Sono esaurita di Sophie Kinsella
Trama Cosa sta succedendo a Sasha? A trentatré anni ha un ottimo lavoro, almeno sulla carta, che però le toglie tutte le energie. Si sente terribilmente stanca, non frequenta più gli amici, di amore e sesso non vuole neanche sentir parlare, ha attacchi di panico e prova un senso di vuoto e di profondo disorientamento. In poche parole, non ce la fa più. È esaurita. Così un giorno, di punto in bianco, scappa a gambe levate dal suo ufficio determinata a non tornare indietro. Incoraggiata da sua madre e piena di buoni propositi, decide di partire per cercare di riprendersi dal burnout. Sceglie un posto che le è caro, un villaggio sulle coste del Devon dove ha passato con la famiglia i momenti più felici della sua infanzia. Una bella vacanza al mare fuori stagione è proprio quello che ci vuole. È febbraio, fa un freddo tremendo e l’hotel dei suoi ricordi non è più quello di un tempo, cade a pezzi ed è popolato da personaggi a dir poco stravaganti. Ma soprattutto Sasha deve condividere la spiaggia con Finn, l’unico altro ospite dell’albergo, un uomo scorbutico, insopportabile e stressato come lei. Non hanno niente da dirsi e si tengono alla larga fino a quando sulla sabbia compaiono dei messaggi misteriosi che potrebbero essere rivolti proprio a loro due. E se avessero più cose in comune di quanto non credano? In questa nuova commedia romantica, Sophie Kinsella affronta un tema serio e delicato come il burnout con piglio inimitabile e grande ironia, senza perdere di vista il suo innato ottimismo.
Sono esaurita di Sophie Kinsella, libro di narrativa romantica pubblicato da Mondadori lo scorso 24 ottobre.
Quello con Sophie Kinsella è un rapporto d’amore che dura da più due decadi. Dell’autrice britannica ho letto praticamente tutto, dalla più famosa serie legata allo shopping ai romanzi meno conosciuti pubblicati con il suo vero nome. Con Sono esaurita non è scattata immediatamente la scintilla, più volte all’inizio del libro ho avuto la tentazione di abbandonarne la lettura e riservarla a un momento più propizio. Posso scrivere con assoluta certezza che avrei commesso un errore madornale. Ho capito, a libro terminato, che la mia resistenza a lasciarmi travolgere dalla storia altro non era che la paura di rivedere nella protagonista Sasha molti aspetti della mia vita. Ci siamo immedesimate tutte nella frivolezza di Becky Bloomwood di I love shopping e la sua ossessione per gli acquisti compulsivi, ma riconoscersi nelle fragilità di Sasha, condividerne il peso è stato quasi un percorso psicologico, un lungo tunnel buio alla ricerca della luce.
Sasha conduce una vita frenetica e con pochi stimoli. Il suo lavoro la opprime, si sente schiacciata dal peso di mille responsabilità e crede di non farcela a stare dietro le email accumulate che sollecitano risposte immediate. La sua vita sociale del tutto inesistente, non trova interessante perfino il sesso, non vuole frequentare nuove persone e consuma solo pasti d’asporto perché non ha le energie per cucinarsi qualcosa da sola. È esaurita e allo stremo delle sue forze, per questo una mattina, di punto in bianco, decide di mollare tutto e fuggire da questa routine che la opprime. Pensa addirittura che entrare in convento possa essere la soluzione e decide di scappare, mollare tutto e correre lontano. Lo scontro frontale con un muro le fa capire che ha bisogno di una pausa e di un lungo periodo di riposo. E in questo le viene in soccorso la madre proponendole una vacanza nei luoghi della sua infanzia, le coste del Devon, i luoghi che ha frequentato con la sua famiglia quando era piccola, il mare e le onde dove potersi rigenerare, poco importa se è pieno inverno, ha bisogno di staccare la spina. Purtroppo del villaggio che ricordava da bambina non è rimasto molto, l’hotel che era simbolo di ricchezza e opulenza sta cadendo a pezzi, dei suoi ricchi arredi è rimasto giusto qualche mobile e le stanze vista mare sono ricoperte da impalcature che ne offuscano la bellezza. In più nello stesso albergo alloggia anche Finn, un tipo parecchio scontroso e schivo, che non sembra apprezzare la sua compagnia e, come lei, sembra parecchio stressato. I due cercano in tutti i modi di ignorarsi e non rivolgersi la parola, ma sulla spiaggia cominciano a comparire strani messaggi sulla sabbia, e sarà la voglia di scoprire chi sia il mittente a unirli in una sorta di improbabile caccia al tesoro. Potrei raccontarvi molto di più di questo libro ma vi farei un grandissimo torto. Sophie Kinsella ha di nuovo fatto centro con una commedia romantica che non disdegna tematiche sociali attuali. La salute mentale è un tema molto caro agli inglesi e l’autrice ha trovato la giusta chiave di lettura per parlarne con leggerezza senza banalizzare il problema. La società moderna ci impone ritmi serrati, e spesso non riusciamo a essere così veloci a tenere il passo e non rimanere indietro. Ma non ci fermiamo mai a riflettere che forse nessuno ci sta rincorrendo, che è giusto rallentare e godersi anche un semplice tramonto. Immedesimarsi in Sasha non è stato difficile, la Kinsella è stata bravissima a caratterizzare un personaggio nel quale riconoscersi. Ha creato una storia costellata da tanti personaggi sopra le righe, e questo è un po’ il tratto distintivo dell’autrice, sono loro a rendere il romanzo spesso divertente e leggero. Ha lasciato che il mare e le sue onde si prendessero la scena diventando tangibili. Il surf e il non lasciarsi travolgere dalle onde ma cavalcarle, metafora perfetta della vita.
“Ricorderanno tutte le volte che hai preso l’onda e l’hai cavalcata fino a riva. Ti ho vista farlo. So che ne sei capace.”
Sono esaurita è un romanzo che fa riflettere sull’importanza di prendersi cura della nostra salute mentale, di non lasciare che la vita ci scorra davanti senza viverla pienamente, sul non permettere alla paura di non farcela di opprimerci e toglierci il respiro. E quando la Kinsella ci regala simili romanzi io le voglio bene un po’ di più.