So che un giorno tornerai di Luca Bianchini
Angela non ha ancora vent’anni quando diventa madre, una mattina a Trieste alla fine degli anni Sessanta. Pasquale, il suo grande amore, è un “jeansinaro” calabrese, un mercante di jeans, affascinante e già sposato. Lui le ha fatto una promessa: “Se sarà maschio, lo riconoscerò”. Angela fa tutti gli scongiuri del caso ma nasce una femmina: Emma.
Pasquale fugge immediatamente dalle sue responsabilità, lasciando Angela crescere la bambina da sola insieme alla sua famiglia numerosa e sgangherata. I Pipan sono capitanati da un nonno che rimpiange il dominio austriaco, una nonna che prepara le zuppe e quattro zii: uno serio, un playboy e due gemelli diversi che si alternano a fare da baby sitter a Emma.
Lei sarà la figlia di tutti e di nessuno e crescerà così, libera e anticonformista, come la Trieste in cui vive, in quella terra di confine tra cielo e mare, Italia e Jugoslavia. Fino al giorno in cui deciderà di mettersi sulle tracce di suo padre, e per lui questa sarà l’occasione per rivedere Angela, che non ha mai dimenticato.
So che un giorno tornerai è un romanzo sulla ricerca delle nostre origini, la scoperta di chi siamo e la magia degli amori che sanno aspettare. Con ironia e un pizzico di nostalgia, Luca Bianchini ci prende per mano e ci porta a conoscere i sentimenti più nascosti in ognuno di noi, per scoprire che non hanno confini, “da Trieste in giù”.
Alla fine, ognuno di noi s’innamora di chi ci guarda per un attimo e poi ci sfugge per sempre.
Recensione a cura di Dannyella – So che un giorno tornerai di Luca Bianchini pubblicato il 2 ottobre da Mondadori.
Senza farlo di proposito, dopo aver terminato una lettura dove la protagonista era una donna alla ricerca di informazioni sulla propria madre biologica, mi sono ritrovata tra le pagine di questo libro dove l’argomento genitorialità e famiglia non sono certo marginali e, per di più, trattati con una penna delicata e spietata nello stesso tempo.
Quando inizi questa lettura lo fai a cuor leggero. Le prime pagine scorrono veloci e spensierate e ti ritrovi a leggere alcuni degli episodi più buffi che ti siano mai capitati tra le mani, tanto da sorridere da sola stupidamente davanti al tuo e-book reader (non dimenticherò facilmente i tre preti che ci sono voluti per annunciare la gravidanza di Angela alla famiglia Pipan o, ancor di più, il loro irrompere nella casa di Pasquale per chiedergli se riconoscerà o meno quella bambina nata dalle menzogne, davanti a una moglie sempre più pallida che non può sottrarsi alla formalità di offrire loro un caffè). E con la stessa penna leggera Luca Bianchini ti continuerà a raccontare della vita di Angela e della bizzarra (ma diciamocelo anche invidiabile) famiglia Pipan e soprattutto della crescita della piccola Emma. Eppure, dietro quella penna leggera, c’è un vero e proprio mondo fatto di ombre e oscurità e non facciamo fatica a vederlo venire fuori. So che un giorno tornerai è un romanzo che parla di amore e soprattutto di quello che ci illudiamo sia amore o di come pensiamo debba essere l’amore. È un romanzo sulla famiglia, sull’egoismo… è un inno alla vita che va come deve andare.
In questa storia nessuno ne esce pulito. Nonostante le mie simpatie iniziali, sono arrivata a odiare Angela, il suo egoismo, il suo rimanere adolescente e sciocca per tutta la durata della lettura. Pasquale è un uomo vigliacco che alla fine cerca di recuperare qualcosa che, probabilmente, non potrà mai veramente essere recuperato. I nonni, sempre facendo del loro meglio, rivelano continuamente i loro limiti, soprattutto nel crescere una bambina alla quale attribuiscono la responsabilità di non essere nata maschio. I fratelli di Angela, sono come delle comparse, ognuna con un loro limite. Anche Ferruccio, uno dei personaggi migliori della storia, potrebbe essere facilmente incolpato di passività nei confronti della propria vita. E poi c’è lei: la piccola, grande Emma. È forse lei la vera eroina della storia, una bambina prima, che riesce a uscire incolume da un’infanzia invalidante e da un’adolescenza complicata per diventare una donna che ha imparato dagli errori di tutti e che non ha paura di essere una madre. Non voglio scrivere di più sulla trama perché sarebbe un peccato guastarvi il gusto di questa splendida lettura che scorre veloce pagina dopo pagina, lasciandovi alla fine soddisfatti della storia che avete letto, dei protagonisti che avete conosciuto e pieni di emozioni contrastanti. Del resto, come chi segue le mie recensioni sa bene: quello di emozionare è uno dei pregi più grandi di un libro, secondo me.
Purtroppo non conoscevo la penna di Luca Bianchini perché, stranamente, non mi è mai capitato prima di imbattermi in una sua lettura, ma la sua scrittura mi ha decisamente convinta, riuscendo a superare anche un grande limite che di solito riconosco negli autori uomini che scrivono di donne: quello della banalizzazione dello stereotipo femminile. Invece no, devo essere sincera, questa volta non ho mai rimpianto la scrittura femminile e questa, per me, è una sensazione piacevolissima.
La storia e la penna di Luca Bianchini sono stati, infine, maggiormente valorizzati da un’ottima e curatissima edizione Mondadori, e questo per un lettore esigente, è sempre una bellissima nota positiva.