Una mamma lo sa di Elena Santarelli
La lotta contro il cancro di Giacomo, dalla diagnosi alla remissione. Il coraggio e la dignità di una donna. La forza immensa dell’amore materno.
Questa è la storia di una ragazza che nella vita aveva tutto ciò che si può desiderare: la favola e l’amore di suo marito, due figli meravigliosi, la popolarità, un lavoro gratificante nato per caso.
Ma nella vita, un po’ come a scuola, a volte arriva “l’interrogazione a sorpresa”. E arriva proprio quando meno te l’aspetti.
Il colpo che affonda il cuore e l’anima di questa mamma è una diagnosi terribile che riguarda il suo bambino di otto anni.
All’improvviso, Elena Santarelli si trasforma semplicemente in “Mamma Elena”. E deve imparare un nuovo modo per affacciarsi alla vita. Deve inventarsi come insegnare a Giacomo il significato di parole che nessun bambino dovrebbe ascoltare: “tumore” e “chemioterapia”. Deve raccogliere i suoi capelli dal cuscino perché al mattino non li ritrovi, e trattenere fiumi di lacrime. Deve accompagnarlo in un inferno nel quale, però, si possono incontrare medici vestiti da orsacchiotti, piccole principesse bionde e magiche dottoresse dai capelli blu. Ma anche nelle difficoltà più impreviste e dolorose una mamma lo sa, come prendersi cura di suo figlio.
Questa è una storia di dolore, di fatica, di rabbia, ma anche di amicizia, di coraggio e solidarietà. Elena Santarelli ha deciso di raccontarla perché il tumore (che fa paura, scoraggia, alimenta false illusioni) conosce anche la sconfitta. Il tumore può perdere. Il tumore se ne può andare. E attraverso i suoi pensieri, svela come una situazione inizialmente devastante può essere affrontata con determinazione e gentilezza. Si può vincere!
Una mamma lo sa di Elena Santarelli, pubblicato il 22 ottobre da Piemme.
Come si può parlare di un libro che racconta una vicenda così dolorosa e personale senza cadere nella retorica? Come si può scrivere una recensione di qualcosa di così difficile? Di certo non posso dirvi com’è lo stile dell’autrice o se la narrazione sia scorrevole o meno, ma posso dirvi che la storia di Elena non vi lascerà indifferenti.
Non conosco la Santarelli personalmente, non sono di Roma, non sono del giro di soubrette e calciatori, tutto ciò che conosco di Elena e Corradi l’ho letto nei giornali di gossip che mia mamma teneva in negozio quando era parrucchiera. Ricordo quando si sono messi insieme, ricordo il loro essere schivi e poco mondani e questo loro lato mi è sempre piaciuto. Per carità non sono tra quelle che giudicano chi ama mettersi in mostra, non mi compete, non sono invidiosa di chi può permettersi di farlo, ma la Santarelli con quel suo modo di fare ironico e distaccato allo stesso tempo mi ha sempre fatto simpatia. Così quando si è saputo della malattia del figlio ne sono rimasta davvero dispiaciuta, nessun bambino dovrebbe soffrire di un male simile e nessun genitore merita di vedere il proprio figlio malato. Non sono madre, ma questa malattia l’ho vissuta da vicino quando ero una bambina e ne ho sentito parlare tanto in casa mia perché il fratello di mia madre è morto l’anno in cui io e mio cugino venivamo al mondo, proprio a causa di un tumore al cervello inoperabile, era il lontano 1985 e da allora se n’è fatta di strada.
Quando ero bimba invece ho visto morire di un tumore al cervello il figlio di amici di famiglia. Ricordo ancora l’ultimo dell’anno che abbiamo trascorso insieme, le sue corse nella neve che era scesa copiosa e poi il nulla, la scoperta del male incurabile, il vaglio di tutte le terapie possibili e infine la tragica notizia che ha sconvolto tutta la cittadina in cui viveva. Era la prima volta che nella mia vita entrava in modo consapevole la parola tumore, prima era solo una parola come un’altra, nulla che potessi comprendere veramente. Da allora, per fortuna, quella brutta parola non mi ha più toccato così da vicino, ma leggere le parole di Elena ha fatto riaffiorare in me tante emozioni che erano dormienti da tempo.
