Una donna quasi perfetta di Madeleine St John
Londra. Attraverso le grandi finestre si scorgono sontuosi salotti, tovaglie ricamate e, immancabile, un servizio da tè in fine porcellana. Intorno a quei tavolini elegantemente apparecchiati, con una tazza in mano, le donne si confidano le une con le altre, si danno manforte, si studiano tra mezzi sorrisi e cenni d’intesa. È così anche per Flora, Gillian e Lydia, tutte e tre convinte di avere una vita quasi perfetta. La prima ha un marito che ama e tre splendidi bambini. Gillian ha una relazione con un uomo sposato che spera possa trasformarsi in qualcosa di più. Infine Lydia è sicura di poter vincere la medaglia di “amica dell’anno”. Quando le loro strade si incrociano, però, capiscono che non sempre le cose vanno come si desidera: è il momento di scegliere che persone vogliono essere, che tipo di donne vogliono diventare. Al di là di quello che la società richiede loro. Al di là di quello che si aspettano gli uomini che hanno accanto. Perché, per quanto sia più semplice avere qualcuno vicino che ci consigli che cosa dire e che cosa fare, e prendere decisioni non convenzionali possa fare paura, Flora, Gillian e Lydia stanno per scoprire che è la sola strada verso la libertà.
Le signore in nero di Madeleine St John è stato la sorpresa editoriale del 2019. Per mesi in vetta alle classifiche grazie a un passaparola inarrestabile, ha convinto la stampa più autorevole. Un’autrice di cui la letteratura aveva bisogno e che ora approda in libreria con un altro gioiello. Una storia in cui tre donne hanno il coraggio di anteporre ciò che desiderano dalla vita a ciò che il mondo si aspetta da loro. Una scelta che, per una donna, non è mai scontata, in qualunque epoca e a qualunque età.
Una donna quasi perfetta di Madeleine St John, romanzo di narrativa pubblicato ieri, 25 giugno, da Garzanti.
Le copertine di Garzanti sono sempre tra le mie preferite, ma con i libri dedicati a Madeleine St John e Amy Witting credo si siano superati, quando entri in libreria le noti subito per il loro colori e la grafica che rimanda al passato. Pensate che il primo romanzo dell’autrice, Le signore in nero, è stato pubblicato quando lei aveva cinquantadue anni, sembra incredibile che abbia aspettato così tanto per farsi conoscere al mondo della letteratura. Madeleine St John è stata l’unica donna australiana a essere candidata al Man Booker Prize, la sua vita è stata costellata di dolori e questo emerge dalla sua penna. La sua scrittura è solida e delicata al tempo stesso, nella sua prosa emergono malinconia, sofferenza e una importante dose di introspezione. In Una donna quasi perfetta attacca senza mai affondare il colpo, come se non volesse giudicare troppo duramente i colpevoli. Ovviamente io da lettrice mi sono schierata apertamente e ho giudicato duramente chi commetteva adulterio, è più forte di me, di fronte al tradimento non riesco a restare imparziale, non riesco a vedere i fatti scatenanti che hanno condotto a quel gesto, io condanno senza possibilità di appello. E forse questo era l’intento dell’autrice o forse no perché lei pone dei quesiti, mostra le attenuanti, ma mette anche in piazza tutta la debolezza di un uomo che pare non essere in grado di resistere a una donna più giovane della moglie, senza figli e con meno pensieri gravosi ad appesantire la sua vita. Una donna che non si fa problemi a diventare l’amante. Una donna che come condizione iniziale parla di relazione puramente fisica, ma che poco dopo chiede di più, vuole conferme, pretende più tempo. Una donna che non può accontentarsi delle briciole che lui riesce a destinarle, senza rendersi conto che quelle che per lei sono briciole farebbero la felicità della moglie e dei figli relegati a comparse nella vita dell’uomo. Perché l’eccitazione pare guidare la sua mente. Perché sembra che le serate passate coi figli siano di poco conto in confronto all’amplesso consumato con l’amante. Ma di un uomo così, che siamo mogli o amanti, cosa dovremmo farcene? Un uomo così, che è convinto di amare entrambe e giustifica i suoi gesti come se fosse normale pensare unicamente a se stesso, senza mettere in conto il male che potrebbe arrecare alla sua famiglia, che uomo è? E mentre lui prosegue imperterrito lungo questa strada la moglie pensa ai figli, pensa al loro bene e vive ignara una vita coniugale costellata di menzogne. Una vita che lei non merita affatto perché non ha colpe se lui attraversa la cosiddetta crisi di mezza età, non ha colpe se lui antepone la propria felicità a tutto il resto, non ha colpe se appena volta lo sguardo il marito lo posa in quello di un’altra donna. La moglie è Una donna quasi perfetta e quel quasi per me sta tutto nell’uomo con cui ha scelto di condividere la vita. Senza di lui sarebbe perfetta, su questo non ho alcun dubbio.
È vero che la St John non mette le donne su un piedistallo, lei ci mostra tutte le facce della medaglia, perché le donne non sono migliori degli uomini, anche loro tradiscono, anche loro commettono errori, ma la differenza sta nel modo in cui le donne affrontano le loro colpe.
Una donna quasi perfetta ti cattura e non ti lascia andare. Io l’ho letto tutto d’un fiato perché dovevo sapere dove il marito sarebbe andato a parare, volevo scoprire se la moglie se ne sarebbe accorta e se l’amante si sarebbe ravveduta. La scrittura di Madeleine St John scorre via veloce, leggera e pungente. Una lettura che non dovete lasciarvi sfuggire se l’argomento pruriginoso non vi arreca troppo disturbo.