Volevo dirti delle stelle di Roberto Emanuelli
Dove si trova la forza di reagire quando scopriamo che la persona a cui abbiamo affidato il nostro cuore ci ha traditi? E che in realtà ha semplicemente giocato con la nostra vita? Come ci si rialza quando si è travolti dalle macerie di un sogno?
Claudia e Matteo erano belli. Quando si sono conosciuti erano studenti universitari. Matteo aveva diciannove anni, era alto, gentile, con gli occhi blu e la faccia da bravo ragazzo. Claudia, di origini spagnole, aveva i capelli ricci, la pelle ambrata e una passione incontenibile per le parole. Insieme inseguivano la stessa rivoluzione: mettere l’amore al centro della propria vita.
Ora, a vent’anni di distanza, Claudia si chiede se sia stato tutto vero, o solo un’illusione. Anche Matteo stenta a riconoscersi nel riflesso dello specchio: quello che adesso vede, infatti, è un uomo disposto a giocare un gioco pericoloso con Greta, che ha diciannove anni, e tutta la sfrontatezza e la fragilità di una ragazza della sua età.
E mentre le loro vite assumeranno, nel giro di pochi mesi, traiettorie che nessuno avrebbe potuto immaginare, Claudia, Greta e Matteo cercheranno di trovare una risposta alla stessa domanda: l’amore vince sempre, o a volte non può che rivelarsi un terribile errore?
Con Volevo dirti delle stelle, Roberto Emanuelli ci regala una straordinaria rappresentazione dell’amore al giorno d’oggi, di come viene vissuto da generazioni anche molto distanti tra loro, e di tutte le forme che può assumere. La gelosia, il tradimento, il desiderio, l’amore romantico e quello che diventa pericoloso: il nuovo libro di Roberto Emanuelli non è semplicemente un romanzo d’amore, ma un travolgente racconto sull’amore.
Volevo dirti delle stelle di Roberto Emanuelli, contemporary romance pubblicato da Sperling & Kupfer il 28 settembre.
Quando mi è stato proposto di partecipare all’incontro autore non ho saputo resistere, credo che parlare del libro con chi lo ha scritto sia una delle cose che più amo perché mi permette di capire se sono entrata a fondo nella lettura e se le mie percezioni sono giuste, così quando Ludovica mi ha chiesto di conoscere Emanuelli la curiosità ha prevalso. La curiosità di scoprire un nuovo autore di cui ho sentito tanto parlare e di vedere se il suo modo di scrivere potesse essere nelle mie corde. Quello che ho trovato è una persona interessante, che sa coinvolgere e che si espone senza paura di essere frainteso, la chiacchierata sul suo libro è stata intensa e leggera al tempo stesso proprio per quel suo modo di fare che ti fa sentire a tuo agio.
Se non avete paura di arrabbiarvi durante la lettura, se non temete di provare emozioni contrastanti e se vi piace quando la verità vi viene sbattuta in faccia senza troppi giri di parole allora fermatevi perché avete trovato il libro che fa per voi. Quante volte avrei voluto prendere a padellate il protagonista? Dalla prima pagina e almeno una ventina di volte. Emanuelli lo sa e la sua è stata una scelta precisa, Matteo doveva farsi odiare, non ha cercato attenuanti per lui, non ha provato nemmeno mezza volta a metterlo in salvo, ce lo ha mostrato in tutto il suo egoismo, nella sua immaturità, nella sua voglia di sentirsi giovane quando si rende conto che la giovinezza se n’è andata e non tornerà più.
Quello che viene fuori è uno spaccato della generazione dei quarantenni che mette in mostra i difetti, ma che andando a ritroso ci fa vedere anche i pregi. I pregi di una generazione che era in grado di sognare, che viveva l’attimo e lo sapeva cogliere senza paura e senza mettersi in mostra, quella generazione che è cresciuta con le canzoni degli 883 e non con i rapper di oggi che sanno solo inneggiare all’odio e trattare le donne come fossero oggetti. La contrapposizione tra i ragazzi di vent’anni fa e i ragazzi di oggi è fortissima ed è un bellissimo spunto di riflessione che l’autore voleva mettere sul piatto della bilancia. Io appartengo a quella generazione e leggere i capitoli dal punto di vista di Greta, la ragazza che fa perdere la testa a Matteo, sono una pugnalata.
Greta non è un personaggio facile da digerire, lei è sempre troppo, è spudorata, il suo linguaggio è fastidioso perché infarcito di parolacce, si mette in mezzo a una relazione consolidata e crede di avere il diritto di parlare male della donna che l’ha preceduta, della donna che non ha nessuna colpa, che è stata ingannata, tradita, trattata come se non valesse nulla in favore di una ragazzina che dalla sua ha l’avvenenza dei diciannove anni e le tante fragilità proprie di quell’età. Mi sono sentita a disagio quando leggevo le sue parole, mi ribolliva il sangue quando la vedevo inveire su colei che era già a terra, impossibile per me entrare in empatia con Greta.
I capitoli di Claudia sono difficili, ma sono sicura che molte donne e alcuni uomini riusciranno a rivedersi in lei, una persona ferita da chi credeva la amasse e invece è arrivato a mentirle, negare l’evidenza e tradire anche se stesso. Matteo è il risultato delle sue scelte, fatte di sogni accantonati inseguendo il guadagno facile, lui non si è reso conto del percorso che ha intrapreso e che lo ha condotto fino al baratro su cui si trova in questo momento della vita, è accecato dalla bellezza e dalla giovinezza della ragazza che gli sta affianco e che lo ama per ciò che rappresenta non per quello che è davvero, perché da qualche parte il Matteo di cui Claudia si era innamorata c’è ancora, deve solo trovare la forza di riemergere, ma Claudia non sarà lì pronta ad accoglierlo e a prenderlo per mano, lei deve amare se stessa, deve mettersi al primo posto, si merita di essere felice e non è più disposta a scendere a compromessi.
Tu mi hai insegnato che per non cadere mai più così in basso, prima di amare qualcuno, dovrò imparare ad amare con tutte le forze me stessa…
E mi chiedo scusa. Chiedo scusa a me stessa per averti permesso di giocare con la mia vita. Chiedo scusa a me stessa per aver giustificato ogni tua mancanza, per aver giustificato il tuo totale disinteresse, assolvendoti con un «È fatto così» e condannando me stessa all’infelicità.
Chiedo scusa a me stessa per essermi fatta bastare le briciole. Come se pensassi di meritare solo quelle. Chiedo scusa a me stessa per aver elemosinato le tue attenzioni, un tuo sguardo, il tuo amore.
Chiedo scusa a me stessa per essere stata tanto cieca, tanto stupida, per aver creduto da sola in qualcosa in cui tu non credevi affatto. Chiedo scusa a me stessa per non essermi chiesta scusa prima. E per non essermi amata…
Roberto Emanuelli ci parla col cuore in mano, mette tutto se stesso dentro questa storia e lo fa senza remore, senza timori, ci parla di quello che ha subito, attinge dalla vita reale e mette in scena un romanzo a tre voci fuori dall’ordinario che sa attrarre il lettore e farlo riflettere. Sono felice di averlo scoperto e da oggi lo seguirò con grande piacere.