The Skin I’m in. Il colore della mia pelle di Sharon G. Flake
A tredici anni Maleeka sa già che non importa cosa indossi, come ti pettini, quanto ci provi: a scuola qualcuno troverà comunque il modo di farti sentire diversa e sbagliata. Ecco perché ormai si lascia comandare a bacchetta da Char, la bulletta peggiore dell’istituto. Fino all’arrivo della professoressa Sanders, con i suoi completi di marca e la voglia sul viso che la renderà subito oggetto di scherno. Sarà lei a vedere il potenziale di Maleeka, aiutandola ad affrontare i pregiudizi dei compagni e a scoprire la passione per la scrittura. Un romanzo – scritto in prima persona dalla protagonista tredicenne Maleeka – che affronta temi molto attuali come il razzismo, l’accettazione di se stessi, la violenza che si subisce a scuola, la forza di non piegarsi di fronte alle minacce. Una scrittura e un linguaggio capaci di entrare immediatamente nel cuore di tutti, giovani e meno giovani.
The Skin I’m in. Il colore della mia pelle di Sharon G. Flake, libro per ragazzi pubblicato da Giunti il 7 aprile.
Quando ho notato questa uscita ho pensato fosse perfetta viste le notizie che sentiamo ogni giorno al telegiornale, atti di violenza, di razzismo, di intolleranza, capirete bene il mio stupore quando, giunta alla fine, ho scoperto che in lingua è stato pubblicato nel 1998. Una tematica che a noi risulta così attuale in America era già sentita più di venti anni fa e questo mi ha dato modo di pensare a quanti pochi passi avanti abbia fatto la nostra società. Maleeka è l’emblema di tutto questo, vive ogni cosa sulla propria pelle e arriva a non accettare ciò che è perché gli altri le fanno sentire quanto sia sbagliata. Ho cercato di comprendere ogni suo gesto, ogni suo errore, ogni sua frase detta per rabbia e ci sono riuscita anche se non ho potuto appoggiarla sempre.
Tredici anni sono un’età difficile indipendentemente dal colore della tua pelle e dalla tua estrazione sociale, essere accettati è la cosa che più ti preme e per farlo Maleeka scende a patti con se stessa, compie gesti che non dovrebbero appartenere alla sua persona, si fa mettere i piedi in testa dalle bulle della scuola e accetta tutto di buon grado. Le offese di fronte a tutti sono all’ordine del giorno, le continue prese in giro per come si veste, per come si pettina, per il colore della sua pelle troppo scuro anche per chi è di colore come lei. Maleeka accetta tutto, non si ribella, subisce passivamente nella vana speranza di essere accettata dal gruppo che la aggredisce verbalmente ogni giorno, il branco che la tratta come una nullità, che la scimmiotta e canta a squarciagola una canzoncina per farla sentire in difetto. Se penso che ogni giorno ci sono ragazzi che devono subire tutto questo, che non hanno la forza di volontà di denunciarlo, mi si spezza il cuore.
Il raggio di luce nella vita scolastica di Maleeka è rappresentato dalla nuova professoressa di lettere, la Sanders, ma lei non è pronta ad accettare qualcuno che le porga la mano e voglia aiutarla, troppo concentrata su se stessa e sul mostrarsi come tutti gli altri, certa di poter raggiungere questo risultato prestandosi ai soprusi di Char, una ragazzina profondamente insicura che vuole tutti i ragazzi ai suoi piedi e che se non ottiene ciò che si aspetta è pronta a tutto per farla pagare a chi di dovere. Se non è bullismo questo non so cosa lo sia. Char è l’esempio peggiore sa seguire, ma Maleeka crede che starle vicino sia la scelta migliore e che solo così possa farsi accettare, non capendo che l’unico modo per essere apprezzati dagli altri è imparare a piacersi, smettendola di sminuirsi e circondandosi di persone che davvero apprezzano la persona che sei e non ti usano.
La professoressa Sanders metterà tutta se stessa per aiutare Maleeka e lo farà anche quando lei non ne vorrà sapere di afferrare la mano che le viene tesa. Si dice che ogni persona si salvi da sola ed è vero perché anche se un altro ti offre una scialuppa di salvataggio sta a te decidere di accettarla e Maleeka non è ancora pronta a farlo, dovrà prima toccare il fondo e rischiare non solo di perdere tutto, ma anche di mettere in pericolo gli altri.
The Skin I’m in. Il colore della mia pelle è un libro per ragazzi, ma per le tematiche affrontate e la forza delle parole usate, credo sia adatto dalla terza media in avanti, non mi sento di consigliarlo a ragazzi di età inferiore. Leggetelo con la consapevolezza che non sarà una lettura semplice e che le situazioni affrontate dalla protagonista sono parecchio toste.