Atti spietati di Jane Casey
Trama Londra è sconvolta da una catena di omicidi, le cui vittime sono uomini che si sono macchiati di un crimine orrendo, la pedofilia. L’opinione pubblica sembra considerare l’assassino una sorta di eroe e anche la polizia non ritiene il caso una priorità. Maeve Kerrigan pensa invece che nessuno abbia diritto di farsi giustizia con le proprie mani. Giovane e inesperta, crede che un omicidio rimanga tale a prescindere dai peccati commessi dalle vittime. E a mano a mano che l’indagine progredisce, si scopre che una ragazza, figlia di un trafficante di droga, è scomparsa, probabilmente rapita, ed è compito di Maeve e della squadra capire se c’è un filo rosso che collega gli omicidi alla sparizione della ragazza. Mentre la violenza aumenta, Maeve deve anche fare i conti con Josh Derwent, il suo nuovo superiore, che la tratta come una perfetta idiota, e con Rob Langdon, il collega con cui ha iniziato una storia, contravvenendo alle regole interne che non permettono relazioni sentimentali tra poliziotti.
Atti spietati di Jane Casey. Edito il 06.06.2019 da Astoria. Genere: poliziesco. 488 pagine.
La prima cosa che ho fatto , appena terminata la lettura di questo libro, è stato collegarmi ad internet e comprare l’altro titolo della stessa autrice pubblicato dalla casa editrice Astoria. Questo perché non sapevo che quello che avevo appena finito di leggere fosse il secondo titolo di una serie che ha per protagonista Maeve Kerrigan, agente investigativo della polizia londinese. Che viene spesso tartassata da spiacevoli commenti sessisti da parte dei colleghi e presa in giro per le sue origini irlandesi. Che è capace di grande empatia. Che adora il suo lavoro. E anche un collega. Che è davvero brava in quello che fa.
E sono subito entrata in sintonia con questa Maeve, una delle migliori protagoniste delle mie ultime letture. Una detective, una in gamba, ben lontana però dall’essere perfetta. Impacciata, a volte, disattenta, ubriaca o stanca, insomma una donna normale con un lavoro particolare e una vita incasinata. Ma il bello dello stile di Jane Casey è che la sua è una scrittura a trecentosessanta gradi. Leggendo il suo romanzo siamo completamente coinvolti nella vita di Maeve, la seguiamo nel suo ufficio, e poi a casa, a bere con una collega, a fare sopralluoghi sulle scene del crimine, al bar a fare colazione. È come vivere insieme alla protagonista e la cosa, devo dire la verità, non mi è dispiaciuta affatto. Per questo leggerò davvero molto volentieri il primo capitolo di questa serie e continuerò a leggere volentieri ulteriori titoli pubblicati della stessa autrice. Come non mi stanco mai di dire, leggo sempre molto volentieri i titoli della casa editrice Astoria, ma sinceramente non mi aspettavo che questo titolo mi sarebbe piaciuto così tanto. E il motivo non è solo la protagonista, anche la trama è perfetta. Il libro si apre con le indagini su degli omicidi orribili, le cui vittime sono dei pedofili. Da qui si apre un mondo e si avviano una serie di indagini su una serie di casi e vittime, talmente ben congeniate e descritte che è stato come essere lì sul campo, a dedurre, a tirare le somme, a cercare indizi, facendo attenzione a non farci sfuggire nulla. Una trama per nulla banale, né scontata, che si evolve di caso in caso, da omicidio in omicidio fino ad arrivare al finale. Ma non è per forza un lieto fine, non sempre i buoni vincono, non sempre la polizia arriva in tempo per evitare che il peggio accada… Un bel romanzo per ricominciare a leggere dopo aver accantonato le letture rilassate sotto l’ombrellone ed essere ritornate sul nostro divano preferito, magari con quel venticello che caratterizza le serate di fine estate. Non avrete voglia di alzarvi dal divano e di abbandonare la lettura.
Disse alla Mosca il Ragno: “Vieni a casa mia? È la casetta più carina che ci sia. Si entra dentro con una scala a spirale, e ho tante cose da mostrare”. “Oh, no, non chiederlo nemmeno,” fe’ la Mosca. “Dicon che chi sale le tue scale mai ne esca.”