Un grammo di rabbia di Angeline Boulley
Daunis Fontaine, diciotto anni, non si è mai sentita davvero a suo agio nella cittadina del Michigan al confine con il Canada dove da sempre vive, e neppure nella vicina riserva indiana Ojibwe, dove affondano metà delle sue radici. In partenza per l’università, spera in un nuovo inizio, ma dopo la morte improvvisa dello zio e l’ictus che ha colpito la nonna, sceglie di restare vicino alla madre rinunciando per il momento a spiccare il volo. Un raggio di sole in quella situazione di stallo sembra essere Jamie, nuovo arrivo in città e nella squadra di hockey locale capitanata dal suo fratellastro Levi.
Ben presto Daunis comincia a sospettare che l’affascinante Jamie nasconda qualcosa dietro l’inquietante cicatrice che segna il suo volto altrimenti perfetto, ma tutto precipita quando assiste a un omicidio che la mette faccia a faccia con un’indagine dell’FBI su una nuova droga letale che si sta diffondendo tra i giovani. Suo malgrado, Daunis accetta di collaborare sotto copertura, ma la ricerca della verità è più complicata di quanto avesse mai immaginato e la costringe a fronteggiare devastanti segreti e vecchi dolori. A mano a mano si ritrova sempre più coinvolta in un’indagine il cui obiettivo non sembra essere quello di proteggere le vittime ma esclusivamente di punire i criminali. Sotterfugi e morti sembrano susseguirsi inarrestabili e Daunis per restare salda dovrà comprendere che cosa significa essere una donna Ojibwe e quanto è disposta a sacrificare per la propria comunità, anche a costo di mandare in frantumi il mondo che conosce e che ama.
Un grammo di rabbia di Angeline Boulley, young adult mistery in uscita oggi, 4 maggio, con Rizzoli.
Quando mi è stata proposta questa lettura sono rimasta stupita che la scelta ricadesse su di me, amo gli young adult e questo è risaputo, ma non sono solita leggere di omicidi e misteri, giusto qualche giallo ha animato la mia ‘vita da blogger’. Dopo poche pagine ho capito che faceva al caso mio, che chi aveva pensato a me lo aveva fatto con criterio e mi sono lasciata trasportare dalla lettura. Un grammo di rabbia conta oltre 500 pagine, non certo una passeggiata, ma non lasciatevi spaventare dalla mole perché la scrittura della Boulley è fluida e quando si entrerà nel vivo delle indagini sarete ancora più coinvolte, anche se, vi avviso, l’azione si concentrerà tutta nelle ultime 100/150 pagine. Viene dato uno spazio importante alla storia d’amore, una buona fetta della narrazione vedrà interagire i due protagonisti, potrebbe piacere anche a chi ama il genere thriller, ma non è il target principale a cui il romanzo si rivolge.
Daunis è una ragazza di diciotto anni per metà Ojibwe (tribù di nativi americani). A lei è affidata l’intera narrazione, lei che vorrebbe solo potersene andare lontana dal luogo in cui ha vissuto tutta la sua vita e in cui non si è mai sentita davvero a casa. Essere solo per metà Ojibwe non è semplice, sei in quella comunità, ma non ne fai davvero parte, ti senti sempre tagliata fuori da qualcosa di importante. Mi piace conoscere attraverso la lettura culture così lontane dalla nostra e il punto di vista di Daunis è di grande aiuto per comprenderla dall’interno.
Noi siamo discendenti–più che membri registrati–della Tribù Ojibwe di Sugar Island. Mio padre non è inserito nel mio certificato di nascita e Lily non soddisfa il requisito di percentuale minima di sangue richiesto per l’iscrizione. Noi comunque continuiamo a considerare nostra la Tribù, anche se abbiamo i volti premuti contro il vetro, mentre dall’esterno guardiamo dentro.
I piani di fuga di Daunis però devono essere rimandati, c’è più che mai bisogno della sua presenza ora che lo zio è morto e la nonna ha avuto un ictus, non può permettersi di migrare in un altro stato e lasciare sua madre e sua zia da sole ad affrontare tutto questo. La vita di Daunis è stata piuttosto particolare, ha un fratellastro della stessa età, Levi, con cui ha un bellissimo rapporto e tanti amici con cui condivide la passione per l’Hockey. Il giorno in cui il fratello le presenta il nuovo arrivato, Jamie, e le chiede di fargli da guida accetta anche se non è convinta possa essere una buona idea. Una delle sue regole è sempre stata ‘non mischiare il Mondo dell’Hockey e il Mondo Normale’, ma il Nuovo Arrivato, ha reso il confine praticamente inesistente. Daunis inizia a nutrire dubbi su Jamie, alcune sue domande, alcune reazioni, la fanno dubitare e la conferma arriva la notte in cui assiste all’omicidio della sua migliore amica per mano dell’ex ragazzo che a sua volta si toglie la vita. Da quel momento la vita di Daunis non sarà più la stessa, verrà a conoscenza del segreto di Jamie e dovrà decidere se prendere il posto di suo zio nelle indagini dell’FBI su un traffico di droga sintetica che sta interessando sempre più giovani.
«La persona che produce la metanfetamina ha fatto degli esperimenti con i lotti, aggiungendo sostanze diverse, in genere funghi allucinogeni. Pensiamo ci sia un nesso culturale. È fortemente probabile che quella persona sia Ojibwe e conosca le piante della zona.»
E qui mi fermo perché rischierei di raccontarvi troppo e non è mia intenzione farlo.
Un grammo di rabbia è un romanzo adatto dai sedici anni in su, non lo consiglierei prima di quell’età, abbiamo la parte poliziesca, con tutta l’indagine correlata, c’è il retaggio culturale che ha un ruolo molto importante, c’è la storia d’amore che farà emozionare le più romantiche, inoltre affronta tematiche come il razzismo, la violenza sulle donne, la dipendenza e la mancanza di identità. Insomma smeraldi spero di essere riuscita a incuriosirvi.