Senza Nessun Segreto di Leylah Attar

Senza nessun segreto Leylah Attar

Titolo: Senza Nessun Segreto

Autrice: Leylah Attar

Genere: Romantic Suspense

TRAMA Un normale giorno di shopping sta per trasformarsi in un incubo per Skye Sedgewick. A un passo dalla sua macchina nel parcheggio viene rapita e narcotizzata. Poco dopo sembra arrivata la sua fine: lo sconosciuto la costringe a inginocchiarsi e le tiene puntata una pistola alla tempia. Skye aspetta che parta il colpo mentre recita la preghiera che l’aiutava a dormire da bambina, ma riceve solo un fortissimo colpo alla testa che la tramortisce. Al suo risveglio, l’incubo è ancora al suo fianco, ha i lineamenti scolpiti e uno sguardo impenetrabile. Chi è quest’uomo e perché le è così familiare? Questo è solo l’inizio di una storia sconvolgente, una tempesta di emozioni violente e di sentimenti che travolgono il lettore sin dalle prime pagine. Un romanzo d’amore epico, oscuro e indimenticabile.

Una storia d’amore epica
Un successo del passaparola
Bestseller del New York Times e di USA Today

Senza nessun segreto

Recensione di Sara B. – Senza Nessun Segreto di Leylah Attar, romantic suspense pubblicato da Newton Compton 

C’è un particolare, non tanto piccolo, che mi è rimasto impresso leggendo questo libro: quanto sia stupida e spesso insopportabile la protagonista. E’ davvero difficile recensire un libro che ti è piaciuto, scritto bene e con una bella trama, quando ad ogni frase della protagonista inizi a grattarti la pelle dal nervoso. Ad ogni modo, partiamo dall’inizio.

“Era il giorno perfetto per indossare delle Louboutin. Non avevo programmato di morire sui tacchi a spillo, ma se proprio dovevo essere uccisa da qualche pazzo psicopatico assetato di sangue, almeno sarei caduta a terra con un paio di scarpe dalle suole rosse, che avrebbero urlato al mio assassino: Fottiti!”

Il libro inizia così e io, che amo buttarmi in una storia con un tuffo a bomba, ho adorato iniziare a leggere in questo modo. Trovarmi nel bel mezzo dei fatti, essere assorbita dalla prima riga dalla situazione, da ciò che stava succedendo a Skye. E poi diciamocelo, se devi morire avere un bel paio di scarpe ai piedi non fa mai male, soprattutto se sono delle Louboutin.

Skye, ragazza viziata che passa le giornate a spendere i soldi del papà all’interno di negozi, spa, a fare aperitivi bevendo il miglior champagne in circolazione, improvvisamente si ritrova assalita, narcotizzata e imprigionata all’interno del baule della propria macchina.
Al risveglio riconosce di avere una pistola puntata contro e, ovviamente, questo non è mai un bene. Sa che la sua vita potrebbe finire da un momento all’altro e così si ritrova a recitare una preghiera, come faceva da bambina, per le tre persone più importanti della sua vita. Il colpo però non arriva. Inaspettatamente il suo rapitore la stordisce e la porta lontano, senza però ucciderla.

“Quanto l’odiavo! Non voleva soldi. Non voleva sesso. Non gli importava se vivevo o morivo. Non mi avrebbe mai detto dove eravamo diretti e nemmeno il perchè.”

E così Skye si ritrova a bordo di una barca, nel bel mezzo dell’oceano in Messico. Come puoi provare a scappare da qualcuno quando sei circondato da acqua per chilometri?

L’uomo che l’ha rapita, Damian, è così freddo e controllato che Skye non riesce a capirlo. Ci prova, prova a cercare il suo punto debole per cercare di ribellarsi alla prigionia, ma tutto ciò che fa è rimetterci un dito. E così si ritrova con solo nove dita a cui mettere lo smalto. Disastro, per una ragazza come lei fissata con la manicure.

Ma Skye tutto si aspettava tranne avere a che fare con quel passato che pensava di aver dimenticato, quel passato fatto di ricordi felici e di risate, quel passato a Casa Paloma, la villa in cui è nata e cresciuta. Eppure è lì davanti a lei, e non riesce a capire come il suo passato e il suo presente possano essersi scontrati in maniera così drastica.

“Avevo l’impressione che parti di me che ancora stavano insieme si stessero scollando e stessero cadendo, un pezzo alla volta. Stavo scomparendo, mi stavo disintegrando come le rocce erose dal mare.”

