Antigone sta nell’ultimo banco di Francesco D’Adamo
In una cittadina del Nord, benestante e conformista, un po’ noiosa, ogni anno all’inizio dell’estate arrivano i braccianti clandestini per lavorare alla raccolta dei meloni, una delle ricchezze della zona. Quasi tutti neri, malmessi, vengono da qualche parte dell’Africa. Li chiamano Quelli del Fiume perché vivono accampati sotto l’Argine Grande, in baracche improvvisate. In paese non li vuole nessuno: sono sporchi, rubano, danno fastidio alle donne: così si dice. Che lavorino e basta. Nel caldo soffocante di un giugno particolarmente torrido un ragazzo del Popolo del Fiume viene trovato morto. Si dice che abbia avuto un incidente mentre stava scappando dopo un furto, o che sia rimasto coinvolto in una rissa con altri clandestini, o che sia tutta una storia di droga. Intanto il corpo del ragazzo giace all’obitorio, senza nome, senza esequie: non spetta a noi occuparcene, dice il Sindaco, non è dei nostri. A provare dolore e pietà pare che siano in pochi: Jo la Peste, vivace, anticonformista, di pessimo carattere; il misterioso Cat Fly che di notte con le bombolette spray riempie i muri del paese di graffiti. Nel frattempo, i ragazzi della scuola media stanno per mettere in scena l’Antigone di Sofocle come saggio di fine anno. Può una recita teatrale diventare realtà?
Età di lettura: da 10 anni.
Antigone sta nell’ultimo banco di Francesco D’Adamo, romanzo di narrativa per ragazzi pubblicato da Giunti il 4 settembre.
Avevo voglia di dedicarmi a una lettura per ragazzi, come saprete sono una docente delle scuole medie e, benché non insegni italiano, mi piace restare aggiornata sull’offerta di libri a loro rivolti.
Stavo spulciando le uscite di questo mese su Amazon e mi sono imbattuta in una copertina che ha attratto la mia curiosità, un disegno di forte impatto, così ho letto la trama e l’ho subito chiesto alla CE.
La protagonista di questa storia è Jo, una ragazzina di tredici anni che sogna di fare l’attrice. Jo ama il teatro e l’estate sembra fatta apposta per sognare, ma l’estate che sta per vivere la ricorderà per tutta la vita come l’Estate della Vergogna.
Quell’anno avrebbero portato in scena Antigone di Sofocle, una delle figure più incisive della tragedia greca, una donna di grande coraggio, anticonformista, una donna forte capace di sfidare le leggi dell’epoca per fare ciò che riteneva giusto, tutto il contrario della sorella Ismene.
Adoravo quella parte perché mi faceva sentire giusta, coraggiosa, fichissima, cioè tutto quello che non ero nella realtà. Ma il teatro serve anche a questo, no? A diventare qualcun altro.
Jo è certa di essere perfetta per quella parte e non ha dubbi che la Betty, l’insegnante di teatro, sceglierà lei per dare voce all’eroina.
Jo ha la fortuna di avere al proprio fianco un padre che la aiuta a capire cosa è giusto e cosa sbagliato. Un padre che le insegna a battersi per aiutare il prossimo e che al mondo non ci sono differenze tra le persone, ognuno di noi ha la propria dignità e i diritti devono essere gli stessi pe tutti. Purtroppo nel paese in cui vivono non sono in molti ad essere come Federico, la mentalità è chiusa, vedono lo straniero come un nemico, qualcuno di cui avere paura, per loro il Popolo del fiume, i ragazzi che arrivano tutti gli anni per la raccolta dei meloni, è gente pericolosa.
Jo ha un nome per questo modo di pensare: la Nebbia Aliena, colei che trasforma tutte le persone in zombi e li fa agire come se non avessero la capacità di pensare col proprio cervello.
Mi capitava di sentirmi sola e non capìta. Avevo provato a parlarne con Federico, un discorso molto confuso, e lui mi aveva detto: «Vedi, Jo, non è detto che se una cosa la dicono tutti o tanti sia per forza giusta. Tu continua a pensarla a modo tuo. Poi però ricordati che qui ci devi vivere. Devi imparare ad avere un po’ più di pazienza». Uffa!
Jo non è esattamente una ragazzina paziente, ma i consigli del padre li tiene sempre in considerazione e quindi ci prova ad adattarsi a vivere in quel paese dalla mentalità così ottusa. Arriva però il giorno in cui si sente capita, c’è qualcun altro che la pensa come lei, un certo Cat Fly, che ha fatto un murales rappresentando il Bar Sport, fulcro della vita di paese, popolato di zombi.
In un giorno di giugno di quella torrida estate uno di Quelli del Fiume muore di fatica e il padre di Jo non ci sta a stare zitto e fare finta di nulla. In paese tutti devono sapere che è colpa dello sfruttamento, che quei ragazzi sono trattati come bestie, come se non avessero dignità. Federico dà un grande insegnamento a Jo e Jo lo accoglierà a braccia aperte: nella vita non si deve mai avere paura di dire la verità, anche se questa farà arrabbiare qualcuno.
«L’Antigone non è solo la storia di una ragazza ribelle. È anche la storia di come bisogna sempre fare quello che è giusto, quello che è il nostro dovere morale. E di come è difficile fare questa scelta. Non hai capito niente di Ismene: soffre anche lei come Antigone, ma non ha il suo coraggio. Ismene è vile, d’accordo, ma siamo tutti vili, cosa ti credi? Ma anche Ismene un giorno potrebbe diventare Antigone».
Teatro e realtà si fondono facendo riflettere il lettore sia grande che piccino, perché il coraggio può mancare anche quando si è adulti, quando si è schiacciati dal peso delle responsabilità si possono avere gli stessi timori di quando si era bambini. Spesso è più semplice uniformarsi alla massa, guardare solo nel proprio orticello senza preoccuparsi di ciò che succede fuori, ma è l’errore più grande che una persona possa fare. L’altruismo e l’empatia sono due doti che tutti dovremmo possedere, se tutti fossimo in grado di metterci nei panni dell’altro non esisterebbe il razzismo e vivremmo in un mondo migliore in cui nessuno volge lo sguardo da un’altra parte.
Antigone sta nell’ultimo banco è un libro per ragazzi di forte impatto emotivo, un libro che consiglierò a tutti i miei alunni delle medie perché, senza fare la morale, è in grado di far comprendere loro che bisogna sempre esporsi in prima persona per ciò che è giusto, senza avere paura di mostrarsi diversi dagli altri. Un grande insegnamento che non va mai dato per scontato.
È un bellissimo libro.Mi ha appassionata e non riuscivo a far altro che leggere .
Lo consiglio vivamente
il libro e bellissimo
Il libro è molto bello!
WoW