Sfiorami adesso di Camilla D’Amore
Trama Elise Evans combatte la solitudine curando il proprio giardino e lavorando nella libreria della cittadina inglese in cui vive. Tutto cambia quando il suo cammino incrocia quello di Sefron Wyler, il suo schivo e taciturno, nuovo vicino. Sin dal loro primo sguardo tra i due scocca una scintilla ma sarà il ritrovamento di un vecchio diario a unirli: assieme seguiranno le tracce di un amore bellissimo, segnato da un infausto destino, sbocciato cinquant’anni prima all’ombra degli stessi giardini che divide le loro case. La storia degli innamorati sfortunati sembra destinata a ripetersi. Nonostante il sentimento che sta fiorendo in Elise e Sefron, su di loro aleggia lo spettro di un segreto. Lui, infatti, custodisce un tormento nel cuore. Qualcosa che ha interrotto la sua carriera di violinista e ha messo in pausa la sua vita. Nonostante ciò, Sefron ed Elise si scoprono irresistibilmente avvinti da un amore inaspettato. Ma quando il passato tornerà, Sefron sarà costretto a compiere un’ardua scelta.
Recensione di Sara – Carissime Smeraldine, oggi sono qui a raccontarvi di un romanzo che mi ha incuriosito sin da subito, sia per la copertina che per la sua trama: Sfiorami adesso di Camilla D’Amore, pubblicato self a luglio di quest’anno.
In questo romanzo troviamo un po’ di tutto: sogni, passione, mistero, sofferenza e speranza, il tutto descritto e condito da una scrittura a tratti ricercata e con una terminologia accurata e specifica.
I protagonisti di questa storia sono Elise e Sefron, due ragazzi tanto diversi ma accomunati dalla solitudine, che affronteranno in modi differenti.
Elise è una ragazza che si tiene impegnata, coltiva tantissime passioni, forse anche un po’ troppe! Lavora in una libreria, aiuta la nonna nella cura del giardino, aiuta la madre nel confezionamento di gioielli artigianali e aiuta il padre nella sua attività di restauro di oggetti antichi. Ha però un grande sogno nel cassetto e poche possibilità di realizzarlo: aprire un giorno una piccola libreria tutta sua. È una ragazza socievole e va d’accordo con tutte le persone che incontra sulla sua strada, ma nonostante questo si sente sola, complice anche una famiglia un po’ fuori dal comune.
Sefron è un ragazzo poco più che ventenne, ha una sola passione nella sua vita: la musica. È un violinista di talento ed è molto conosciuto nel suo ambiente. Ha un padre che gli fa da manager, molto esigente ed autoritario, anch’egli musicista ma non di talento come Sefron e, per questo, ripone in lui tutte le sue aspettative mancate. Una madre praticamente assente ed abbastanza superficiale che non è in grado di sostenere il figlio nel peggior momento della sua vita.
La carriera gloriosa di Sefron ha una battuta d’arresto nel momento in cui gli viene riscontrata una malattia che gli impedisce di suonare il suo amato violino, la sua unica ragione di vita. Questa inabilità lo porta a chiudersi in se stesso, ad allontanare tutto e tutti, è scontroso e lacerato dalla rabbia.
Così Sefron si trasferisce a Mills, una piccola e caratteristica cittadina inglese, alla ricerca dell’ennesimo medico che gli promette la guarigione, ma non sa ancora che in questo luogo troverà molto di più. Tra fiori, giardini e musica classica, incontra una ragazza speciale in grado di curare la sua momentanea inabilità e le laceranti ferite della rabbia.
A questo punto forse vi starete chiedendo: come? No, la magia non c’entra, anche se l’amore, quello vero, a mio avviso, può compiere veri e propri miracoli che nemmeno la scienza e la medicina possono spiegare. Con pazienza e dedizione e, a volte, anche inconsapevolmente, Elise riuscirà a far uscire questo burbero e arrabbiato ragazzo dal tunnel buio in cui è caduto.
In questa storia non manca nulla, vi è anche un pizzico di mistero. Infatti, Elise, nella sua casa, ritrova un vecchio diario della zia dove viene raccontata una storia d’amore struggente ed infausta tra la stessa zia e il nonno di Sefron. Questo ritrovamento avvicinerà ancora di più i due ragazzi che verranno travolti da un’inaspettata passione.
La storia è narrata in terza persona, il lessico ricercato e specifico ha però rallentato la lettura, rendendola a tratti anche un po’ pomposa e pesante. Ho comunque apprezzato questo stile diverso dell’autrice, ma lo ho trovato un po’ fuori luogo in momenti in cui la storia richiedeva più emozioni e leggerezza.
Nel complesso non posso che ritenerlo un buon romanzo, anche se la storia e i suoi personaggi non mi hanno coinvolta molto né travolta dalle emozioni.