Tre di Valérie Perrin
Trama Valérie Perrin ha il dono di cogliere la profondità insospettata delle cose della vita. Seguendo il filo di una vicenda struggente e implacabile, l’autrice ci trascina al cuore dell’adolescenza, del tempo che passa e separa.
«Mi chiamo Virginie. Di Nina, Adrien ed Étienne, oggi Adrien è l’unico che ancora mi rivolge la parola. Nina mi disprezza. Quanto a Étienne, sono io che non voglio più saperne di lui. Eppure fin dall’infanzia mi affascinano. Sono sempre stata legata soltanto a loro tre.»
- 1986. Adrien Étienne e Nina si conoscono in quinta elementare. Molto rapidamente diventano inseparabili e uniti da una promessa: lasciare la provincia in cui vivono, trasferirsi a Parigi e non separarsi mai.
2017. Un’automobile viene ripescata dal fondo di un lago nel piccolo paese in cui sono cresciuti. Il caso viene seguito da Virginie, giornalista dal passato enigmatico. Poco a poco Virginie rivela gli straordinari legami che uniscono quei tre amici d’infanzia. Che ne è stato di loro? Che rapporto c’è tra la carcassa di macchina e la loro storia di amicizia?
Tre di Valerie Perrin, romanzo contemporaneo pubblicato da E/O Edizioni il 28 giugno appena trascorso.
Ci sono libri che vorremmo non finissero mai.
In questi casi girare l’ultima pagina equivale anche a terminare uno stato di grazia in cui le emozioni rimangono sospese, lasciandoci cullati nella nostra intima bolla.
Ed i libri di Valérie Perrin sortiscono proprio questo effetto.
Assieme al grandissimo dono di raccontare storie, con semplicità ed umanità tali da proiettare immagini attraverso le parole che riportano alle esperienze personali del lettore, leggere un romanzo di questa autrice equivale a vivere un’intera vita in 600 pagine.
E’ uscire dall’ordinario della propria vita per entrare in quella dei personaggi, riuscendo ad identificarcisi perfettamente.
E’ lasciarsi totalmente trasportare dalle proprie emozioni: ridere a crepapelle ed arrabbiarsi in un capitolo quanto piangere amaramente, soffrendo senza eguali in quello successivo.
Ma è anche -e soprattutto- saper accettare storie difficili da digerire, tanto oscure da lasciare senza fiato, pur finendo sempre con il cuore gonfio e grato alla vita e all’amore.
Amicizia, fratellanza, amore, matrimonio, speranza, umiliazione, rabbia, abbandono, malattia, paura, dolore, morte. Tutti -almeno una volta nella vita- abbiamo dovuto affrontare queste esperienze. Eppure nonostante tutto, non si spegne mai quel piccolo bagliore di speranza che ci invita a ricordare quanto il sale dell’esistenza sia proprio la forza con cui ci si rialza. Non importa quanto il percorso sia diverso e duro, la meta rimane la stessa per tutti.
Valérie Perrin torna, dopo il successo mondiale di Cambiare l’acqua ai fiori, con Tre il suo terzo romanzo. Un titolo che non capita proprio a caso!
Ed io ve ne parlo con le lacrime agli occhi che, nonostante abbia finito questa lettura ieri notte, continuano a cadere copiose. Se la lunghezza del libro funge da deterrente sappiate che vi state perdendo uno dei libri più belli in assoluto di quest’anno. E ho detto tutto!
La scuola pitagorica considera il tre un numero perfetto, in quanto perfetta sintesi del pari (due) e del dispari (uno). La teoria dei numeri ne decreta invece la prima superficie rappresentata da un triangolo. Per i Cinesi il tre rappresenta la totalità cosmica: cielo, terra, uomo.
Ma al tre sono stati attribuiti significati magici e simbolici in tutte le civiltà e in tutte le epoche.
In questo caso Tre è la storia di una vita che si divide per tre appunto, quella di Nina Beau, Etienne Beaulieu e Adrien Bobin. Uniti dal fato il primo giorno di scuola, mentre i loro nomi si susseguono nell’alfabeto, iniziano la loro amicizia tra i banchi vicini e da lì niente potrà più separarli. O quasi.
Questo sodalizio simbiotico li accompagna durante tutta la giovinezza, spingendoli a far fronte comune: fanno i compiti insieme, vivono le prime emozioni amorose dell’adolescenza ed i cambiamenti del corpo, i piccoli grandi drammi famigliari, la quotidianità nella sua interezza. Sembrano davvero perfetti agli occhi degli altri, così uniti, belli, simpatici e ricercati. Ma ciò che li accomuna più di ogni altra cosa è la capacità di assorbire dolore e preoccupazione neutralizzandone l’effetto. Il trio è a tutti gli effetti un nucleo, una linea che vede lo stesso orizzonte, un triangolo di mani unite, una famiglia che crescerà forte attraverso gli ostacoli fino al momento dell’età adulta, quando i tre amici saranno obbligati dalla vita a prendere strade diverse. O forse, come accade davvero, imprigionati ognuno nei propri problemi, saranno loro a dirigere la vita verso strade molto più difficili da percorrere.
