Tutti i colori del cielo di Angela Contini
Liam Morgan è un giovane falegname, all’apparenza un uomo tutto d’un pezzo, ma che nasconde delle inaspettate debolezze: ha mille ansie e mille fobie che gli fanno fare, il più delle volte, delle pessime figure. Jane Labelle è arrivata a Pretty Creek con la speranza di rifarsi una vita, dopo essere andata via da Londra con la sorella minore, per nascondersi da un passato di violenza che l’ha segnata profondamente. L’incontro fra Liam e Jane non è dei più romantici. Lei lo travolge, letteralmente, distruggendogli il cellulare nuovo di zecca, prima di scappare via. Ma il destino ci mette lo zampino e, quando si ritrova a condividere con Liam lo stesso piano del palazzo in cui abita, le cose sembrano mettersi piuttosto male. Ma forse sarà l’inizio di qualcosa di nuovo per entrambi, qualcosa che aiuterà Jane a liberarsi dei fantasmi del passato e a non avere paura del futuro. Un futuro nel quale c’è posto solo per Liam.
Recensione di Roberta – Tutti i colori del cielo di Angela Contini – Romance contemporaneo pubblicato da Newton Compton Editori l’11 febbraio 2019.
Jane Labelle sta scappando da un passato doloroso vissuto nei bassifondi di Londra, ed, in compagnia della sorella minore Charlotte, si trasferisce in Vermont, nella piccola cittadina di Pretty Creak, dove spera di poter ricominciare la sua vita.
In aeroporto, al suo arrivo in territorio americano, si scontra subito con Liam Morgan, un giovane falegname, distruggendogli il costosissimo cellulare; è costretta pertanto a scappare via come una ladra, non avendo abbastanza soldi per risarcirlo.
Mai si sarebbe immaginata di ritrovarsi davanti il giovane, prima sul posto di lavoro e dopo come vicino di casa.
A cosa porterà l’antagonismo che scoppia subito tra i due?
L’aria buona e la gente simpatica del Vermont riusciranno a portare un po’ di magia nell’esistenza di Jane?
Sinceramente non vedevo l’ora di poter rincontrare la famiglia Morgan, già conosciuta nel precedente romanzo Tutta la pioggia del cielo: nonna April con le sue uscite inopportune e stravaganti è sempre esilarante.
In questo romanzo conosciamo il primogenito, Liam, un ragazzotto di 30 anni, uno scavezzacollo con la sindrome di Peter Pan.
Giudicandolo superficialmente sembrerebbe il tipico belloccio arrogante, prepotente, sicuro e pieno di sé. Invece, nonostante il suo imponente aspetto fisico, è ansioso e ha una marea di ridicole fobie.
Diciamo che non è stato facile essere figlio di una madre superapprensiva, che non mi ha mai fatto dormire con la luce spenta, mi ha coccolato in modo spropositato e ha fatto di me un vero pappamolle. Quindi mi ritrovo con la prestanza fisica di mio padre, e il cervello di Puffo Pauroso.
E’ una persona sincera e dolce, uno che si fa in quattro per tutti, un ragazzo sensibile, un uomo buono nel vero senso del termine.
Liam si può descrivere con un due soli aggettivi: buffo e adorabile!
“Io non voglio che le ragazze mi trovino tenero. Voglio che mi trovino sexy, affascinante, primordiale.”
Forse all’inizio può sembrare un po’ superficiale, ma vi conquisterà per il suo altruismo, la sua simpatia e genuinità. In più mettiamoci anche che sa suonare bene la chitarra e cantare divinamente… insomma, vi verrà voglia di trasferirvi in Vermont solo per scovare il vostro Liam Morgan!
Jane è una giovane donna cresciuta troppo in fretta: trascurata da una madre spesso stordita dalle medicine, non solo ha dovuto sostituirsi a lei per crescere la sorella, ma si è sorbita persino le violenze del patrigno, cercando di fare da scudo alla piccola Charlotte.
Jane è forte, perché nonostante tutto è riuscita a sopravvivere e a farsi carico di un’altra vita, ed è orgogliosa, non vuole la pietà delle persone.
“Sebbene sappia che non ho colpa di niente, raccontare di essere stata vittima di simili abusi mi fa sentire sporca, come se non potessi essere guardata con onestà, come se non potessi essere guardata affatto. La pietà, dopotutto, cade sempre in basso ed è quella che, paradossalmente, mi ferisce di più.”
Jane ha paura del contatto fisico con le persone e in particolare con gli uomini, cosa del tutto comprensibile considerati i suoi trascorsi, per questo può sembrare apparentemente fredda e scontrosa.
“È come se gli schiaffi che ho preso, i pugni che ho incassato, i calci che ho subìto avessero, in qualche modo, atrofizzato il mio cuore. La corazza che ho costruito intorno a esso è più spessa di un iceberg e scioglierla è impossibile. Ho troppa paura. Paura di soffrire ancora, di fidarmi e rimanere ferita. Se non ami nessuno, nessuno può ferirti. Se resti a debita distanza, nessuno può colpirti, in nessuna maniera possibile.”
La storia che si porta sulle spalle Jane è devastante. Mettersi nei suoi panni è spaventoso, ma il personaggio trasmette una forza inimmaginabile, perché nonostante tutto quello che ha passato non si piange mai addosso e guarda al futuro a testa alta e con un pizzico di ironia.
Premetto che sono ufficialmente innamorata dello stile di scrittura di Angela Contini, perché da qualsiasi punto di vista decida di narrare la storia, riesce sempre a catapultarti nella testa di differenti personalità.
In questo libro l’autrice ha voluto trattare una tematica difficile e drammaticamente attuale: la violenza domestica sulle donne. Ma trovo che l’idea di affiancare alla protagonista un personaggio estremamente “comico” nelle sue imperfezioni come Liam è stata geniale perché ha reso il romanzo più leggero, senza sminuirne il senso.
Non è la solita storia d’amore. E’ una storia di rinascita, di crescita psicologica, per entrambi i protagonisti, che insieme cercheranno di superare i propri limiti.
E’ un romanzo che tocca il cuore.
Ti ringrazio dal profondo del cuore per questa bellissima, davvero bellissima, recensione.