Ultimo concerto romano di Natasha Korsakova
Trama Il pianista di fama mondiale Emile Gallois ha sempre saputo come intrattenere il suo pubblico: le dita affusolate sanno percorrere con grazia e leggerezza i tasti bianchi e neri sulle note di Rachmaninov, suo compositore preferito, incantando ogni volta gli ascoltatori. Anche stasera, in una meravigliosa notte romana, alla prova generale di un importante concerto, Gallois dà il meglio di sé. Non può sapere che è l’ultima volta che le sue dita toccheranno quei tasti. Senza vita, ucciso da due colpi di pistola: così viene ritrovato il grande pianista, poco dopo la fine delle prove. Sul posto viene chiamato immediatamente il commissario Di Bernardo, insieme al fido ispettore Del Pino. Entrambi non sono nuovi a omicidi avvenuti nel mondo della musica, e cominciano a indagare su Gallois, scoprendo qualcosa che nessuno si sarebbe aspettato. A quanto pare, nella vita privata del pianista c’erano molte ombre, e il suo matrimonio con Cristina, figlia di una delle famiglie più potenti di Roma, nascondeva in realtà un segreto inimmaginabile.
Ultimo concerto romano. Un nuovo caso del commissario Di Bernardo di Natasha Korsakova, giallo poliziesco pubblicato da Edizioni Piemme lo scorso 21 marzo.
Ho cominciato a sentire nostalgia del commissario Di Bernardo quando non avevo ancora voltato l’ultima pagina del romanzo. Credo che sia questo il grande potere dei libri: entrare nel tuo quotidiano e rimanerci a lungo accanto, come una sorta di guida. E, per quanto riguarda Dioniso Di Bernardo, non nego che mi piacerebbe essere una sua amica. Sono pochi i personaggi di carta ai quali mi affeziono veramente, quelli che vorrei potessero fuggire dalla pagina stampata e diventare reali, tangibili. Il commissario Di Bernardo è un uomo che crede fermamente nella giustizia, integerrimo, grande fiuto investigativo, buongustaio e amante della buona cucina, e poco fortunato con le donne. Chi vi ricorda? Se anche voi avete pensato al commissario Montalbano del compianto Andrea Camilleri, non faticherete a intuire il perché io sia particolarmente affezionata a questo personaggio di carta e a chi lo ha delineato con immensa bravura: l’autrice Natasha Korsakova. A differenza del collega siculo, però, Di Bernardo presta servizio a Roma. Da anni si è trasferito nella capitale e vive con il figlio adolescente, la luce dei suoi occhi. Dopo aver risolto brillantemente il caso dell’omicidio dell’agente musicale Cornelia Gardini, si ritrova coinvolto in un crimine che ha di nuovo la musica al centro dell’indagine.
Emile Gallois, pianista di fama mondiale e marito di una donna ricca e influente, appartenente a una delle famiglie più in vista della capitale, viene rinvenuto morto nel suo camerino. Un omicidio violento: l’assassino, dopo averlo ucciso con due colpi di pistola, si è accanito sulla mano del pianista, fratturandola. L’uomo si trovava a teatro per la prova generale di un concerto a scopo benefico. Le indagini vengono subito rallentate, poiché all’arrivo in teatro, sulla scena del crimine, di De Bernardo e del suo vice, l’ispettore Del Pino, l’esplosione di un’automobile nel parcheggio antistante getta tutti nel caos più assoluto. I due eventi sono collegati, forse l’assassino aveva bisogno di un espediente per lasciare indisturbato il teatro e far perdere le sue tracce? Di fatto, il commissario si ritrova con un numero impressionante di persone da interrogare: orchestrali, addetti ai lavori del teatro. Un’indagine che sembra ostacolata anche dalla famiglia di Cristina, moglie di Emile, che ha tutto l’interesse a chiudere il caso senza dar adito a pettegolezzi. Nella vita privata di Gallois stava avvenendo un grande cambiamento, il suo matrimonio ormai al capolinea potrebbe essere una pista interessante da seguire, ma la vedova Cristina fatica a essere collaborativa, conosceva bene Emile, amava il suo talento, ne era ossessionata. Il pianista era per lei quel guizzo di ribellione necessario a contrastare una famiglia influente e poco elastica, poco incline all’essere eccentrici e fuori dalle righe.
“ E come le note, anche l’indagine scemava lentamente, scemava la giustizia che si perdeva tra gli intrighi della politica.”
Dopo aver amato follemente L’ultima nota di violino, il romanzo d’esordio di Natasha Korsakova, con Ultimo concerto romano è stato come tornare a casa, in un ambiente familiare, in quella comfort zone fatta di pace, serenità e un buon libro da leggere. Nel romanzo tutto funziona alla perfezione a partire dall’ambientazione: Roma è protagonista assoluta, mai sullo sfondo, ma presente, viva e vibrante. L’autrice di origine greco-russa è innamorata del nostro Paese, soggiorna spesso nella capitale e tutte le descrizioni che troverete nel libro, tutti i vicoli, gli aneddoti su un quartiere o su un monumento, altro non sono che dichiarazioni d’amore all’Italia. Ho sorriso leggendo i ringraziamenti, percependo la sua titubanza a essere pubblicata nel Paese in cui ha ambientato le sue storie. Temeva di esporsi a critiche. Timori del tutto ingiustificati perché con le sue descrizioni ha reso Roma una città ancora più bella ed eterea. Anche questo libro è interrativo: alla fine di alcuni capitoli, inquadrando il QR code presente in pagina, è possibile ascoltare i brani musicali eseguiti dall’autrice, che vi ricordo è una talentuosa musicista. Il violino è il suo primo amore, la Korsakova si è esibita in tutto il mondo e non è difficile immaginare perché i suoi libri abbiano la musica come punto focale della narrazione. È un mondo che conosce alla perfezione e che descrive con elegante maestria.
Anche in questo romanzo è presente una doppia linea temporale, c’è una parte narrata nel passato e che affonda le sue radici in Calabria, in una terra piegata dal malaffare, la parte al presente in cui seguiamo le indagini di De Bernardo. Le due parti a un certo punto convergono rivelando un mosaico in cui ogni pezzo trova la sua collocazione. Ogni personaggio ha una buona caratterizzazione psicologica, l’autrice è stata davvero brava a farmi sospettare di tutti. Ma è nelle sfumature che si percepisce la verità, in quella linea sottile che divide Bene e Male, facce della stessa medaglia.
So che c’è un terzo volume della serie già pronto, il mio augurio è che venga presto tradotto e pubblicato. Due anni fa non conoscevo Natasha Korsakova, ho avuto modo di apprezzarla come scrittrice, di adorarla come violinista, fatevi un regalo e cercate in rete le sue esibizioni o andate ad ascoltarla dal vivo perché è sublime, sentirete vibrare il vostro cuore e verrete inondati da una valanga di emozioni, e poi mi sono affezionata a lei come donna. Dietro all’autrice e alla violinista c’è una persona di grande spessore umano, umile, di una gentilezza che è ormai merce rara, allegra e gioviale, una donna che nonostante il suo successo e immenso talento non si è mai montata la testa ed è sempre rimasta se stessa. E poi ama follemente i gatti… Non c’è altro da aggiungere, anzi no, leggete Ultimo concerto romano, innamoratevi anche voi del commissario Di Bernardo.
Più lungo di Via col vento,soporifero ,lento e noioso.
Arrivare a metà libro è già una vittoria.