Sono stata Alice di Melanie Benjamin

Sono stata AlicePochi romanzi sono amati quanto “Alice nel Paese delle Meraviglie”. Ma chi era veramente l’eroina del romanzo di Lewis Carroll? Alice Pleasance Liddell invita a compiere un viaggio nella sua memoria e nel corso della sua lunga esistenza, segnata da un libro – e da un dagherrotipo, nel quale era ritratta da bambina – che l’ha consegnata all’immaginario della propria epoca e degli anni a seguire. Racconta la sua affascinante storia, la vita trasgressiva e avventurosa a cavallo fra la fine dell’Ottocento e i primi trent’anni del Novecento, e la verità celata dietro il misterioso rapporto con il reverendo Charles Dodgson, alias Lewis Carroll: anche se permane l’ombra dell’ambiguità, la loro sarà una vera storia d’amore, sia pure di quelle che esistono soltanto nelle fiabe. “Sono stata Alice” è la biografia affascinante e maliziosa di Alice Liddell, l’io narrante del romanzo, nella quale s’intrecciano realtà e finzione, in un continuo gioco di specchi tra l’Alice letteraria di Carroll e quella “reale” immaginata dall’autrice; e insieme, è un affresco vivido dell’epoca vittoriana, dei suoi rigori, delle sue contraddizioni.

Recensione di Dannyella – Sono stata Alice di Melanie Benjamin pubblicato da Fazi editore nel 2010.

Comprai il libro Sono stata Alice qualche anno fa sulla baraonda di intense emozioni che mi aveva provocato la lettura di un’altra intensissima opera di Melanie Benjamin (La moglie dell’aviatore). Ricordo che iniziai a leggerne qualche pagina già a suo tempo ma feci fatica ad appassionarmi alla storia e quindi lasciai subito perdere. Del resto chi mi conosce sa che penso ci sia un momento giusto per ogni libro ed ecco infatti che qualche giorno fa, complice un trasloco che ha riportato il testo in auge, tra i primi posti nella libreria, mi sono ritrovata con questo libro in mano. Ho cominciato ad avvicinarmi alla storia e devo dire che ancora una volta il primo centinaio di pagine sono state di difficile lettura, quasi inquietanti per quel tema così particolare ma qualcosa mi ha spinto ad andare avanti e ora, a pochi minuti dall’aver letto la parola fine, sono felice di averlo fatto. Melanie Benjamin è capace di scrivere dei piccoli capolavori, di un’intensità incredibile. I suoi personaggi ti entrano nell’anima e sono capaci di farci radici e rimanerci a lungo.

Ma andiamo con ordine. Tutti conosciamo il grande classico Alice nel paese delle meraviglie, chi per aver letto la favola da bambini, chi per aver visto il cartone, chi per aver apprezzato il film, eppure quasi tutti si saranno imbattuti volendo o no, in questo classico. Alcuni l’avranno apprezzato senza farsi domande sul suo valore simbolico, altri saranno rimasti interdetti dal suo significato (è questo il mio caso), forse per questo quando ho letto che Melanie Benjamin aveva ricostruito la vera storia della bambina che ha ispirato Lewis Carroll, questo ha provocato in me una certa curiosità. Ed eccomi qui alle prese con la storia di Alice Liddell, la protagonista che all’inizio quasi disapprovi, ma che poi, non sai come, ti ritrovi a piangere dei colpi bassi che la vita le riserva.

Questo romanzo ricopre un arco temporale piuttosto ampio. Il primo capitolo è ambientato nella Oxford del 1859, l’ultimo a Cuffnells nel 1932: 73 anni, una vita… la vita appunto della protagonista Alice Liddell, la quale ci viene presentata come una bambina vivace che non riesce a stare impettita senza sporcare i suoi abitini bianchi come la sorella perfettina, Ina, e che ha seri problemi a tenere la lingua a posto, ma senza malignità. Ma alla piccola Alice non possono essere perdonati i peccati soliti dell’infanzia, a lei non è concessa un’infanzia normale, perché è la figlia del decano di Oxford: questo vuol dire che trascorre la sua vita all’interno di Oxford, tra professori e studenti (che invidia!) e che il suo comportamento deve essere esemplare. Alice sin da piccola è attorniata da personaggi reali e da personalità illustri come il critico Ruskin e tra gli altri spicca Charles Dodgson (alias Lewis Carrol) che ha un rapporto speciale con le piccole di casa Liddell. Quest’uomo dalla personalità bizzarra riesce ad attrarre le piccole come una calamita tanto che tutte finiscono per pendere dalle sue labbra e dalle sue avvincenti storie. Ma è corretto il rapporto che Dodgson instaura con la sua preferita, la piccola Alice, o esso nasconde dei risvolti inquietanti? Può una conoscenza pregiudicare tutta la vita di una persona?

Lungi dal voler fare degli spoiler, la domanda che bisogna veramente farsi prima di iniziare questo libro è: e se dietro l’ispirazione di uno dei classici più amati al mondo ci fosse una storia dai risvolti inquietanti che ha come protagonista una bambina di sette anni? Una storia che leggerei solo dalla delicata e sempre elegante penna di Melanie Benjamin.

Una lettura consigliata per menti curiose, che vogliono concedersi una lettura sicuramente diversa e che vogliono conoscere lo stupendo, a mio parere, stile della Benjamin.

Immagino che prima o poi dobbiamo tutti decidere quali ricordi, reali o meno, vogliamo trattenere e quali lasciare andare.

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