Tutta colpa dell’autocorrettore di Mina F.
Trama Avalon ha diciotto anni, odia le feste e preferisce rifugiarsi nel suo mondo fatto dei libri che legge o delle storie che scrive e pubblica su Wattpad. La vita reale, invece, l’ha abituata a lottare e difendersi dai suoi dispettosi – ma anche affettuosi – fratelli gemelli e dal suo nemico giurato numero uno: Julian Hamilton, capitano della squadra di football. Se Avalon non sa spiegare il motivo per cui lo odia tanto, Julian sa bene perché con lei è guerra aperta. Non può dimenticare quello che lei gli ha fatto due anni prima. Quando legge il post in cui Avalon mette in vendita la propria verginità, anche se si tratta di un errore dell’autocorrettore, Julian manifesta un prepotente senso di protezione nei confronti della ragazza. È inutile nasconderlo, in tutto quell’odio c’è un legame silenzioso e indissolubile. Solo quando si troveranno faccia a faccia con una crudele realtà sapranno comprendersi, perché Avalon, più di ogni altra cosa, è arrabbiata con la vita e con la morte. Non riesce a superare la prematura perdita della madre e non accetta che il suo cuore malato non funzioni come dovrebbe. Ha tanti progetti per il futuro, ma solo un miracolo potrà permetterle di realizzarli…
Si odiano. Si fanno del male. Sono nemici senza benefici.
Tutta colpa dell’autocorrettore di Mina F. – Young Adult autoconclusivo pubblicato da Butterfly Edizioni il 22 Luglio 2019.
Voglio intanto cominciare col ringraziare la Butterfly Edizioni e Argeta Brozi per aver messo a disposizione una copia cartacea del mattoncino che ho finito di leggere qualche ora fa. Mattoncino perché è costituito da ben 380 pagine cariche di litigi, dispetti, vendette, rivendicazioni datate, battute, incomprensioni, sbagli, gesti inaspettati, affetto, amore fraterno, amicizia, sentimenti inesplorati, rivelazioni, rassegnazione, dolore, qualche battito saltato, vita, morte.
Sì, comprendo che ho usato troppe parole e praticamente non ho detto nulla, o magari vi ho solo confuso le idee, ma se dovessi descrivere questa lettura attraverso dei termini che la rappresentino, userei tutti quelli elencati sopra. Alcuni, sarete in grado di collocarli a breve, non appena inizierò a parlarvi della storia, altri li capirete solo leggendo Tutta colpa dell’autocorrettore che – adesso comincio a sbottonarmi un po’ – di primo acchito potrà sembrarvi un romanzetto come tutti gli altri, con due protagonisti pronti a professarsi odio eterno, per poi sfociare in una scontata attrazione reciproca ma, con lo scorrere delle pagine, tutto assume una sfumatura diversa.
Una drammaticità inaspettata, che fa sicuramente riflettere su molti aspetti, primi fra tutti, l’importanza di vivere l’attimo e di essere coraggiosi, affrontando la vita di petto e senza mai rimandare ad un secondo momento, perché non vivremo per sempre… e alcuni potrebbero avere meno tempo di altri.
Ok, adesso veniamo a noi!
Ci troviamo a Wildwood, un piccolo comune nello stato del New Jersey.
Avalon ha 18 anni, due fratelli gemelli sedicenni, Chris e Zack, dispettosi fino all’inverosimile che le rendono la vita impossibile, una migliore amica assolutamente folle, senza peli sulla lingua, schietta in modo imbarazzante e dislessica – ricordate questo particolare per dopo – Mandy e, dulcis in fundo, un compagno di scuola con cui è cresciuta ma che odia profondamente – odio assolutamente ricambiato – Julian, capitano della squadra di football, nonché suo vicino di casa.
Lo odio, perché ogni volta che si insinua nella mia mente difficilmente va via. Lo odio, perché nonostante ci facciamo del male da anni, nonostante le parole taglienti che usiamo, nonostante i nostri sguardi pieni d’odio, non permetterei a nessun altro di ferirmi come fa lui. Perché so che nessuno, oltre a me, riuscirebbe a rendergli la vita un inferno.
Quanti di voi hanno provato l’ebrezza, per non dire l’imbarazzo, di scrivere un messaggio e scoprire che l’autocorrettore del piffero vi ha traditi? E cosa ancor peggiore, non ve ne siete accorti subito?
Ecco, questo è più o meno quello che succede alla nostra protagonista!
Poco importa se l’annuncio pubblicato sul blog della scuola non l’abbia scritto lei ma Mandy che, a causa proprio della sua dislessia, invece di farle un favore, ha finito per metterla in ridicolo davanti l’intero Istituto. Sì, perché Avalon voleva semplicemente mettere in vendita la sua videocamera per racimolare dei soldi, ma in vendita non c’è mica finita quella, piuttosto la sua verginità… e per 100 miseri dollari per giunta!
