Tra di noi una vita intera di Melanie Levensohn
Trama Parigi, 1940. Judith, giovane studentessa ebrea, è minacciata dall’occupazione nazista ed è ormai costretta a vivere in clandestinità. Insieme al fidanzato Christian, figlio di un ricco banchiere, progetta una fuga in Svizzera ma, a poche ore dalla partenza, il suo nascondiglio viene scoperto e lei deportata. Da allora non si sa più nulla di lei. Montreal, 1982. Jacobina non ha mai avuto un buon rapporto con il padre e sono decenni che vive a Washington, ma adesso il padre è in punto di morte e le ha chiesto di andare al suo capezzale per farsi fare una promessa solenne: Jacobina deve impegnarsi a cercare Judith, una sorellastra di cui lei ignorava l’esistenza e che il padre ha visto per l’ultima volta a Parigi prima della guerra e prima di abbandonare la Francia per rifarsi una vita in Romania. Washington, 2006. Béatrice, parigina, lavora alla Banca Mondiale e si è trasferita da poco negli Stati Uniti. Nonostante il lavoro massacrante, Béatrice opera anche come volontaria in un centro di assistenza. Le viene affidata una signora anziana, Jacobina, che vive da sola e che non sembra provare alcuna simpatia per chi la assiste: ma quando scopre di avere di fronte una ragazza francese decide di mantenere finalmente la promessa fatta al padre e le chiede di aiutarla a trovare notizie della sorella mai conosciuta. La storia narrata da Jacobina spinge Béatrice ad avviare una ricerca attraverso i decenni e i continenti, una ricerca che la porterà a scoprire una verità che la coinvolge ben più di quanto non pensi.
Tra di noi una vita intera di Melanie Levensohn. Edito il 06.06.2019 da Corbaccio. Genere: romanzo storico. 311 pagine
Quello di cui vi parlo oggi è un romanzo molto bello che affronta vari argomenti quali il destino, il caso, le occasioni perdute, il tutto inseguendo, principalmente, la storia di tre personaggi differenti, più i personaggi secondari, spesso non meno rilevanti ai fini della trama, che ruotano intorno a loro. La sua lettura è un continuo alternarsi di ricerca e scoperta, sino ad arrivare a un bel colpo di scena finale che non potrà non soddisfare il lettore e farlo riflettere su quella che, a volte, può essere la vita, colpo di scena di cui, naturalmente, non posso dirvi di più.
Le protagoniste vivono in momenti temporali differenti e in città diverse, ma, nonostante questo, le loro vite sono profondamente intrecciate senza che neanche lo sappiano. L’autrice è bravissima nel sviscerare sia la trama che questi intrecci. Nel 1982, a Montreal, conosciamo una giovane Jacobina al capezzale del padre che, in punto di morte, le rivela dell’esistenza di una sorellastra di cui ha perso le tracce a causa della guerra e le fa promettere di cercarla. Nel 2006, a Washington, facciamo la conoscenza di Beatrice, una donna stacanovista, profondamente impegnata nel suo lavoro e ambiziosa, intrappolata da tre anni in una di quelle relazioni in cui ti sembra di rimanere sempre allo stesso punto con un uomo vedovo e padre di un’adolescente viziata. Beatrice si ritrova per caso a fare volontariato presso una signora anziana che vive da sola, Jacobina, appunto, e dopo aver conosciuto la sua storia s’impegna ad aiutarla nella ricerca di quella sorellastra mai conosciuta. Infine, nella Parigi occupata dai nazisti, seguiremo le vicende di Judith, il suo lavoro da bibliotecaria, le leggi razziali che avranno un effetto devastante sulla sua vita e su quella della madre, e l’inaspettata storia d’amore con un ragazzo ricco che cercherà di proteggerla più volte fino alla fine. Judith, come è evidente, è la sorellastra di Jacobina, di cui si sono perse le tracce ad Aushwitz.
Una volta che avrete cominciato questa lettura, non sarete in grado di smettere per scoprire cosa il destino ha riservato a Judith, ma anche le vicende di Beatrice non sono da meno.
Come ormai sapete io sono un’appassionata dei romanzi d’esordio, ma scoprire che Melanie Levensohn non aveva mai scritto nulla prima d’ora, mi ha fatto venire la pelle d’oca. Se questo è un romanzo d’esordio, signori miei… è praticamente perfetto. Ancora più affascinante, poi, è stato scoprire che è tratto dalle vicende vere di una parente le cui tracce si sono perse ad Aushwitz.
Se avete voglia di un libro profondo e appassionante, che affronti le vicende dell’olocausto da un nuovo punto di vista e non vi dispiacciono i finali dalle opportunità mancate, allora affidatevi alla penna di questa autrice. Non ve ne pentirete.