Mamma Elena parte dall’interrogazione a sorpresa e va a pescare le tappe fondamentali della sua carriera e della sua storia d’amore da favola con Corradi. Un vero e proprio colpo di fulmine che li ha portati ad essere la coppia solida che conosciamo. Elena nonostante la fama e la notorietà resta coi piedi per terra, non si fa travolgere, lei ha un carattere forte e determinato. La malattia di Giacomo arriva come un fulmine a ciel sereno, è vero, ma Elena in cuor suo sentiva che qualcosa non era al posto giusto. È stato proprio il sesto senso da mamma che l’ha fatta andare a fondo nella faccenda dopo che era stata etichettata inizialmente come sinusite. Lo stesso sesto senso che aveva fatto dire quel giorno a sua madre «Elena io e papà veniamo a Roma a darti una mano coi bambini» perché le mamme lo sanno. Io senza la mia non so cosa farei, di qualsiasi cosa abbia bisogno, anche quando devo semplicemente sfogarmi è da lei che corro, l’unica che mi capisce al volo e mi dice terra terra quello che deve essere detto.
Elena quel giorno sentiva che nell’aria c’era qualcosa di strano e la sua operazione non era il problema. Quel giorno la vita della famiglia felice cambia ed Elena deve adattarsi a questa nuova vita, essere forte anche per Giacomo e fargli capire le cose che gli stanno capitando senza fargli perdere la speranza. Ogni notte Elena prega tutti i santi perché il male di suo figlio possa passare a lei come per magia, perché la paura di perderlo è troppo grande, perché ‘nessun genitore dovrebbe sopravvivere a un figlio’ e questo lo so bene visto che mia nonna lo diceva sempre, il suo dolore più grande è stato sopravvivere a ben due figli, un dolore che ti getta a terra e difficilmente ti dà la possibilità di rialzarti, ma mia nonna era d’acciaio e ci è riuscita, con l’aiuto di tante persone, ma ce l’ha fatta.
Elena inizia a frequentare un reparto in cui il dolore e la perdita sono all’ordine del giorno, un luogo che tutti noi cerchiamo di evitare perché vedere bambini che soffrono fa del male anche a chi non è coinvolto in prima persona. Elena in tutta questa disperazione è riuscita a trovare anche delle amicizie bellissime, delle persone stupende che sono dei veri e propri angeli sulla terra. Poi ovviamente c’è il rovescio della medaglia, quando Elena e Corradi hanno deciso di rendere pubblica la malattia del figlio, perché ormai troppi giornalisti avevano notato qualcosa di strano, alla fatica di vedere il proprio bambino dover affrontare tutto questo si è aggiunta la cattiveria di alcuni leoni da tastiera, gente che non si sa per quale motivo covi così tanta cattiveria. Non so come Elena abbia fatto a non crollare, in cuor suo sapeva di dover resistere perché la causa per cui sta mettendo il suo volto e la sua ‘esperienza’ è troppo importante per gettarla alle ortiche per colpa di persone che non meritano un attimo della sua attenzione.
Non so quanti di voi avranno il coraggio di leggere questo libro, io l’ho trovato vero, intenso e toccante e proprio per questo mi rendo conto che non sia un libro per tutti, ma se anche non vorrete leggerlo vi chiedo di acquistarlo perché TUTTI i proventi di questo libro verranno devoluti in beneficenza per il Progetto Heal. Elena in prima persona si sta impegnando per l’acquisto di un macchinario importante per la ricerca oncologica infantile e lo sta facendo non solo con il libro ma anche con serate di beneficenza. Sono certa che molte di voi si metteranno una mano sul cuore e aiuteranno la ricerca perché, che l’interrogazione a sorpresa tocchi a noi o a qualcun altro, è molto importante poter donare tutto l’aiuto possibile. Ovviamente non posso permettermi di valutare un libro con un contenuto così importante e intimo, ma posso assegnare cinque stelle alla mamma Elena e alla sua forza.