The learning hours di Sara Ney
Trama Lui non è uno stronzo, ma questo non impedisce ai suoi amici di provare a farlo diventare tale.
I MIEI AMICI VOGLIONO CHE IO FACCIA SESSO.
Al punto da tappezzare l’intero campus con la mia brutta faccia e la scritta a caratteri cubitali:
“Sei tu la donna fortunata che sverginerà il nostro coinquilino? Lui: un uomo socialmente impedito con un pene di medie dimensioni che cerca una partner sessuale consenziente. Tu: basta che respiri. Ricambierà con sesso orale.
Messaggiatelo al: 555-254-5551”
Quegli idioti non sanno neanche scrivere. E i messaggi che sto ricevendo sono materiale per sogni erotici. Ma io non sono come quegli stronzi, non importa quanto si sforzino di farmi diventare come loro.
NON E’ QUESTO IL GENERE DI ATTENZIONI CHE VOGLIO!
Un messaggio spicca tra centinaia di altri. Un numero che non riesco a convincermi a bloccare. Lei sembra diversa. Più sexy, perfino in bianco e nero.
Tuttavia, dopo averla incontrata di persona, so che non è la ragazza per me. Ma i miei amici non la smettono… proprio non ci arrivano.
Stronzi o no, c’è una cosa che non capiranno mai: le ragazze non mi vogliono.
Soprattutto lei.
Recensione della Queen – The learning hours di Sara Ney, terzo capitolo della serie How to date a douchebag, sport romance uscito il 21 aprile grazie alla Hope Edizioni.
Rhett Rabideaux ha rinunciato a tutto per frequentare l’Iowa State collage con una borsa di studio per il wrestling durante il suo ultimo anno. Il suo arrivo non viene accolto molto bene dai compagni di squadra, che iniziano dei pesanti atti di nonnismo, finendo addirittura per affiggere dei volantini con sopra la sua faccia e il numero di telefono, per fare in modo che si sciolga e inizi a fare sesso con delle ragazze.
Non sono bello. Non sono spigliato. Sono goffo e ho un’imbarazzante volume di inesperienza.
Rhett sa di non essere particolarmente bello, e come potrebbe mai dimenticarlo con i suoi compagni di squadra che glielo ricordano costantemente.
Inizia a ricevere centinaia di messaggi da ragazze sconosciute, ma soltanto una attira la sua attenzione, e si scambiano vari messaggi prima di decidere di incontrarsi.
Laurel risponde all’inserzione sul volantino quasi per scherzo, volendo giocare un po’ con il brutto anatroccolo della squadra di wrestling.
Dopo alcuni giorni in cui si sono scambiati molti sms e una semplice conversazione telefonica, inizia a vedere Rhett sotto una luce diversa, e ben presto si rende conto che è molto più di una faccia sgradevole e un fisico atletico.
Più impara a conoscerlo, più cerca la sua attenzione, ma c’è un problema, Lauren ha mentito all’inizio su chi fosse e sulle sue intenzioni, e dovrà lavorare molto per riuscire a conquistare la sua fiducia.
Perché. Perché tutta la nostra amicizia è nata come uno scherzo, una stupida burla in cui i miei coinquilini idioti e sua cugina ci hanno buttato dentro. Laurel non mi avrebbe mai scritto.
Rhett è un personaggio straordinario, un ragazzo d’altri tempi, senza fronzoli per la testa, con dei sani valori morali e un’anima pura. Conoscendo bene il suo aspetto, ha un carattere molto insicuro, e quando nella sua vita arriva quest’angelo dai capelli rosso fuoco, rimane spiazzato e non sa come gestire la situazione, perché non riesce a credere che una tale creatura possa desiderare di stare con un ragazzo goffo e poco attraente come lui.
«D’accordo! Vuoi che ti faccia lo spelling? Mi piaci, va bene? Giusto per essere chiari su cosa sta succedendo.» Mi ritraggo. «Ti piaccio?» «Sì, idiota che non sei altro!» Scuote la testa. «Sì. Mi piaci, come hai fatto a non capirlo ancora?» Apro la bocca. La richiudo. Penso di stare per sentirmi male. Vomiterò proprio qui sul marciapiede di fronte al municipio e alla biblioteca. Non ho mai chiesto a una ragazza di uscire, mai, e non so se posso iniziare adesso. A nessuna piace questo. Non qualcuno che abbia questo aspetto.
Cosa ci fanno le donne belle con uomini brutti? Innamorarsi di un uomo brutto è possibile?
È inutile nascondersi poiché tutti almeno una volta davanti ad una disparità di questo tipo ci siamo posti la stessa identica domanda. Solo che quando capitano situazioni di questo genere ci si dimentica che tale differenza viene vista solamente dagli occhi di chi guarda dall’esterno, e quindi noi, mentre la partner di turno non si pone nemmeno il problema.
Molte volte infatti, questo accade per via di una società che impone degli stereotipi sbagliati che portano a pensare che una donna bella debba stare a sua volta con un uomo che esteticamente sia alla sua altezza. Ma la vera realtà è che l’uomo bruttino piace anche alle donne di bell’aspetto le quali non si pongono alcun limite ad intraprendere una relazione con un maschio meno avvenente.
L’imperfezione è molto più intrigante della perfezione, non credete?
Ora un uomo può anche non essere di bell’aspetto, tuttavia può avere un carattere o un savoir faire che lo rende affascinante agli occhi delle donzelle. Si guarda oltre all’apparenza per vedere cosa si nasconde nel cuore e nel cervello. La realtà è che alla fine la vera regola è che non conta se lui è brutto e lei bella, ciò che importa è che “non bello ciò che bello, ma è bello ciò che piace”, senza dar importanza e peso al giudizio altrui.
E voi che ne pensate miei cari Smeraldi?
Alla prossima lettura un abbraccio la vostra Queen Morena!