Un assassino alla mia porta di Samantha King
Autore: Samantha King
Titolo: Un assassino alla mia porta
Trama:
Cosa faresti se dovessi salvare soltanto uno tra i tuoi figli?
Madeleine aveva una vita perfetta. Perdutamente innamorata di suo marito, con una bella casa e nessuna preoccupazione, aveva un’unica ragione di vita: Aidan e Annabelle, i suoi gemelli. La mattina del decimo compleanno dei bambini, però, tutto è cambiato. Un uomo armato con il viso coperto ha bussato alla sua porta e ha costretto Madeleine a compiere una scelta impossibile. Decidere quale dei suoi figli salvare, e vedere uccidere l’altro. Da allora Madeleine non ha più pronunciato una parola e ripercorre ossessivamente tutti gli eventi del giorno che ha condannato per sempre la sua famiglia. I ricordi le vorticano nella mente in flash confusi e difficili da interpretare, gli incubi la ossessionano giorno e notte, ma lei è determinata a rivivere all’infinito il suo tormento, pur di capire che cosa è davvero successo. Anche se significasse scoprire che l’incubo non è finito. Che la sua famiglia è ancora in grave pericolo.
Un esordio straordinario
Bestseller in Inghilterra
Recensione di Loreads – Un assassino alla mia porta di Samantha King, thriller psicologico, pubblicato da Newton Compton
Vista da fuori, Madeleine ha tutto ciò che si può desiderare: un solido matrimonio, una famiglia perfetta e due splendidi gemelli, Annabel ed Aidan. La sua vita scorre lungo i binari di un percorso senza ostacoli. Il marito Dominic lavora tutto il giorno come consulente finanziario, garantendole un tenore di vita agiato e senza preoccupazioni, mentre lei ha rinunciato a completare gli studi universitari per dedicarsi a tempo pieno alla gestione della casa e alla crescita dei suoi figli, così simili fisicamente, due angeli dai riccioli ramati, ma diversi e agli antipodi caratterialmente. Annabel è spigliata, indipendente, più matura della sua età, sembra quasi che non abbia bisogno di nessuno, mentre Aidan è ancora il cocco di mamma, sempre attaccato alla sua gonna, più timido e riservato e totalmente succube della sorella con la quale ha un rapporto di forte empatia, tipico dei gemelli.
Questa bolla di perfezione esplode il giorno del decimo compleanno dei figli, quando Maddie sta finendo di decorare la loro torta di compleanno e suonano alla porta. Ha sempre raccomandato ai figli di non aprire agli sconosciuti ma loro, contravvenendo alle regole, si precipitano di corsa, convinti che dietro la porta ci sia il loro adorato zio Max. Si ritrovano davanti, invece, un perfetto sconosciuto con il volto celato da un passamontagna e addosso una tuta mimetica. Tiene in mano una pistola e trascina tutti in giardino sotto la minaccia dell’arma. Maddie viene messa davanti ad una scelta impossibile e mostruosa: decidere quale gemello salvare, perché l’altro morirà. Devastata dal terrore, Maddie non ha dubbi e spinge Annabel nelle mani dell’assassino che la uccide a sangue freddo, con un colpo di pistola alla tempia.
“Dei miei figli, uno mi stava sempre attaccato, voleva tenermi il più possibile per mano, mentre l’altra mi evitava in continuazione, desiderosa di volare alto, librarsi verso la libertà. È per questo che hai scelto lui? Perché aveva bisogno di te- ti amava- più dell’altra? Tutti e due i miei figli hanno bisogno di me! E io li amo indistintamente.”
Ma allora perché ha sacrificato Annabel? Forse la vedeva troppo indipendente, vivace, impavida nell’affrontare la vita. Scegliendo di fare morire lei, ha imprigionato per sempre la figlia dentro il corpo di una bambina, impedendole di crescere e spiccare il volo lontano da lei. Maddie si consola così, nei lunghi mesi che seguono dopo la tragedia, sembra quasi che voglia giustificare il suo orribile gesto, come se non avesse avuto altra alternativa. Il pensiero di barattare la sua vita con quella di Annabel non l’ha mai sfiorata. E tutto questo è a dir poco mostruoso, nessun genitore dovrebbe sopravvivere ai propri figli. È una assassina, anche se materialmente non ha premuto lei il grilletto.
