The Giver di Lois Lowry
Jonas vive in un mondo perfetto, dove non esistono guerre né fame né dolore. Tutto è meticolosamente organizzato, e a dodici anni ogni cittadino riceve l’incarico cui è destinato. Finché alla Cerimonia dei Dodici Jonas viene scelto come nuovo Portatore di Ricordi, un ruolo unico nella comunità. Addestrato dal Donatore, il ragazzo scoprirà l’esistenza di un passato sconosciuto, di cui rivivrà gli orrori, ma anche tutto ciò che è stato sacrificato in nome della perfezione. E allora la sconvolgente verità metterà Jonas di fronte alla scelta più straordinaria della sua vita. Età di lettura: da 10 anni.
The Giver di Lois Lowry, libro distopico per ragazzi pubblicato per la prima volta nel 1994 e riproposto da Mondadori in una nuova veste l’11 maggio di quest’anno.
L’edizione è splendida, di quelle che io amo, se fosse possibile vorrei solo edizioni così. Quando l’ho ricevuto in dono ho pensato a un segno del destino perché io di questo libro mi sono invaghita fin da quando l’ho notato la prima volta. Non mi ero soffermata sulla trama perché mi chiamava a gran voce in qualsiasi caso, senza bisogno di ulteriori incentivi, e così tutto quello che è arrivato con la lettura è stato inaspettato. Solo in seguito ho scoperto che di questo libro è stato tratto un film, per comprendere meglio il libro mi hanno suggerito di vederlo, ma ho deciso di scrivere la recensione senza questo passaggio, certa che sia giusto non essere influenzata in nessun modo.
Sono una lettrice di distopici, sono abituata a provare sensazioni di grande fastidio quando mi immergo in storie simili e quindi il mondo di The Giver non mi ha scioccato in particolar modo, semmai quello che mi ha lasciato perplessa è lo scarso approfondimento. La scelta dell’autrice potrebbe essere stata fatta per lasciare tutto in qualche modo asettico, in fondo se l’intera popolazione non può provare sentimenti ed emozioni come si possono descrivere le persone che vivono questa realtà? Questo è il primo volume di una saga e nelle note finali scopriamo che nei successivi volumi ci sarà spazio solo per due protagonisti, gli altri non ci è dato sapere come vivranno il proseguo della loro vita e questo a me non fa impazzire. Sono abituata a incontrare personaggi che poi non vengono abbandonati a se stessi, qualsiasi sia il loro futuro mi piace saperlo, anche se sarà nefasto, anche se il personaggio non merita nulla, sono una di quelle lettrici che vuole tutto apparecchiato. Non amo i finali sospesi, non amo che non venga messa la parola fine a una storia e anche il ‘e vissero tutti felici e contenti’ mi provoca un pochino di orticaria quindi capirete bene che non possa essere felice del finale di The Giver e lo sono ancor meno nell’aver scoperto che anche in caso proseguissi la serie non saprei mai che fine faranno gli abitanti della comunità che l’autrice mi ha fatto conoscere.
Certo questo libro non è nato con l’intento di fornire un quadro completo delle vite dei personaggi che incontriamo, ma vuole far riflettere il lettore circa la bellezza di poter fare delle scelte, la possibilità di sbagliare e anche poter decidere di perseverare nell’errore. Sembra una cosa banale, ma non la è, non è così in ogni parte del mondo e anche se non si arriva alla maniacalità descritta in The Giver ci sono comunità in cui tutto è regolato, esistono sette che ti fanno prigioniero e ti obbligano a sottostare alle loro scelte, che potrebbero non coincidere con le tue.
In The Giver viene descritto un mondo definito perfetto, non c’è fame, non c’è dolore, non ci sono guerre, certo questo è splendido, ma insieme a tutte queste cose negative viene sottratto molto di più, perché dove non esiste il male non vi è nemmeno amore. L’amore è il sentimento più alto che possiamo provare e se viene a mancare questo come si può dire di vivere davvero? Nel mondo perfetto in cui vive Jonas le emozioni non esistono e le pulsioni vengono spente sul nascere. Le famiglie vengono preconfezionate, i partner non si scelgono, i bambini vengono assegnati, due per ogni famiglia, un maschio e una femmina, questi individui condividono la quotidianità, ma non creano mai un vero legame.
L’anno dei dodici è quello del grande cambiamento per ogni bambino, durante la cerimonia scoprono l’incarico a loro assegnato. Gli Anziani studiano i bambini, li tengono d’occhio, per non sbagliare assegnazione e difficilmente questo avviene. Non ci sono incarichi meno importanti perché dipende dall’attitudine di ognuno, ma alcuni di questi vengono bistrattati, come ad esempio quello di Generatrice, dopo tre gravidanze la donna viene messa tra i Faticanti a fare lavori pensanti. I nuovibimbi non vengono allevati da chi li mette al mondo perché non può esistere nessuna connessione e se capita un parto gemellare con due bimbi identici solo il più pesante viene tenuto, l’altro deve essere ‘scaricato’. Anche gli Anziani e coloro che commettono un errore più di due volte vengono ‘scaricati’, avrete compreso che non è una cosa bella, ma gli abitanti dedicano a questa pratica addirittura una cerimonia di commiato per gli Anziani, come se fosse il loro funerale, ma in realtà nessuno di loro è arrivato alla propria fine biologica.
Jonas vede tutti i suoi compagni sfilare davanti a lui, tutti trovano la loro occupazione futura, quello per cui verranno addestrati e non capisce perché lo abbiano saltato. Il motivo è presto detto, viene scelto come nuovo Portatore di Ricordi. Non esiste cosa più importante, sarà il Donatore, l’attuale Portatore di Ricordi a trasmettere a Jonas tutto quello che sa, tutto quello che il resto della comunità ignora. I Ricordi dei popoli passati sono un pesante fardello per chiunque e Jonas inizierà a porsi delle domande man mano che il passaggio di testimone avverrà, domande che dovranno necessariamente trovare delle risposte e che lo spingeranno a compiere qualcosa di molto avventato e impensabile fino a un anno prima.
Credo proprio che adesso seguirò il consiglio che mi è stato dato e mi concederò di vedere il film che è stato tratto, chissà che mi faccia venire voglia di proseguire la saga. Se avete letto l’intera saga di The Giver fatemi sapere cosa ne pensate.