The Hunger. Affamati di Alma Katsu

The Hunger. Affamati1846 Dopo aver viaggiato per settimane verso Ovest, in direzione della California, un gruppo di pionieri si trova di fronte a un bivio. Per il leader della spedizione, George Donner, è il momento di fare una scelta. Davanti a lui, infatti, due strade che conducono alla stessa destinazione. Una è già nota come una pista sicura, ma dell’altra, ancora sconosciuta, si vocifera che potrebbe essere più corta. La decisione di Donner avrà ripercussioni sulle vite di tutti coloro che sono in viaggio con lui. Il caldo cocente del deserto sta per lasciare il posto a venti pungenti e a un freddo acuto in grado di congelare il bestiame. Spinti verso la follia dalla fatica e dalle privazioni, i membri del gruppo dovranno lottare per la sopravvivenza. Mentre i bambini cominciano misteriosamente a scomparire. Ma la minaccia più pericolosa che i pionieri dovranno affrontare non è la furia della natura, bensì qualcosa di più primitivo e feroce che si sta risvegliando.

Recensione di Loreads – The Hunger. Affamati di Alma Katsu pubblicato da Newton Compton il 25 ottobre. 

Non conoscevo questa autrice, non la conoscevo e devo ammettere, con immenso rammarico, che è un vero peccato, perché spulciando un po’ in rete ho ricostruito la sua biografia scoprendo la sua grande passione per la storia. Non la conoscevo perché mi sarei ricordata un nome curioso come Alma Katsu, nome che tradisce origini asiatiche dalla parte materna. Autrice già edita in Italia con titoli di narrativa per adulti che mescolano elementi storici a quelli fantasy.

Ma allora perché ho scelto “The hunger”? Beh, guardate la cover e ditemi se vi sareste fatte sfuggire un titolo consigliato dal Re. Sulla copertina di “Affamati” c’è un avvertimento di Stephen King: “Una terrificante storia vera, non leggetela al buio”.

E se il Re si scomoda per consigliare un titolo ai suoi fedeli sudditi, non si può fare a meno di chinare il capo e ubbidire. Se leggerete “The hunger”, capirete anche perché sia tanto piaciuto a Stephen King: Alma Katsu, su un fatto storico realmente accaduto, ha costruito una trama credibile e spaventosa, dove il reale si mescola sapientemente al soprannaturale e i due elementi si ritrovano a convivere capitolo dopo capitolo, in maniera raccapricciante. Più volte, durante la lettura, ho pensato di mollare il libro, ma la curiosità ha sempre avuto la meglio sul disagio di leggere di uomini trasformati in cannibali per sopravvivere.

“The hunger” prende spunto da quella che viene ricordata come la “spedizione Donner” o “Donner party”.

Siamo nella prima metà del 1800, maggio 1846, quando un gruppo di pionieri statunitensi parte alla volta della California, in cerca di migliori condizioni di vita. C’è il brivido dell’ignoto, un Ovest ancora tutto da scoprire, il continente è ancora giovane e le terre sono ancora vergini e inesplorate. I partecipanti della spedizione appartengono a famiglie più o meno agiate, hanno venduto i loro averi per un futuro incerto in una terra straniera. Viaggiano su carri attrezzati come case e trainati da buoi e cavalli. A capo della spedizione troviamo George Donner, di 62 anni, partito insieme alla moglie Tamsen, più giovane e avvenente di lui, i cinque figli e la famiglia del fratello Jacob. Donner si è fatto costruire il carro più bello, ma anche il più scomodo per la traversata.

“Il veliero delle praterie, l’enorme carro personalizzato era stato sulla bocca di tutta Springfield.. Il pianale era stato ampliato per fare spazio a una panchina e a una piccola dispensa coperta. Conteneva perfino una stufa con la canna fumaria che scaricava da un buco nella coperta di tela.“

James Reed è il più facoltoso tra gli uomini della spedizione, viaggia con la moglie, i figli e la suocera che morirà di tubercolosi durante la traversata.

I Graves sono invece una famiglia di contadini con nove figli. Lasciano l’Illinois perché è andato in fumo il matrimonio della figlia maggiore Mary, e con questa unione il capofamiglia sperava di ripagare i suoi debiti. Ma il promesso sposo di Mary muore poche settimane prima del matrimonio, e al clan dei Graves non rimane altra scelta che partire in cerca di fortuna.

