi e vallate ancora più profonde. Anche in questo nuovo capitolo il bianco non lo è del tutto bianco e il nero presenta qualche imperfezione. Ancora una volta le zone d’ombra la fanno da padrone portando il lettore a provare empatia sia per i buoni sia per quelli che, invece, non lo sono del tutto. L’unico colpevole in tutta la vicenda è l’avidità umana che fa leva sui sentimenti di quello che è l’amore più puro esistente al mondo, per creare il caos e raggiungere i propri nefandi scopi.
Uno stile semplice, una narrazione in prima persona che ci permette di conoscere anche i pensieri dei “cattivi” e una traduzione ed editing perfetti, consentono al lettore di apprezzare ancora di più questa storia, perché le pagine scorrono una dietro l’altra senza nessun impedimento dovuto a refusi, verbi scorretti o altro.
Insomma, spero proprio di avervi fornito tanti buoni motivi per leggere questa storia ma, nel caso, aveste ancora qualche dubbio sappiate che le protagoniste della Anderson sono donne con gli attributi, quelle che dicono pane al pane e vino al vino. Raramente cedono alle lacrime e quando lo fanno è per esprimere gioia e non per compiangersi, e questo per me, è un ottimo incentivo a leggere un libro, odio cordialmente tutte quelle eroine che si fanno un sacco di paranoie per delle banalità. E ora? Ora vorrei tartassare la CE tutti i giorni per sapere quando arriverà il prossimo libro, perché, credetemi i libri della Anderson creano dipendenza e sono pronta a scommettere che il prossimo avrà per protagonista una bella assassina.