Soli contro il mondo di Sonja Kjell
Rimanere soli è, per un lupo mutaforma, la tortura peggiore che gli si possa infliggere.
Jordan lo sa, lo vive sulla propria pelle tutti i giorni, ma quando assiste all’arrivo di un suo simile, coperto di ustioni, è costretto a rivedere le sue convinzioni: quello sembra leggermente peggio.
Aaron Braddock aveva tutto, e forse per quello qualcuno ha deciso di farlo saltare in aria nella sua stessa auto.
L’incontro tra i due non potrebbe essere dei peggiori, eppure qualcosa li accomuna. Qualcosa di impalpabile e invisibile. Tra battibecchi, medicazioni e il reciproco annusarsi, le impressioni che hanno entrambi dell’altro iniziano a mutare, diventando qualcosa di diverso.
Gli assalitori di Aaron, però, sono ancora a piede libero. Una serpe si nasconde in famiglia, una serpe che potrebbe colpire di nuovo, incurante dei danni collaterali.
Soli contro il mondo di Sonja Kjell, 1° romanzo autoconclusivo della serie The Pack, pubblicato il 3 Febbraio 2020, dalla Quixote Edizioni
Ormai lo sapete, nelle mie letture mi piace spaziare, provare almeno una volta ogni genere in modo da non precludermi nuove realtà e, così, quando ho letto la trama di questo urban fantasy non ho saputo resistere. Sicuramente sono stata attratta dal fatto che le storie sui mutaforma mi hanno affascinata fin da quando ero bambina. Tra credenze popolari, film dove loro erano spesso i protagonisti buoni e, le storie d’altri tempi che mi raccontava la nonna, devo ammettere che li ho sempre visti come degli “eroi” romantici che, pur avendo caratteristiche fisiche fuori dal comune, erano spesso costretti a lottare più duramente di altri personaggi di carta per raggiungere i propri obiettivi. Soprattutto, perché erano costretti a nascondersi dagli umani che per secoli gli hanno dato la caccia e uccisi. Ma, in questo romanzo autoconclusivo, che da il via ad una serie che promette parecchie soddisfazioni, i mutaforma sono perfettamente integrati nella società umana, tanto da potersi trasformare anche nei parchi cittadini e poter dare libero sfogo alla loro natura animale senza temere nulla. Ricoprono ruoli di prestigio, sono ben voluti e conducono vite perfettamente normali. Aaron e Jordan, protagonisti di questa storia, rappresentano proprio questa nuova realtà. Il primo è un alpha appartenente ad una famiglia ricca e potente, il secondo è un lupo sottomesso che si è messo al servizio della collettività per aiutare i suoi simili. Con queste premesse si potrebbe pensare che non hanno nulla in comune e, invece, sono più simili di quanto entrambi possano pensare. Entrambi, infatti, sono accomunati da un grandissimo fardello: la solitudine. Solo chi l’ha provata almeno una volta nella vita può capire quanto sia dolorosa questa sensazione. Quanto essa possa farti sentire solo anche al centro di una fiumana di persone. Jordan sa benissimo cosa voglia dire sentirsi solo, quando suo nonno si è ammalato, poco alla volta, ha perso anche tutto il suo branco e quando anche l’unico parente in vita è morto non gli è rimasto più nulla se non un grande senso di vuoto e di fiducia tradita. Aaron pensava di avere tutto: una buona posizione, l’amore di un compagno e, soprattutto, l’affetto dei fratelli per i quali ha sacrificato gran parte della sua gioventù. Ma un attentato alla sua vita ha messo tutto in discussione e anche lui si ritrova a fare i conti con una solitudine ancora più assordante di quella di Jordan, perché mentre quest’ultimo è davvero solo al mondo lui ha una famiglia che pensava l’amasse. Il primo incontro tra loro non è assolutamente tutto rose e fiori. Jordan è un infermiere e Aaron è un suo paziente arrivato in condizioni critiche nell’ospedale in cui lavora. Il dolore dell’alpha è palpabile ma qualcosa nella pacatezza dei modi di Jordan e nel suo essere sempre solare e ben disposto nei confronti degli altri, gli danno modo di potersene prendere cura anche se le battute taglienti e i ringhi di Aaron sono alquanto temibili. Giorno dopo giorno, la connessione fra i due aumenta, merito anche della loro controparte animale che riconosce più facilmente il suo simile. Devo dire che nella loro veste lupesca sono molto teneri. Aaron Braddock, che nella sua versione umana è uno snob che ha sempre qualcosa per cui lamentarsi sembra un cucciolo in cerca di carezze quando si trova accanto a Jordan. Il suo lupo, infatti, non perde tempo a tenere al sicuro quello di Jordan, da quanti potrebbero fargli del male solo per colpire lui, nonostante sia ancora debilitato dall’attentato.
La loro è una storia dolce, in alcuni momenti di una tenerezza indicibile. Una storia che mi ha trasmesso un sensazione di conforto, come quando in una fredda giornata invernale bevi qualcosa di caldo guardando le fiamme di un camino. Il sentimento che li unisce è come quella piccola luce che si intravede alla fine di un tunnel. Sei consapevole che stai vivendo momenti difficili ma sei confortato dal fatto che prima o poi raggiungerai quella luce e te ne lascerai avvolgere in ogni modo possibile.
Sono molto interessanti anche tutti i componenti della variegata famiglia di Aaron e, sono convinta, che almeno un paio dei suoi fratelli daranno vita a storie coinvolgenti. Certo, io ho già una predilezione, quindi, spero che Levi e il suo stato disfunzionale ma protettivo verso le persone che ama, sia il prossimo protagonista, perché sul serio non vedo l’ora di poter leggere cosa o chi lo abbia fatto diventare così.
In conclusione posso dirvi che è un libro che mi sento di consigliare alle amanti del genere perché l’autrice con una scrittura semplice ma di impatto, le spiegazioni accurate del mondo dei mutaforma, il suo farci conoscere sia la parte umana dei protagonisti che quella animale e istintiva, ha reso la lettura coinvolgente fin dalle prime pagine. Per quanto mi riguarda, tanta era la voglia di andare avanti e scoprire chi si nascondeva dietro l’attentato e quella di capire come si sarebbe evoluta la situazione tra questi due protagonisti così ben caratterizzati, che mi sono ritrovata a finire il libro in un paio di serate.