Terramarina di Tea Ranno
È la sera della vigilia di Natale e Agata, che in paese tutti chiamano la Tabbacchera, guarda il suo borgo dall’alto: è un pugno di case arroccate sul mare che lei da qualche tempo s’è presa il compito di guidare, sovvertendo piano piano il sistema di connivenze che l’ha governato per decenni e inventandosi una piccola rivoluzione a colpi di poesia e legalità.
Ma stasera sul cuore della sindaca è scesa una coltre nera di tristezza e “Lassitimi sula!” ha risposto agli inviti calorosi di quella cricca di amici che è ormai diventata la sua famiglia: è il suo quarto Natale senza il marito Costanzo, che oggi le manca più che mai. E, anche se fatica ad ammetterlo, non è il solo a mancarle: c’è infatti un certo maresciallo di Torino che, da quando ha lasciato la Sicilia, si è fatto largo tra i suoi pensieri.
A irrompere nella vigilia solitaria di Agata è Don Bruno, il parroco del paese, con un fagotto inzaccherato tra le braccia: è una creatura che avrà sì e no qualche ora, che ha trovato abbandonata al freddo, a un angolo di strada. Sola, livida e affamata, ma urlante e viva.
Dall’istante in cui Luce – come verrà battezzata dal gruppo di amici che subito si stringe attorno alla bimba, chi per visitarla, chi per allattarla, vestirla, ninnarla – entra in casa Tabbacchera, il dolore di Agata si cambia in gioia e il Natale di Toni e Violante, del dottor Grimaldi, di Sarino, di Lisabetta e di tutta quella stramba e generosa famiglia si trasforma in una giostra. Di risate, lacrime, amurusanze, tavole imbandite, ritorni, partenze e sorprese, ma anche di paure e dubbi: chi è la donna che è stata capace di abbandonare ai cani il sangue del suo sangue? Starà bene o le sarà successo qualcosa? Cosa fare di quella picciridda che ha già conquistato i cuori di almeno sette madri e cinque padri?
Tea Ranno torna a percorrere i territori fiabeschi e solari dell’Amurusanza con il suo stile che fonde dialetto siculo e poesia e si lascia contaminare dal realismo magico sudamericano. Il risultato è una narrazione corale ipnotica, un moderno presepe fatto di personaggi vitali e incandescenti, una generosa parabola di accoglienza e solidarietà.
Terramarina di Tea Ranno, romanzo di narrativa in uscita oggi, 13 ottobre, con Mondadori.
Non avevo mai avuto il piacere di leggere questa autrice, così ho approfittato di questa nuova pubblicazione per conoscere la sua penna di cui avevo sentito solo cose positive. Appena iniziato mi sono resa conto della mia ingenuità, non avevo capito si trattasse del seguito di Amurusanza ma devo dire che, pur non avendolo letto non ho faticato a immergermi nelle atmosfere e nella storia.
Il linguaggio in un primo momento mi ha spiazzato, sono lombarda e il siculo non è esattamente il mio forte, ma la musicalità delle parole e il carattere dirompente dei personaggi che animano la vicenda sono riusciti nell’impresa di far sentire a casa una ‘nordica’ come me in un paesino sperduto della Sicilia, un paesino di collina che domina il mare e di notte sembra un presepe.
La Tabbacchera è la protagonista di questa storia, ma divide la scena con una picciridda e con tutti i suoi amati compaesani. Agata ha perso l’amato marito e ha trovato conforto tra le braccia del maresciallo Andrea che purtroppo è dovuto tornare a Torino, suo luogo di origine. Agata sente la sua mancanza e non vorrebbe nemmeno festeggiare il Natale, preferirebbe essere lasciata sola nella sua casa, ma con amici così è impossibile restare in solitudine. Se lei non va alla festa la festa andrà da lei, specie quando Don Bruno si presenta con un fagotto in braccio contenente una bimba appena venuta alla luce.
«Cos’è che stavo dicendo?» di nuovo chiese don Bruno. «Che questa» rispose Acquaforte «pare la scena di un film di Natale studiato a tavolino, e invece è solo opera di quel gran regista che si chiama Domineddio» aggiunse ispirato.
Nel frattempo facciamo la conoscenza della madre della piccola, una ragazza di soli sedici anni che ha deciso di portare avanti la gravidanza contro il parere degli zii che l’hanno in custodia da quando è rimasta orfana. La vita di questa ragazza da allora è stata un inferno e la piccola Terramarina non è stata concepita nell’amore, ma è amore quello che Lori prova per lei fin dal primo momento. La abbandona in un luogo sicuro perché vuole poterle dare un futuro migliore di quello che lei potrebbe offrirle. La ragazza infatti non solo è minorenne, ma è una fuggiasca, incolpata di un crimine con cui non ha nulla a che fare, ma si sa che in certi casi il denaro è in grado di comprare testimoni e di rovinare la vita di persone innocenti.
A Natale tutto è possibile, Lori e Agata hanno una visione che le mette in comunicazione e in men che non si dica Lori si ritrova a casa della Tabacchera proprio dove c’è la sua piccola. La connessione è immediata e implacabile, adesso non può più permettersi di lasciarla e, quando gli amici di Agata si renderanno conto che Lori è una ricercata decideranno che deve essere nascosta, perché loro sentono nel profondo del cuore che non può essere colpevole di un gesto simile. L’arrivo inaspettato del maresciallo porterà un po’ di scompiglio e la Tabacchera chiederà ad Andrea un grande sacrificio. Il maresciallo, ligio al suo dovere e a ciò in cui crede indagherà su ciò che accadde quella notte, perché non bastano le sensazioni a scagionare Lori, ci vogliono delle prove e per trovarle bisogna fare le dovute ricerche.
La piccola Luce, questo sarà il nome scelto da Agata e da Lori, con la sua sola presenta rischiarerà la notte di Natale e porterà serenità nei cuori di tutta questa splendida famiglia fatta di tanti amici con un cuore enorme. Terramarina riesce a portare la favola nella quotidianità, dipingendo un mondo che è reale e allo stesso tempo fantastico perché la gentilezza e la generosità sono in grado di trasformare qualsiasi situazione terrena in fiabesca. Ho apprezzato il racconto che Tea Ranno ha narrato con una penna efficace, leggera e intensa allo stesso tempo. Un libro infarcito di buoni sentimenti in grado di dimostrare che l’amore vince sempre sull’odio e che dobbiamo essere in grado di donarci al prossimo e difendere sempre ciò in cui crediamo.