Vorrei incontrarti ancora una volta di Kate Eberlen
Trama Mai vicini abbastanza per sfiorarsi davvero
Dicono che il destino, come un abile prestigiatore, decida chi entrerà nella nostra vita. E per Tess e Gus, due diciottenni desiderosi di cogliere tutto quello che il futuro ha da offrire, il destino si presenta sotto forma di un incontro tanto casuale da essere indimenticabile. In una calda mattina estiva, nella basilica di San Miniato al Monte a Firenze, i loro sguardi si incrociano per la prima volta.
È questione di un attimo fugace.
Ma le loro strade si dividono con la stessa fugacità con cui si erano sfiorate. Tess è costretta a crescere prima del previsto: abbandona il suo sogno di diventare una scrittrice per prendersi cura della sorellina. Gus finisce intrappolato in una vita che non gli appartiene rinunciando all’arte che ama tanto. Entrambi sono andati avanti e sembrano essersi lasciati alle spalle quell’estate toscana. Eppure, il destino nel corso del tempo li fa incontrare di nuovo. Sempre per brevi istanti di silenziosa perfezione dove tutto torna a essere possibile. Poi, li allontana di nuovo.
Fino a quando, un giorno di molti anni dopo, sono di nuovo là dove tutto è cominciato. Oggi come allora, a separarli qualche metro di distanza. Una distanza che forse non è più incolmabile. Perché le loro sono due vite parallele con un unico destino: incontrarsi per sempre.
Recensione di Francesca Vorrei incontrarti ancora una volta, romanzo d’esordio di Kate Eberlen, tradotto in 25 paesi, arrivato in Italia grazie alla Casa Editrice Garzanti, nella collana narratori moderni.
Capita nella vita che per un caso del tutto fortuito, mentre stai cercando qualcosa, incontri qualcuno.
La chiamano serendipità ed è quello che succede ai protagonisti di questa storia.
Lo scenario si apre su una Firenze da scoprire, dove Teresa, per tutti Tess, insieme alla sua migliore amica Doll, per festeggiare la maturità, viaggia in Interrail dalla Francia fino al nostro bel paese.
Tess è una ragazza curiosa, ambiziosa e attraverso i suoi occhi si entra nel mondo dell’arte, grazie alla sua visione armoniosa di monumenti, affreschi e sculture.
L’ultimo giorno, a San Miniato al Monte, Tess nota una chiesa che si erge in cima ad una scalinata, “ … graziosa e del tutto fuori posto, come un porta gioie in mezzo al bosco” e nell’oscurità della basilica incontra lo sguardo di un ragazzo dai capelli rossi.
Dopo un viaggio entusiasmante, privo di responsabilità e intrinseco di frivolezza, il ritorno in Inghilterra è una vera e propria presa di coscienza di quello che è la Vita Vera.
Angus, il cui nome verrà abbreviato in Gus, è un ragazzo appassionato di disegno con una vena artistica notevole, ma costretto dalla famiglia a intraprendere gli studi in medicina. In viaggio con i genitori nella regione Toscana, prima di iniziare l’università, Gus rimane affascinato da Firenze, dalla natura circostante, dal calore del sole e da un semplice gelato alla frutta il cui sapore rimarrà impresso ancor più di un ricordo.
I punti di vista alternati, narrati in prima persona, di Tess e Gus ci accompagnano per un arco di tempo di ben 16 anni.
Durante la lettura ti ritrovi immerso nella loro vita pagina dopo pagina, imparando a conoscerli nel profondo e affezionandoti a loro senza mai perdere la speranza su un loro futuro incontro, perché da quel giorno a Firenze i due, respireranno la stessa aria, cammineranno sulla stessa strada ma i loro sguardi non si rincontreranno mai.
Le tematiche di rilievo trattate nel romanzo sono tante, come la prevenzione contro il tumore al seno, per cui noi donne dovremmo avere un occhio di riguardo, ma quella che più ha attirato la mia attenzione è la Sindrome di Asperger. Una forma di autismo, in cui i bambini che ne soffrono sono empatici, poco inclini alla socializzazione, abituati a una quotidianità ripetuta ma posseggono una spiccata intelligenza. Sono bambini speciali, come speciale è Hope, la sorella di Tess. Il mondo di Hope è unico, è meraviglioso e vederlo attraverso i suoi occhi mi ha colpito notevolmente.
La cultura, i riferimenti letterari, musicali e d’arte sono inseriti nel romanzo in modo ineccepibile. Per descrivere la penna di Kate Eberlen userò un passo del suo romanzo che lo spiega magistralmente: “… osservare le caratteristiche fisiche di ciò che ci circonda, ascoltare i suoni attorno a noi e scrivere quella che chiama una descrizione globale della scena, zoomando gradualmente sul particolare.”
Vorrei incontrarti ancora una volta viaggia su due binari paralleli e si sa, due rette parallele non si incontrano mai, ma con un pizzico di fortuna e la deviazione di uno dei binari, in un mondo fatto di parole scritte dove la fatalità esiste, forse i nostri protagonisti avranno il loro lieto fine.
Non vi nego la voglia imminente che ho avuto di correre all’aeroporto, comprare un last minute e visitare quei luoghi descritti con devozione e fascino, riscoprire la Toscana ormai lontana nei miei ricordi, visitare New York e Londra, per percorrere le strade dei protagonisti.
Il pezzo musicale per questo romanzo mi è stato servito su un piatto d’argento.
“I have dream” degli Abba, canzone che emerge nei primi capitoli ed è la colonna sonora ideale per Tess e Gus perché, nonostante le difficoltà, nonostante si impegnino al massimo a svolgere al meglio le incombenze della vita e alleggerire il carico alle persone che gli stanno attorno, il loro sacrificio è sminuito e mai apprezzato, così non gli rimane che il loro sogno nel cassetto, che è costantemente presente. Tutti abbiamo un sogno nel cassetto, no? E per raggiungerlo non bisogna vivere di se e di ma.
Quindi, vi lascio riflettere sulla citazione, per me, più significativa del romanzo:
“Oggi è il giorno del resto della mia vita.”
Ci sono tanti romanzi che ricordi e poi c’è questa storia d’amore, che parla di Vita Vera, descritta con delicatezza, che porterò sempre nel cuore.