Tutti matti per gli Esposito di Pino Imperatore

Trama Tonino Esposito ci prova, a seguire le orme del padre, defunto boss del rione Sanità, e a diventare un criminale come si deve. Ma per quella vita ci vuole stoffa, e lui quella stoffa proprio non ce l’ha. Goffo, ingenuo, nullafacente e perseguitato dalla sfortuna, sembra incapace di combinarne una buona. Canzonato dalla moglie, dai quattro figli, dai suoceri, dalla domestica ucraina e persino da due iguane e da un coniglietto, è la pecora nera della famiglia e il delinquente più maldestro nella storia della camorra. Quando anche ‘O Capitano, lo spirito di un ufficiale spagnolo che gli parla mediante un teschio presente nel cimitero delle Fontanelle, si rifiuta di dare ancora ascolto ai suoi lamenti e lo incita a darsi finalmente una mossa, Tonino capisce di aver toccato il fondo. Decide perciò di cambiare strada e di cercarsi, per la prima volta in quarantacinque anni, un lavoro onesto. Ma i guai non tarderanno a raggiungerlo, così come gli uomini del clan che hanno in mente per lui un compito ‘molto speciale’. Dirigendo un coro di voci esilaranti e di situazioni pirotecniche, Pino Imperatore si conferma un maestro dell’umorismo, quello che unisce l’allegria e l’amarezza, compiendo il grande miracolo di farci ridere delle nostre stesse debolezze e assurdità.

Tutti matti per gli Esposito di Pino Imperatore, libro di narrativa umoristica pubblicato lo scorso 1° aprile da Salani Editore nella collana Le Stanze.

Ho conosciuto la penna di Pino Imperatore con Allah, San Gennaro e i tre kamikaze e mi sono innamorata del senso dell’umorismo e il lato dissacrante di questo autore. Non è da tutti prendere un tema bollente quale il terrorismo islamico e ridicolizzarlo in maniera intelligente. Ho sempre pensato che il migliore approccio per trattare determinati argomenti sia la leggerezza, anche per una questione puramente legata alla fruibilità. Se ti rivolgi ad un pubblico con parole semplici e senza complicati abbellimenti linguistici hai più probabilità di arrivare a tutti, se poi aggiungi una dose massiccia di umorismo, porti la gente non solo a ridere, ma a riflettere su tematiche importanti. Non che ci sia nulla di divertente sugli attacchi kamikaze, ma pensateci bene: poter sorridere di qualcosa che ci spaventa, esorcizza da un lato le nostre paure e dall’altro toglie potere a chi cerca di sopraffarci. Quando mi è stata proposta la lettura di Tutti matti per gli Esposito, ho accettato per i motivi elencati sopra, ed ero consapevole che l’autore avrebbe trattato con la stessa “cazzimma” un altro argomento bello tosto, ovvero la camorra. Il titolo è il terzo della serie dedicata agli Esposito, una enorme famiglia napoletana che vive nella zona più famosa di Napoli, quella che ha dato i natali a Totò, il rione Sanità.

Tonino Esposito è il figlio del defunto capo mandamento del rione in cui vive. Per anni ha cercato di seguire le orme del padre, tentando di imporre la sua volontà ma con scarsi risultati. Non è esattamente un pozzo di intelligenza, è un uomo semplice, particolarmente ignorante, che fatica a comandare anche in famiglia, schiacciato dal carattere di ferro della sua bella moglie Patrizia, deriso dai suoceri, e non preso in considerazione nemmeno dai suoi quattro figli. Genny, il più grande, troppo occupato a mangiare, è tenuto lontano dagli affari loschi con un lavoro onesto in pasticceria; Tina, che ha smesso di avere un dialogo con il padre dopo gli avvenimenti finali dello scorso libro (non farò spoiler), e i due gemelli di otto anni, Totò e Peppina. A completare il quadro di questa famiglia enorme che vive tutta nella stessa palazzina, il coniglietto Giggetto, le iguane Sansone e Ivana, la cameriera Olga e la madre di Tonino che prega affinché il figlio disgraziato non cada nella stessa rete malavitosa del defunto marito. Tonino prova a trovarsi un lavoro onesto ma, oltre ad essere pigro e nullafacente, è anche parecchio imbranato. E poi, quasi a rovinare i suoi buoni propositi, ci si mette di mezzo la pandemia. Non è facile trovare una occupazione durante il lungo lockdown e allora sfidare le autorità portando in giro l’iguana diventa quasi l’unico passatempo. Oltre ai dialoghi esilaranti e visionari con O’Capitano, lo spirito di un ufficiale spagnolo incarnatosi in uno dei teschi del cimitero Le Fontanelle di Napoli. È assurdo e paradossale ma è proprio il suo confronto con lo spirito, in una sorta di flusso di coscienza, a darci la misura del disagio di questo uomo. O’ Capitano cerca di indirizzarlo verso una vita all’insegna della legalità, ma lui è geneticamente predisposto a ricadere sempre negli stessi errori.

Per questo quando i due capi mandamento del rione si ammalano di Covid e designano Tonino come successore fantoccio, lui non esita ad accettare questo nuovo ruolo di responsabilità all’interno della cosca. Non posso dilungarmi oltre nel raccontarvi la storia, ma preparatevi ad affrontare capitoli in cui faticherete a rimanere seri e riderete con i crampi allo stomaco.

“- Di solito come fate sparire le armi che scottano? –

– Le buttiamo a mare o in un fiume, in un lago, in una fogna, in un pozzo, in un canale. Oppure scaviamo una fossa e le seppelliamo –

– È sbagliato! Così si rovina la natura! –

– E comme penzate ‘e risolvere ‘o problema? –

–  Semplice: si fa ‘na domanda al Comune chiedendogli di mettere nelle isole ecologiche ‘na campana per il riciclo delle armi usate, insieme a quelle che già ci stanno per il vetro, per la carta, la plastica, gli ingombranti. -”

I dialoghi sono il punto di forza di questo libro, Pino Imperatore è un maestro della battuta sferzante e irresistibile. Ritroviamo tutti i personaggi dei romanzi precedenti come Ciruzzo ‘o schiattamuorto , ex sicario al soldo di Pietro De Luca, che ha smesso i panni di serial killer e ha abbracciato la via della legalità diventando un rinomato avvocato penalista, con un linguaggio forbito e pieno di paroloni. Ciruzzo è l’esempio lampante di come ci si possa spogliare del proprio passato, fare ammenda e mettersi a disposizione del prossimo con un lavoro onesto. Ritroviamo Tatore Mezarecchia, pregiudicato che invece continua a vivere di espedienti e furti. Per lui non c’è ancora la consapevolezza di voler cambiare vita, perché quella della sopraffazione è l’unica che conosce. Ogni personaggio ha una buona caratterizzazione ed è complementare alla storia e non marginale. Non mancano i momenti di riflessione, che sono quelli che rendono il libro adatto ad una lettura consigliata anche nelle scuole. Pino Imperatore ama Napoli, anche quando sembra che scivoli in pericolosi luoghi comuni. Vi assicuro che non è così, ed è proprio l’amore che trasuda da ogni pagina di Tutti matti per gli Esposito.

1 stella

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