Charles Stanton viaggia da solo, ha un carattere chiuso e poco socievole, caratteristiche che non lo rendono simpatico agli altri pionieri. Charles stringe amicizia con Edwin Bryant, altro viaggiatore solitario. Edwin non è interessato alla California, è un giornalista che sta scrivendo un articolo sulle abitudini delle tribù dei nativi americani, i Washoe e i Paiute.

Si sussurra che queste tribù siano dedite a sacrifici umani per ingraziarsi gli spiriti del bosco.

Keseberg ha origini tedesche, un carattere violento ed è temuto da tutti. È l’unico che conosce la strada per la California, lo zio cercatore d’oro l’aveva battuta ed esplorata sei anni prima.

Dopo la prima settimana di viaggio, Bryant decide di lasciare la carovana e proseguire da solo. Teme che si stiano muovendo troppo lentamente, che il resto del gruppo sia rallentato dai bambini, dal bestiame ma soprattutto perdano tempo in serate alcoliche. Cerca di coinvolgere Stanton a partire con lui, ma Charles ammaliato da Tamsen, la moglie di Donner, rifiuta.

Tamsen è una donna misteriosa con la passione per le erbe medicinali, ne raccoglie parecchie durante il viaggio. Le servono per costruire i suoi amuleti protettivi. Sente le voci della natura, avverte le presenze intorno a sé. Non voleva partire per la spedizione e non voleva nemmeno proseguire in quella che all’epoca era conosciuta come la scorciatoia di Hastings.

Hastings è a capo di un’altra carovana partita settimane prima di quella dei Donner. Vanta la conoscenza di una scorciatoia, ma quando la spedizione guidata da George Donner raggiunge Blacks Fork , luogo in cui le due carovane dovevano incontrarsi per proseguire insieme, di Hastings non c’è più traccia. È ripartito senza aspettarli, lasciando come indicazioni alcune lettere attaccate agli alberi per indicare le loro tracce.

Jim Bridger gestisce una stazione commerciale a Blacks Fork. Potrebbe scoraggiare la carovana dei Donner a intraprendere un cammino poco battuto in mancanza della guida. Invece intravede nella spedizione una opportunità per arricchirsi e li incoraggia a proseguire seguendo la scorciatoia.

È l’inizio dell’incubo, la carovana si ritrova davanti a paesaggi aspri, inesplorati, poveri di cibo e acqua .

La storia ufficiale racconta che, perso il bestiame e in mancanza di cibo, rallentati dalle nevicate invernali, i pionieri cominciarono a nutrirsi di carne umana, di quei compagni che morti per inedia permisero loro di sopravvivere al lungo inverno e di arrivare a destinazione ormai decimati.

Alma Katsu, invece, ha inserito elementi soprannaturali e ha reso la trama di “The hunger” agghiacciante e spaventosa, non adatta ai deboli di cuore, ma affascinante e interessante agli occhi del lettore: sparizioni misteriose di bambini restituiti alle loro famiglie morti con i corpi devastati, leggende di spiriti maligni legate alla tribù native e poi lei, la Nàit.

“La Nàit è la fame. Uno spirito maligno che può passare da un uomo all’altro. Una leggenda antichissima tra i popoli anche se mai confermata con prove concrete.”

La struttura del romanzo non ha un’unica voce narrante, la storia si dipana, di capitolo in capitolo, attraverso pensieri e azioni dei protagonisti, intervallati da paragrafi prettamente epistolari, in cui troviamo personaggi esterni alla vicenda che ci raccontano eventi precedenti o successivi alla spedizione, come se fossero spettatori di una tragedia annunciata. Questi cambi narrativi creano dinamicità alla trama rendendola più accattivante. Non so dirvi se il libro mi sia piaciuto, l’ho dovuto letteralmente digerire prima di potervene parlare. Alterno momenti in cui lo esalto ad altri in cui sento i crampi allo stomaco. Oggi è il turno dell’esaltazione, quindi 4 stelle.

4 stelle

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Una risposta

  1. Patrizia ha detto:

    Mai sentita questa autrice. La segno

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