Per questo non esce più di casa, sfugge agli inevitabili sguardi di disapprovazione, si è totalmente chiusa nel suo dolore, teme di essere giudicata dagli altri. Dom e Aidan non le parlano nemmeno, per loro è una figura sfocata, inesistente. Non riesce a dare fiato alle sue emozioni, perché da quel giorno maledetto ha perso l’uso della parola. Mutismo selettivo, lo hanno chiamato i medici. Ma lei conosce perfettamente il significato perché all’università ha studiato psicologia. Il trauma le ha provocato un disordine ansioso che le ha tolto la voce, cancellandole anche la memoria. Non riesce infatti a ricostruire gli eventi di quel giorno. Non sa se ha spinto Annabel tra le mani dell’assassino, non ricorda se la figlia ha capito che stava andando incontro alla morte. Si tormenta sforzandosi di ricordare, ma è tutto confuso, sfocato, come se galleggiasse su una nuvola. La sua mente la riporta indietro nel tempo, restituendole spezzoni del suo passato, fotogrammi della sua vita, di quando era una brillante studentessa di psicologia, innamorata del suo professore con il quale intratteneva una relazione clandestina. Indietro a quando ha incontrato per la prima volta Dominic in una biblioteca. Alla sua corte serrata e insistente, ai suoi modi urgenti di farla sua, alla determinazione e alla fretta con cui si sono sposati, quando ha scoperto di essere incinta. Sono ricordi felici intervallati da flashback più oscuri. Ad un certo punto la facciata di famiglia felice ha cominciato a cedere alle crepe e a sgretolarsi. Sono i vaghi ricordi di un marito troppo violento, di una presenza prevaricatrice, di un uomo che ha cominciato a decidere da solo tutto, ignorando la sua opinione. A cominciare dalla scuola frequentata dai gemelli che erano felici ed integrati in un istituto pubblico, ma che Dominic ha sradicato per inserirli in una scuola privata e costosa.
“Dom, però, si era sbagliato sulla scuola: i gemelli erano molto più felici in quella statale, con gli amici di sempre, bambini che non si aspettavano iPhone e lezioni private di sci tra i regali di compleanno. Ma in quella particolare discussione avevo perso, come in tante altre nell’ultimo anno, soprattutto se si trattava dei gemelli.”
Maddie porta sul corpo i segni delle volte in cui ha provato a dire la sua, quando Dom è diventato violento, ma dopo la morte di Annabel è cambiato, si è ripiegato su se stesso, ha perso la sua principessina. È un dolore troppo grande, ma non può lasciarsi sopraffare perché deve occuparsi di Aidan. Il figlio non ha avuto modo di metabolizzare la tragedia, si è allontanato dalla madre, non le perdona la scelta, la ignora come se fosse invisibile. Annabel era il suo faro, il punto di riferimento, e Maddie si sente come se avesse perso entrambi i suoi figli. Per questo deve recuperare la voce e rimettere in ordine i pezzi della sua famiglia.
Gli esordi letterari sono sempre un salto nel buio, non sai mai cosa ti troverai davanti. The choice, titolo originale di “Un assassino alla mia porta”, si può assolutamente considerare un’opera prima di altissimo livello. Samantha King non sapeva nemmeno che sarebbe diventata un’autrice così brava, prima di essere una scrittrice lavorava come editor e psicoterapeuta. Ha costruito una trama di grandissimo impatto e agghiacciante nel suo contenuto. Ha pungolato i lettori in quello che, a mio avviso, è un tema fin troppo delicato. E forse il mio ruolo di genitore mi ha resa prevenuta e diffidente nei riguardi del romanzo. Avevo dei pregiudizi sulla protagonista, e mi sono chiesta spesso, durante la lettura, cosa avrei fatto io al suo posto. E non ho mai avuto dubbi sul fatto che avrei sacrificato la mia di vita e non quella dei miei figli. Non comprendevo, invece, la mancata esitazione di Maddie, il suo sangue freddo nello scegliere Annabel. Il pregiudizio da genitore ha prevalso su quello da lettore esterno, non riuscivo ad estraniarmi e a tirarmi fuori da questa lettura, perché volevo vedere fino a che punto si potesse cadere nel baratro. Scorgevo solo la mostruosità del gesto, perdendomi il quadro generale. Per questo un colpo di scena gigantesco, nella prima metà del libro, è arrivato come una secchiata di acqua gelata. Samantha King è riuscita a farmi ricredere su tutto, mi ha incastrata nella sua trappola con questo thriller psicologico, che ha uno stile davvero incisivo. Ogni personaggio è stato caratterizzato alla perfezione. Maddie ha un tale spessore emotivo da spingere il lettore ad odiarla profondamente, per poi correrle accanto spinto dal desiderio di abbracciarla e consolarla, due pagine dopo.
Una lettura che vi lascerà addosso un grande carico emotivo.