Questo sarà il punto di partenza, la causa scatenante di tutto quello che succederà d’ora in avanti, con conseguenze delle più svariate.
Molti ragazzi ci proveranno con Avie pensando che l’annuncio pubblicato sia vero, alcuni anche con fastidiosa ostinazione. Altri si prenderanno gioco di lei. Le ragazze la derideranno.
I gemelli dimostreranno improvvisamente di tenere tantissimo alla loro sorellina e minacceranno di spezzare le gambe a chiunque le si avvicini.
Ma ciò che mai la ragazza si sarebbe aspettata era di ottenere una strana reazione da parte di Julian, il suo acerrimo nemico di infanzia.
I due si fanno dispetti dall’età di sei anni, da quando lui si è trasferito nella casa di fianco quella di Avalon. Non saprei dire chi tra i due l’abbia combinata più grossa all’altro.
Crescendo pare che la situazione si sia un po’ calmata, al liceo hanno preso strade diverse, allontanandosi. Si sono detestati per tanti anni e per altrettanti ignorati, almeno fino a prima del fantomatico annuncio.
Da questo momento in avanti Julian torna di prepotenza nella vita di Avie, da un lato per tormentarla e per professarle il suo odio viscerale – soprattutto perché la incolpa di un fatto accaduto anni prima che coinvolge la partenza di un’amica comune -, dall’altro per prendere le sue difese dimostrandosi quasi geloso dei ragazzi che cominciano a ronzarle intorno. Cosa sta succedendo nella testa di Julian? Per la ragazza comincia a diventare seriamente un arcano mistero, e più lui la stuzzica e lei reagisce – e viceversa – più non riescono a fare a meno l’uno dell’altra.
«Perché ogni volta che mi bacia, ogni volta che mi tocca, mi fa sentire viva. Ogni volta che lo sento vicino a me, so che mi regala un battito in più di vita. Non mi fa perdere battiti, ma mi regala attimi indimenticabili».
Insomma, arrivati a questo punto vi sembrerà che davanti i vostri occhi si stia svolgendo la solita storia di odio/amore dove alla fine i due protagonisti si scoprono innamorati alla follia. Be’, in realtà non va sempre così!
Voglio dire, il lieto fine piace a tutti – me in primis – per quanto alle volte sia difficile ottenerlo, ma quando è la vita – o un destino avverso – a mettersi di mezzo e a complicare le cose? Che si fa in quei casi? Tutto diventa ancor più inaspettato… e le cose cominciano a sfuggire di mano.
«In questo momento sono fiera del mio cuore. Probabilmente lo sono sempre stata. Se solo fosse possibile, lo prenderei tra le mani, lo alzerei in aria e mostrerei al mondo quanto io sia orgogliosa di averlo. Il mio è un cuore combattente. Io e lui combatteremo fino alla fine, anche se è incompleto. Ha un sacco di cicatrici addosso e me lo tengo stretto perché gli sono grata. Continua a battere, anche se avrebbe dovuto spegnersi da tanto».
Eccoci arrivati alla parte più drammatica di questo romanzo – come potete evincere già dalla trama – qui parliamo di problemi di cuore, e non mi riferisco al non essere sentimentalmente corrisposti.
Avalon è nata con un cuore danneggiato, e più lei cresce più lui diventa debole, fino ad un punto di non ritorno. Si sta spegnendo, e nessuno – tranne il padre – ne è a conoscenza. Neanche i gemelli sanno quanto sia grave la sua situazione.
«Ti stai innamorando della persona sbagliata, nel momento sbagliato», mormoro al mio cuore. «Nessuno li vuole i cuori rotti. Né tantomeno uno come il mio».
E niente, lacrime ne abbiamo? Preparate i fazzoletti ragazze, perché se fino a più di metà libro assisterete a battibecchi divertenti, dispetti ai limiti dell’accettabile e baci rubati prima per gioco e poi perché non è possibile farne a meno, dopo arriverà la grande batosta che vi catapulterà all’interno di una corsa contro il tempo dove l’epilogo non sembrerà essere nulla di buono. Sì, avete capito bene, ci sarà da soffrire!
Sarò sincera, non avevo alte aspettative per questo libro, speravo che almeno mi facesse divertire e passare delle ore piacevoli leggendo una storia senza pretese, e per gran parte della lettura è stato più o meno così. Certo, a volte i dialoghi mi sono sembrati un po’ banalotti e superficiali, altre volte non sono riuscita a spiegarmi determinati comportamenti, ma ciò che gli ha fatto acquisire punti, per quanto mi riguarda, è stata la svolta data al finale. Una drammaticità che avrebbe potuto stonare sulla tipologia di storia raccontata, ma che in questo caso non ha fatto altro che aggiungere bellezza ad una trama altrimenti troppo vista e scontata.
Per questo promuovo a pieni voti Tutta colpa dell’autocorrettore di Mina F. che mi ha saputo coinvolgere e commuovere, tenendomi incollata ad ogni sua pagina.