Underground. Senza più riprendere fiato di Daniela Romano
Alan e Maya sono tornati, anche se ogni cosa è cambiata: lei a Milano, immersa tra nuove lezioni e corse in metropolitana, andando avanti in una città senza mare; lui immobile ad Atrani, cercando di riprender fiato di fronte a quel mare che non gli appartiene più. Ma, a volte, il destino è più forte e imprevedibile di ogni legge, logica e buon senso. E per i due cugini è arrivato il tempo di saltare nell’immersione più incredibile della loro vita. Stavolta, senza più riprender fiato.
Underground. Senza più riprendere fiato di Daniela Romano, secondo volume della dilogia new adult Underwater, pubblicato il 30 giugno.
Sono trascorsi quasi cinque anni dalla pubblicazione del primo libro della dilogia, Underwater uscì nella sua prima versione nel 2016 e io ve ne parlai a gennaio 2017, quanto è cambiata la mia vita da allora e quanto sono cambiata io come lettrice. Nonostante questo quando Daniela mi ha contattata per chiedermi se avrei voluto leggere come andava a finire non ho esitato nemmeno un secondo, mi sembrava giusto leggerlo e parlarvene. La storia di Underwater mi era rimasta appiccicata addosso, non so se capite cosa intendo, ci sono libri di cui non ricordo assolutamente nulla tra i tanti letti in questi anni da bookblogger, ma questo era lì che vagava nella mia testa nonostante il lungo periodo trascorso, quel cliffhanger finale mi aveva lasciato la voglia di scoprire come sarebbe evoluta la storia e cosa avrebbero dovuto passare i giovani protagonisti per arrivare al coronamento del loro sogno, avrebbero avuto la forza di lottare contro tutto e tutti, avrebbero avuto la voglia di mettersi in gioco fino alla fine e non guardare in faccia nessuno? Finalmente Daniela ci dà tutte le risposte, facendoci penare non poco, ma arrivando a un finale convincente e giusto perché l’amore deve vincere su ogni cosa e nell’amore bisogna crederci fino alla fine, senza più riprendere fiato.
A differenza del primo volume in cui mi ero sentita vicina a Maya qui tutta la mia comprensione va a Alan, grazie ai capitoli da entrambi i POV possiamo comprendere meglio i pensieri dei protagonisti e Maya ne esce sconfitta, mi spiace dirlo. La sua caratterizzazione è buona, ma spesso l’ho trovata infantile e non solo nei confronti del rapporto con Alan, ormai inesistente, ma anche in quello con le sue coinquiline e i suoi vicini di casa. Maya si sente sola, impaurita e abbandonata e questo si percepisce, le mancano i suoi punti fermi, a Milano è come un pesce fuor d’acqua e le manca profondamente il mare e tutto quello che per lei rappresenta. Il mare, proprio lui, e il mare porta con sé il ricordo di quell’amore che non può essere, perché anche se Alan ha lottato con tutto se stesso per farle capire che ciò che provano è troppo grande per lasciarlo scivolare via, Maya non ha avuto la forza di restare e ha dovuto mettere quanti più chilometri possibili tra loro per cercare di dimenticare, per voltare pagina, per non sentire ogni volta il peso dello sguardo di Alan su di sé, per resistere alla tentazione di buttarsi tra le sue braccia e fingere che non siano cugini.
Alan è distrutto, gli sembra impossibile che Maya abbia smesso di lottare per il loro amore, e non vuole credere che abbia avuto il coraggio di trasferirsi a Milano lasciandolo solo con i ricordi di questo amore folle che lo perseguitano. La reazione di Alan è quella che ci si aspetterebbe da un ragazzo ferito, impossibile essere felici e spensierati, impensabile credere che un torto simile possa essere perdonato. Alan prova a divertirsi, esce con gli amici e per un periodo si cimenta ancora nelle immersioni che tanto amava fare in compagnia di Maya, ma non vuole più andare sottacqua senza lei al suo fianco, è troppo doloroso ripensare ai momenti che hanno condiviso.
Maya a Milano cerca di rifarsi una vita, le coinquiline e i vicini di casa in questo le sono di grande aiuto, un bel gruppo eterogeneo e affiatato. Si fida talmente di loro da confessare il suo più grande segreto e loro la spingono a non mollare, se l’amore con Alan è così forte non deve mettere la parentela come un ostacolo insormontabile. Maya ci pensa, non vuole deludere ancora la sua famiglia, ma sente che ciò che prova non può essere arginato. Il ritorno a casa per le vacanze di Natale darà modo a entrambi di vedere a che punto sono e i ruoli potrebbero invertirsi, Alan potrebbe avere troppa paura per accettare ancora Maya nella sua vita e Maya potrebbe trovarsi nella condizione di dover lottare per entrambi. Riuscirà Maya a essere abbastanza forte e determinata per entrambi? Ci sarà un futuro per questa coppia? Ovviamente non posso dirvi altro, se volete vivere una storia d’amore intensa e ostacolata, se vi piacciono le storie sofferte, se volete dare una possibilità a una giovane autrice, allora vi consiglio questa dilogia, Underwater e Underground. Senza più riprendere fiato sapranno intrattenervi e appassionarvi.