Una nuova vita. La saga dei Fontamara di Valentina Cebeni

Blog Tour – Una nuova vita. La saga dei Fontamara di Valentina Cebeni, libro di narrativa storica pubblicato da Sperling & Kupfer lo scorso 11 maggio.

I fratelli Fontamara: Giacomo e Fernando.

Vi capita mai di finire un romanzo e osservare con sguardo assente il muro, con la vaga impressione di essere rimasti orfani? È una sensazione strana, una di quelle che ti fa pensare di non voler leggere niente dopo per permettere al libro appena terminato di sedimentarsi e metabolizzarlo, prima di passare oltre. In genere con i tempi serratissimi di un blog, questo è un lusso che non posso permettermi, ma per Una nuova vita. La saga dei Fontamara, ho decisamente preso una pausa da tutto, per superare il lutto da ultima pagina. Sì, mi sono sentita orfana perché, dopo 630 pagine (circa 1000 per la Questura. Scherzo, ma il carattere di stampa davvero piccolino per le mie diottrie mancanti ha mascherato un romanzo di proporzioni più ampie, almeno in termini di lunghezza), pensavo di essere anch’io un membro di questa incredibile famiglia, una di quelle lontane parenti ingombranti da sopportare durante gli interminabili pranzi delle feste comandate. Credo che sia questo il potere di quelli che io chiamo con immenso affetto “polpettoni letterari”: ti permettono di entrare in punta di piedi nelle dinamiche del libro che stai leggendo, e in diversi capitoli avrei tanto voluto essere una Fontamara anch’io. Avrei voluto supportare, aiutare, scuotere a turno diversi membri di questa famiglia, essere una spalla amica, una confidente. Prima di entrare nel vivo della tappa a me assegnata, permettetemi di ringraziare Marianna di A spasso coi libri e la mia Capa suprema Sonia, per aver insistito tanto per farmi leggere questo libro, perché indovinate un po’? Ero parecchio reticente ad accettare questa consegna, e come al solito la mia immotivata ritrosia è stata premiata con un romanzo che mi rimarrà tatuato nel cuore per tantissimo tempo. Vi lascio trama e copertina del romanzo e poi vi porto con me a conoscere Giacomo e Fernando Fontamara.

Trama In un’Italia attraversata dai primi fermenti fascisti, la lotta di una madre e dei suoi figli per l’affermazione e l’indipendenza. Un intreccio di destini, tradimenti e passioni. Cuba, anni Trenta. Dopo la morte dell’amato marito Fernando Fontamara, Eva Morris è costretta a scappare a Roma dalla famiglia del cognato, con i suoi quattro figli. La convivenza con i parenti italiani si dimostra da subito molto difficile: Giacomo Fontamara, il cognato, è un arrogante fascista, che ha sposato la moglie Ottavia solo per mettere le mani sul biscottificio di proprietà della famiglia di lei, la Forneria Principi. Per colpa della sua gestione disastrosa, l’azienda naviga in cattive acque, così come il rapporto con la moglie e con i suoi tre figli, tra cui la piccola Viola, nata da una relazione clandestina, che Ottavia ha voluto accogliere in casa nella speranza di ricucire il rapporto col marito. L’arrivo dei cugini da Cuba sconvolge la quotidianità e intreccia irrimediabilmente i destini dei due rami della famiglia, fra una dolorosa scoperta sulla morte di Fernando e la gestione delle lotte operaie alla Forneria. Ma il ricongiungimento porterà con sé anche il rinsaldarsi di legami perduti e la nascita di nuove complicità, soprattutto grazie alle donne della famiglia. Sullo sfondo di un’Italia sempre più prigioniera del fascismo dilagante, toccherà proprio a loro, infatti, prendere in mano il timone e guidare i Fontamara oltre la tempesta.

“Fernando era sempre stato il migliore dei Fontamara, generoso, protettivo, forte. Lui era stato il fratello perfetto, il suo migliore amico, il solo che lo avesse capito e protetto…”

Fernando Fontamara muore nelle primissime pagine del romanzo; ho temuto che questo potesse, in qualche modo, rendere più difficile stilarne un profilo per presentarvi il personaggio, e invece sono riuscita a raccogliere tantissimo materiale su di lui attraverso i ricordi e le parole della sua famiglia. Anche negli occhi della figlia piccola Clio, che il padre non è riuscita a conoscerlo, ho percepito la grandezza di questo uomo. Clio ha lo sguardo limpido, sincero, buono. Tutte qualità appartenenti al suo papà.

Primogenito di una delle famiglie più influenti di Cuba, Fernando prende in mano le redini della Central Santa Sophia, lo zuccherificio di famiglia che produce ed esporta anche all’estero. Il miglior zucchero bruno della regione.

