Un erede sconveniente di K. J. Charles

Nella Londra vittoriana, un investigatore privato trova la passione, il pericolo e l’amore di una vita mentre dà la caccia a un aristocratico perduto.

Sulle tracce del figlio segreto di un conte, l’investigatore Mark Braglewicz rintraccia la sua preda a teatro, mentre si esibisce come trapezista con la sorella gemella. Aggraziato, bellissimo, sfuggente e forte, Pen Starling è diverso da chiunque altro Mark abbia mai conosciuto in vita sua… ed è anche tutto ciò che ha sempre desiderato. Ma l’acrobata dalla lunga chioma ha un titolo nobiliare e una fortuna da rivendicare.

Pen non vuole vivere come un uomo, e men che mai come un nobiluomo. Il pensiero di essere ricco, titolato e sempre sotto i riflettori lo terrorizza. Gli piace la vita che sta vivendo adesso: i suoi giorni sul trapezio, le sue notti insieme a Mark. E non ha intenzione di farsi convincere ad accettare un titolo che potrebbe distruggergli l’anima.

Ma c’è un assassino che batte le nebbiose strade di Londra e la vita di Pen non è l’unica a rischio. Mark decide di costringere il riluttante erede a passare dal varietà al maniero di famiglia, per salvargli la pelle. Tradito dall’unico uomo di cui pensava di potersi fidare, Pen non vuole mai più rivedere il suo amante. Tuttavia, quando l’assassino va a cercarlo, Pen deve trovare un modo per perdonarlo… o potrebbe non vivere abbastanza a lungo da sentire le scuse di Mark.

Un erede sconveniente di K.J. Charles terzo ed ultimo romanzo storico a tematica male to male della Serie “Sins of the Cities”, pubblicato il 5 ottobre 2020 dalla Triskell Edizioni

Anche questa serie è arrivata alla fine ed io, come spesso accade, mi sento un po’ abbandonata nel dover lasciar andare questo gruppo di amici che lungo il cammino ha incontrato l’amore e ha dovuto lottare contro un nemico sconosciuto e infido che tramava nell’ombra. O meglio, nella nebbia fitta di una Londra vittoriana in cui la moralità e l’onore della famiglia sono il punto cardine cui ruota tutto intorno. Eh già, è proprio la famiglia il nocciolo di tutta la questione.  Se avete letto i libri precedenti, sicuramente saprete che, per sistemare una serie di problemi, bisogna ritrovare a tutti i costi gli eredi legittimi del Conte di Moreton, colui che ha dato inizio a tutta la vicenda scatenando inseguimenti, efferati omicidi e quant’altro. Data la difficoltà dell’incarico viene coinvolto nell’intreccio l’intraprendete investigatore privato Mark Braglewicz che, con le sue doti da segugio, non impiega molto a rintracciare il futuro erede e la sorella gemella. Peccato che al primo incontro rimanga totalmente affascinato da Pen, il futuro conte, da tergiversare inutilmente e provocare altri danni collaterali. Trapezista di grande talento, dotato di una personalità spumeggiante e vivace ma, allo stesso tempo, anche molto vulnerabile, il rampollo appena ritrovato, dalla vita non cerca niente altro di qualcuno che lo accetti per quello che è, e anche per quello che non è. Ebbene sì, per l’ultimo atto di questa bellissima trilogia, l’autrice ha voluto portare l’attenzione sull’identità di genere trattando l’argomento con molta sensibilità. Pen, infatti, pur avendo un fisico e un volto molto virili, ama intrecciarsi i capelli, indossare indumenti androgini e variopinti e, soprattutto, dipingersi le labbra e gli occhi. L’unico posto in cui nessuno può biasimarlo per queste sue necessità è il teatro, stare lontano dal trapezio e pensare di vivere la vita in un qualsiasi altro modo diverso da quello, lo distruggerebbe.

            “…era tutto ciò che Pen desiderava dalla propria vita: che le persone gli permettessero di essere se stesso, Pen Sterling, niente di più, di meno o di diverso. Non voleva essere trattato in modo particolare, ma avere ciò che avevano anche gli altri, ovvero poter camminare per strada senza doversi travestire da qualcuno che non era.”

E sono proprio queste esigenze, questi sogni di normalità che Pen confessa a Mark durante il loro primo incontro. Quell’uomo con un braccio solo, così diverso da quello che il resto del mondo considera normale, sembra capire tutti i suoi desideri, sembra accettarlo con tutto quello che è, senza remore e senza porre domande che Pen, talvolta, non è in grado di dare nemmeno a se stesso. Ed è davvero così, Mark vede in lui l’epitome della bellezza, di lui accetta tutto semplicemente perché il suo cuore batte solo per vedere felice quell’anima pura e dolce. Ma l’assassino che si nasconde nell’ombra sembra essere sempre più vicino alla sua preda e, suo malgrado, Mark, per non mettere in pericolo la vita di Pen si vede costretto a tradirlo. Il resto è semplicemente un susseguirsi di eventi che vi divertirete a leggere da voi.

Ma, come dicevo all’inizio, questo libro chiude la trilogia con un gran bel botto. Certo, il mio preferito rimane quel furfante di Lazarus e il suo amore per Nat, ma vi assicuro che anche questa coppia si è ritagliata un bel posticino tra le mie letture preferite di quest’anno. La delicatezza, la dolcezza e l’amore che traspare dalle azioni e dalle parole di Pen e Mark non lasciano indifferente il lettore. Ci sono stati dei momenti in cui avrei voluto poterli abbracciare entrambi e dire loro che non c’era nulla di sbagliato in quello che erano e in quello che desideravano. Momenti in cui mi sono chiesta come avrebbero potuto avere anche loro una sorta di lieto fine eppure, probabilmente il loro happy end è stato anche più bello delle coppie precedenti perché sono stati disposti a tutto pur di stare insieme. Vi dirò, inoltre, che a me è piaciuta anche la parte mistery. Sarà che ultimamente ho la mente paragonabile a quella di una pulce ballerina, ma io avevo puntato su tutt’altro assassino. Quindi sì, il mio consiglio è di leggere assolutamente tutta la trilogia e farvi coinvolgere da questi personaggi, lontani nel tempo ma fin troppo reali con i loro sogni e le loro aspettative.

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