Tutta colpa dell’archeologia. A sicilian love story di La Rossa e La Blu
Marianna Moro è una giovane donna vivace e senza peli sulla lingua. Il suo lavoro è la sua passione: restaura reperti metallici provenienti da aree archeologiche e musei di tutta Italia. Ha scelto di farlo restando nella propria terra, la Sicilia, al fianco di un nonno che è molto più che un membro della sua famiglia. È un amico, un confidente, un cuoco provetto e un intrattenitore instancabile. Ha un unico difetto: insegue i cantieri di tutto il paese dove abitano, Vigna Sicula, dimenticandosi spesso di mangiare o tornare a casa. Così è compito di Marianna tenerlo a bada.
Nikandros Chiotis è un dottorando dell’Università di Palermo incaricato dal docente di Archeologia classica di seguire lo scavo in un paesino al centro della Sicilia. Viene da Atene, ma parla perfettamente l’italiano. Ama la disciplina e la moderazione. Esattamente l’opposto di Marianna, che si definisce una “spartana”, una donna forte e diretta, allergica alle regole; e che soprattutto disprezza le ingiustizie.
Il loro incontro è, in realtà, uno scontro: Atene contro Sparta. Sarà una guerra a colpi di piccone, finché un altro sentimento si insinuerà tra loro e l’amore diverrà la battaglia più dura da affrontare.
Chi vincerà?
Tutta colpa dell’archeologia. A sicilian love story di La Rossa e La Blu, contemporary romance pubblicato da morestories il 12 maggio.
Ho trascorso ferragosto in compagnia di questo romanzo, purtroppo non in Sicilia, terra che amo e in cui spero presto di poter tornare, ma le autrici sono riuscite a trasportarmi lì grazie alle accurate descrizioni, a una storia coinvolgente e a una scrittura scorrevole. Ovviamente il mio personaggio preferito è nonno Saro e poco importa se Nikandros è un gran fico e Marianna è un peperino senza peli sulla lingua, già dalla trama avevo capito che lui avrebbe fatto breccia nel mio cuore.
Mi è piaciuto scoprire che i punti di vista sono tre, è stato bello poter leggere i suoi pensieri, sempre così pieni d’affetto nei confronti della nipote, ma anche le sue macchinazioni per portare Nik e Annina a trascorrere del tempo insieme e permettere loro di capire che sono fatti l’uno per l’altra.
Siamo di fronte a un hate to love, Marianna e Nik non hanno nessun motivo per essere nemici, certo fin dal primo incontro non si stanno esattamente simpatici, ma non hanno pregressi e i loro diverbi, anche piuttosto accesi e divertenti, sono per divergenze di opinione che possono essere superate. Marianna non sa cosa sia la diplomazia e se c’è qualcosa che non le torna parte all’attacco mettendo tutta se stessa nelle battaglie che decide di intraprendere. Nik è il capo della diplomazia, il suo lavoro è precario, la sua carriera è appesa ad un filo ed essendo responsabile dello scavo e dell’incolumità degli studenti che sono sotto la sua supervisione vuole che ogni cosa sia fatta in massima sicurezza. È calmo, pacato, ha a cuore i ragazzi che sono con lui e fargli perdere la pazienza è quasi impossibile, ma poi arriva Mariann…
Come ci arriva Marianna allo scavo di Nik? Grazie a nonno Saro ovviamente che è diventato la loro mascotte e ha il permesso di stare con loro mentre lavorano. Nonno Saro che perde spesso la cognizione del tempo e costringe Marianna a uscire a cercarlo per Vigna Sicula, ma stavolta ha scelto di farsi trovare e non vede l’ora di far conoscere a sua nipote il professore.
Quando finalmente riesce a presentarli i due scoprono di essersi già incontrati al supermercatino del paese e che non provano simpatia nei confronti dell’altro. I loro dialoghi sono al vetriolo, non se le mandano certo a dire anche se è Marianna con la sua linguaccia ad avere sempre la meglio. E il bello è che devono pure imparare a coesistere visto che vengono rinvenuti degli oggetti in metallo e, non essendoci fondi, nonno Saro chiede a Annina di occuparsi del restauro. Marianna non ama lavorare gratis ed è per questo che si è sempre tenuta ben lontana dalle università dove dottorandi e ricercatori prendono una miseria, ma la curiosità di dare una nuova vita a quei reperti è troppa per rifiutare e così si ritrova a trascorrere molto tempo in cantiere diventando amica degli studenti e scontrandosi spesso con Nik e con le sue rigide regole che la fanno infuriare.
Questi scontri non saranno altro che lunghi preliminari, perché è chiaro fin da subito che c’è dell’attrazione che non vede l’ora di essere sfogata e i due ragazzi a un certo punto dovranno fare i conti con questa situazione e con tutte le incognite di una relazione tra loro.
Tra lezioni di storia dell’arte, approfondimenti di archeologia, gite fuoriporta, gelosie e dialoghi frizzanti vi ritroverete a giungere alla fine senza nemmeno rendervene conto e vi verrà una voglia matta di prendere il primo volo, o il primo traghetto, e sbarcare in Sicilia, terra che ho nel cuore e che si respira a ogni pagina di Tutta colpa dell’archeologia. Sono davvero felice di aver accettato questa collaborazione e spero che La Rossa e La Blu proseguano nella loro passione e portino presto altre storie come questa.