Una lettera da Monaco di Meg Lelvis
Una lettera da Monaco datata luglio 1946, nascosta tra gli effetti del padre morto, convince l’americano Jack Bailey a intraprendere un viaggio in Germania alla scoperta dell’identità della misteriosa Ariana Schroeder. Il viaggio si rivela un intenso cammino tra i ricordi di un soldato, ma soprattutto di un uomo che ha visto cose irripetibili, che lo hanno tormentato per il resto della vita e lo hanno reso un padre violento e alcolizzato. Ma anche un cammino nella memoria storica di una Nazione che ha dovuto fare i conti con una feroce dittatura e con tanta violenza sottaciuta. Un viaggio catartico che insegna a Jack un nuovo modo di vedere la vita e gli permette di comprendere e perdonare il padre, il popolo tedesco e anche sé stesso, tutte vittime innocenti della violenza di criminali, che fortunatamente non rappresentano un intero Paese o l’intera umanità.
Una lettera da Monaco di Meg Lelvis, romanzo storico pubblicato da Vintage editore.
Ho ricevuto questo libro in anteprima al Salone del libro, non sapevo quale novità la casa editrice avesse pensato per noi blogger e devo ammettere che non mi aspettavo potesse essere il primo volume della nuova collana Vintage War. Ho passato l’ultimo anno a evitare libri che parlassero della seconda guerra mondiale, troppa sofferenza, troppo orrore e dopo averne letti tanti sentivo la necessità di staccare. Essendo una collaborazione mi sono dovuta forzare a iniziarlo e si sa che quando la lettura cessa di essere un piacere, ma diventa un dovere possono sorgere dei problemi. Nonostante le premesse questo libro si è rivelato interessante, senza alcun dubbio tornerò a non leggere libri di questo tipo da oggi pomeriggio, ma in ogni caso Una lettera da Monaco non mi è spiaciuto affatto.
La narrazione è giocata su due piani temporali e il più avvincente è quello narrato da Renate, sorella di Ariana, la donna della misteriosa lettera datata 1946 che il protagonista, Jack Bailey, trova tra gli effetti personali del defunto padre e che lo spinge a fare un viaggio a Monaco per provare a capire cosa nasconda il passato.
Renate narra con dovizia di particolari com’è stata la sua vita dall’avvento del Nazismo alla fine della seconda guerra mondiale e porta il lettore e capire che non tutti i tedeschi erano dalla parte di Hitler e che sono stati molti a provare a opporsi e fare la cosa giusta nel limite delle loro possibilità. In mezzo a tutto ciò che conosciamo, c’è spazio anche per la storia d’amore tra il padre di Jack e Ariana, sorella di Renate, viva ancora oggi, ma affetta da demenza senile.
Grazie a un diario tenuto da suo padre Jack vedrà attraverso i suoi occhi tutto l’orrore che si è trovato davanti e che ha finito per non riuscire più a dimenticare se non grazie all’alcol che anestetizzava i suoi ricordi e metteva a tacere la sua coscienza.
Chi ha vissuto la guerra non ne parla facilmente, mio nonno paterno ha passato sette anni in guerra, sette anni in cui nessuno aveva sue notizie e si credeva fosse morto, sette anni di ferite impossibili da rimarginare, sette anni che pesano come macigni perché quell’orrore non lascia mai la mente di chi lo ha vissuto in prima persona. C’è chi sa reagire e chi ne rimane schiacciato e il padre di Jack non è stato in grado di riemergerne sano per questo ha fatto mancare l’affetto ai figli, per questo si chiudeva in se stesso e si rifugiava nell’alcol, per questo sembrava cattivo agli occhi di Jack.
Jack non è un protagonista facile, non mi sono sentita affine a lui, non mi è piaciuto il modo con cui si approccia agli altri e non so come faccia a sopportarlo e aiutarlo il suo amico. Il suo carattere potrebbe essere imputabile ai problemi del padre, alle sue mancanze, certo ci sono alcune attenuanti, ma questo non mi impedisce di esprimere un parere negativo sulla sua caratterizzazione. Gli episodi che si svolgono nel presente, 2012, in alcuni casi sono abbastanza superflui, la scoperta della città, i cibi ecc sembrano più un riempitivo che altro, perché la storia entra nel vivo quando i due uomini interagiscono con Renate che è il cuore pulsante del romanzo.
Fin dall’inizio ho avuto il dubbio che mi mancasse un tassello e allora sono andata alla ricerca di informazioni su questo romanzo che ho scoperto essere il terzo di una trilogia dedicata a Jack Bailey. Sicuramente chi li ha letti tutti ha compreso appieno il suo personaggio e ha potuto apprezzarne l’evoluzione.
Insomma smeraldi se siete tra coloro che amano i libri che parlano della seconda guerra mondiale Una lettera da Monaco di Meg Lelvis fa al caso vostro.