Uomo probo e buono, passionale e sognatore, Fernando non ha mai trattato i suoi sottoposti come se fossero inferiori, è sempre stato un capo giusto, umile e con grandi progetti per estendere la produzione. Le condizioni dei lavoratori dello zuccherificio e della piantagione annessa sono sempre state migliori di altri posti di lavoro e, sebbene Fernando fosse un capo severo, rispettava i suoi dipendenti, consapevole che senza di loro non ci sarebbe stato alcun profitto.

“Fernando era un uomo di grandi principi, era molto amato dai suoi collaboratori.”

Miglior amico di Miguel Ferrer, membro di un’altra famiglia facoltosa cubana, e concorrente nella produzione di zucchero, Fernando commette un solo errore, che errore in fondo non è: si innamora follemente della promessa sposa del suo amico, Eva Morris.

Eva ricambia questo folle sentimento, e anche se all’apparenza i Ferrer sembrano incassare bene il torto subito, il matrimonio felice tra Eva e Fernando sarà sempre motivo di discordia tra le due famiglie, anche dopo la dipartita di quest’ultimo.

Dall’unione felice tra Fernando ed Eva nascono quattro meravigliosi figli: Gabriel, che dal padre eredita l’amore per la poesia, Diana dal temperamento passionale, Myriam, legatissima alla sorella Diana, con un’indole timida e riservata, e il piccolo uragano Clio, che non sentirà mai la voce del suo papà, ma conserverà intatto l’ottimismo, il buonumore e la bontà del suo defunto genitore.

Dopo la morte di Fernando, per Eva non ci saranno altri uomini, vivrà solo per i suoi figli, conservando vivo in loro il ricordo dell’amato consorte. Ma l’odio dei Ferrer e l’ossessione di Miguel, che non ha mai smesso di amarla, nei suoi confronti saranno la causa del suo allontanamento da Cuba per trasferirsi a Roma, ospite insieme ai figli e alla sorella minore di Fernando, Lia, del ramo italiano della famiglia Fontamara. Sarà il cognato Giacomo, secondogenito e fratello minore di Giacomo, ad accoglierli offrendo loro una nuova vita. Ma a quale prezzo? A Roma gli afflati del regime fascista cominciano a sentirsi. Per la vedova di Fernando, abituata alla libertà e ai colori della sua amata terra, sottostare alle regole e alle limitazioni imposte dal regime diventa una prigione, seppur dorata, ma sempre una prigione, che ingabbia e soffoca le aspirazioni e i sogni dei suoi figli.

“A Cuba avevamo tante cose, prima fra tutte la libertà.”

Con Giacomo non sono entrata in sintonia fin dalla sua prima apparizione. Trasferitosi a Roma dopo che il padre ha affidato la gestione dello zuccherificio al fratello Fernando, Giacomo ha sempre vissuto male questa scelta. Pensava di essere più in gamba del fratello, più capace a guidare l’azienda. A Roma sposa per puro interesse Ottavia, solo per gestire la sua attività di famiglia, un panificio rinomato della capitale che produce ottimi biscotti: la Forneria Principi. Ma non ha naso per gli affari e, più interessato a sperperare denaro in gioco d’azzardo e prostitute, ha reso la vita della moglie e dei suoi figli un vero inferno, al punto che, per amore, Ottavia ha accettato di riconoscere come sua la figlia che il marito ha concepito con una serva. E anche come imprenditore non è all’altezza, la Forneria naviga in cattive acque tra il malcontento dei suoi operai, costretti a lavorare con un salario minimo e in condizioni di non sicurezza, con macchinari obsoleti che Giacomo rifiuta di far riparare.

Anche con la famiglia è un genitore assente, i suoi figli lo conoscono a malapena, sempre fuori casa, perennemente ubriaco e incattivito con la vita. Ma le sue malefatte passano in sordina o vengono coperte da amicizie influenti nella cerchia del regime.

Giacomo è un uomo istintivo e autodistruttivo, rancoroso verso il mondo intero, con la sindrome da eterno secondo, privo di scrupoli e di etica.

“Giacomo vive di soli istinti, è fortemente autodistruttivo. Lui non ama nessuno. Nemmeno se stesso.”

Una menzione speciale anche per gli altri due fratelli minori: Lia, che ha abbandonato Cuba insieme alla cognata lasciandosi alle spalle un amore impossibile e trova rifugio nelle caffèomanzia e nel calore della sua famiglia, e infine Tommaso, il fratello minore dei Fontamara e mio personale personaggio preferito di tutto il romanzo. Vive a Roma da quando il padre lo ha cacciato di casa e diseredato. Sarà la spalla di Eva e delle sue figlie, un personaggio talmente bello che mi ha provocato in più occasioni copiose lacrime. Fatevi un favore, leggete questo libro e seguite anche le altre tappe di questo blog tour legato all’ultimo meraviglioso libro di Valentina Cebeni

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