Più di trent’anni dopo Virginie, che lavora nel giornale locale di La Comelle, è alle prese con un caso di cronaca nera ed intreccia questa storia con il ricordo del trio solare ed inseparabile. Loro però nel presente non si parlano né si vedono da parecchi anni. Sarà per il semplice effetto del tempo o a causa di un vero dramma? E che fine hanno fatto i sogni, le speranze e i giuramenti di questi bambini ormai adulti?
Tre è il toccante romanzo di formazione che segue la crescita di personaggi perfettamente delineati con i quali si entra immediatamente in sintonia. Adrien il timido ed introverso, Nina l’intelligente e sfacciata, Etienne il bello ma pigro. Rappresentano in sintesi gli amici della porta accanto, quelli a cui tutti abbiamo aspirato ad assomigliare. Ma conosciamo davvero cosa si cela dietro la facciata? Al di là dei luoghi comuni, questi sono dei personaggi complessi -resi reali dalla sapiente penna della Perrin- che il lettore ha il piacere di veder crescere ed affermarsi pagina dopo pagina.
In un lasso temporale che va dal 1986 al 2018 seguiamo i loro primi dolori, le loro prime emozioni, le loro prime sbandate fino ai primi grandi drammi che hanno segnato una vita intera.
Tre è anche un’ode al romanticismo dell’amicizia, la sua forza e i suoi difetti. Ciò che si cela dietro le relazioni umane, tra aspetti positivi e negativi. Ma anche quella necessità di unione e comunione che nasce solo dalla fiducia. E poi i segreti e le loro conseguenze, le frasi non dette per paura di ferire. Ed il dolore che solo chi ti ama veramente può farti provare.
Tre parla della vita, della morte, dei sacrifici che siamo chiamati a compiere, delle gioie intense e dei dolori incommensurabili. E’ una lettura che trascina letteralmente in una montagna russa di sentimenti che oscillano tra sorrisi e lacrime, desiderio e speranza.
Ma Tre sono soprattutto Nina, Étienne e Adrien. L’infanzia, l’adolescenza, il raggiungimento della maggiore età, le scelte e gli errori di questi tre esseri così diversi eppure così complementari. La vita si complica e mette i bastoni tra le ruote alla felicità, ma in fondo cos’è se non gioire di ciò che realmente abbiamo? La vita -sempre la vita- influisce in maniera decisiva su di loro o forse sono proprio loro a lasciarsi influenzare cambiando totalmente il corso degli eventi. Le loro scelte profondamente umane, e proprio per questo talvolta imperfette, risvegliano un senso di connessione che il lettore sente forte e chiaro. Non è solo la proiezione di loro ad attrarre ma ciò che tutti e tre rappresentano: delle parti di noi che, nel bene e nel male, insieme compongono un puzzle perfetto.
Da parte mia ho trovato in Nina uno spirito affine. La sua passione per gli animali, il suo senso di amicizia incrollabile, il suo dolore per la perdita dei propri cari. Ma ho adorato Etienne e le sue fragilità nascoste dietro al suo ruolo di duro. Quanto ad Adrien, beh, lui è decisamente un caso a parte. Adrien è la resilienza.
Ah quanti pianti, non avete nemmeno idea! La sensazione di attaccamento che si crea attraverso le pagine è sia un piacere che un dolore.
Piacere perché il lettore li scopre, li segue e li sostiene come amici veri d’infanzia. E dolore non solo perché i loro drammi sono anche i nostri ma soprattutto perché il lettore sa già che dovrà lasciarli una volta finito il libro.
Il romanzo di Valerie Perrin ruota attorno a due dimensioni temporali eppure non è mai complicato seguire ciò che accade ai personaggi. Tra passato e presente la storia è magistralmente distillata. La narrazione è eccelsa, il tempo degno di un meccanismo a orologeria, estremamente preciso. Il tutto è scandito da una colonna sonora commovente: gli esordi degli Indochina, la voce di Kurt Cobain, dei Cranberries, dei Cure, ma anche dalle canzoni scritte dal gruppo rock formato da questo trio e cantate da Nina. Un’ode ai nati nella metà degli anni ’70, che apprezzeranno maggiormente. Ma anche gli odori hanno un grande posto nella storia: quello del cloro in piscina, del gesso sulla lavagna, dell’erba tagliata, della confortante cioccolata calda, infine quello del mare.
Con modestia e delicatezza l’autrice ci parla di argomenti delicati quali la sessualità, l’aborto, la malattia e l’amicizia, naturalmente. Le parole sono potenti, le frasi brevi, a volte senza verbo, e danno un ritmo mosso e incisivo alla storia. Tutto viene analizzato, spiegato, attraverso le pagine, con infinita tenerezza e benevolenza. È un romanzo rompicapo, un romanzo sull’infanzia, l’adolescenza, l’età adulta, un romanzo commovente su giuramenti e lealtà, con una trama nascosta e poi svelata dal libro autobiografico di Adrien, “Bianco di Spagna”.
Valérie Perrin si riconferma la regina dell’analisi delle relazioni umane, mostrando tutta la complessità dei sentimenti, con personaggi accattivanti, che comunque hanno tutti dei difetti. Se vi state chiedendo ancora perché ho adorato questo libro, beh, tornate subito a rileggere ciò che ho già detto. Uno smeraldo non è assolutamente sufficiente per rendere giustizia a questo romanzo che è un’ode alla vita, all’aiuto reciproco, alla tolleranza, all’accettazione dell’altro nelle rispettive differenze, all’amicizia come tutti dovrebbero concepirla.