Il passato di Esteban ci viene raccontato in maniera cruda e pensare che un bambino possa affrontare qualcosa del genere, quando dovrebbe essere felice e protetto dal mondo, ti spezza il cuore. Ti spezza il cuore perché situazioni come queste sono all’ordine del giorno in così tanti paesi che stare a contarli impiegherebbe troppo tempo.
Esteban ha sofferto, ha visto e fatto cose che era obbligato a fare per sopravvivere, per rivedere sua mamma, MaMaLu, rinchiusa in una prigione per un crimine che non ha commesso. L’unico sbaglio? Seguire una bambina per impedirle di interrompere una riunione. Peccato fosse la riunione sbagliata a cui assistere.
Il dolore, se non affrontato, ce lo portiamo dietro per anni. Ci corrode, prende possesso del nostro corpo, del nostro cuore e di ogni singolo pensiero. La vendetta è l’unica cosa che davvero conta, è la meta finale. E’ così per Damian, perché quando sua madre è morta, Esteban è morto con lei ed è nato Damian, il bambino senza cuore, solo e che conosce unicamente la rabbia e la sofferenza. La delusione per il tradimento del padre di Skye, per l’abbandono della sua amica, per l’uccisione della madre.

“Ero sua. Possedeva il mio destino, la mia vita, la mia morte. Non c’era bisogno che parlasse. I suoi occhi dicevano tutto.”

E sull’isola di Damian, Skye conosce la verità sul passato dell’amico d’infanzia, su ciò che è successo alla donna che per lei era come una madre. Conosce la verità sui traffici di suo padre, i legami con la mafia e non riesce ad accettarlo. E’ suo padre, l’uomo che le prepara i pancakes la mattina, ma le verità raccontate da Rafael, mentre le punta una pistola alla testa, sono messe nero su bianco.

“Ero già morta. La verità non sempre rende liberi. Può anche ucciderti, aprirti in due e rivoltarti le budella. Ogni cosa in cui credevo, ogni cosa che pensavo fosse vera era stravolta. Mio padre non era l’uomo che pensavo che fosse, Damian non era l’uomo che pensavo che fosse e MaMaLu non viveva in una casa con i muri bianchi e il giardino pieno di fiori.”

E cosa puoi fare quando l’uomo che hai di fronte, che ti ha rapita e tenuta prigioniera per giorni, possiede il tuo cuore senza saperlo? L’attrazione, la felicità di averlo ritrovato vengono offuscati dal passato, dal bisogno di vendetta, dal rancore di Damian verso il padre di Skye. E quando due uomini a cui tieni vogliono uccidersi a vicenda, prima o poi ti ritroverai davanti ad una scelta, che tu lo voglia oppure no.

“Voleva che io lo odiassi per quello che mi aveva fatto. Occhio per occhio. Per lui quello avrebbe avuto senso. Ma non questo, non la gentilezza quando si aspettava di ricevere disgusto. Questo stava travolgendo il suo mondo.”

Damian è un uomo, ma dentro di sé ancora vive Esteban, un bambino che ha perso ogni cosa quando era ancora troppo piccolo per capire quanto può esser dura la vita. Damian è oscuro, freddo e distaccato, ma non può fare a meno di provare ciò che sente per Skye, per appartenerle anche se sa bene che non dovrebbe lasciarsi andare con lei.
Skye è convinta che l’amore sia la soluzione. E’ convinta che se amerà Damian lui potrà dimenticare e lasciar andare il passato. E tutto ciò è assurdo. Quando una persona soffre così tanto l’amore non basta. Non si può essere così stupidi, a 24 anni, da pensare che amando qualcuno questo magicamente cambi, dimentichi la morte della madre e le sevizie subite così, da un giorno all’altro. Si rifiuta di scegliere, stupidamente prova anche a parlare con suo padre, quando la situazione si fa critica, pensando che le parole basteranno a far capire che lei ama Damian, chi è in realtà e perché ha fatto ciò che ha fatto. Ma, in situazioni del genere, le parole non bastano mai e alla fine di tutto questo, della stupidità di questa ragazza che vive nel mondo delle favole, quello che ci rimette davvero sarà Damian.
Non giustifico le sue scelte, ma le comprendo. Non dico che abbia agito nel modo giusto, ma non posso nemmeno condannarlo se vuole liberarsi del dolore che prova. Anche se ha detto di non voler scegliere, Skye lo fa, oltretutto col coraggio di rinfacciare a Damian i suoi errori anni dopo, come se ogni cosa successa fosse colpa sua, come se suo padre non avesse lasciato una donna a morire in prigione, una donna che era importante per la loro famiglia, perché non si è accertato che le persone fidate facessero ciò che aveva chiesto. Come se non fosse mai stato invischiato con la mafia. Giuro che avrei voluto prenderla a schiaffi con una padella nella speranza che rinsavisse e dimostrasse un po’ di maturità e buon senso, ma niente da fare.
Anche anni dopo Skye è ancora stupida e se le chiedi perché ha tenuto un segreto così importante, privando Damian della verità, lei si mette a parlare di nuovo, di quanto lui fosse arrabbiato con suo padre e felice della sua morte. Beh, ragazzina, lui ha praticamente scelto di lasciare sua madre a morire. Ha scelto di trasferirvi senza dare la possibilità a Esteban di salutarti, ha portato via tutto a quel povero bambino. E dovrebbe anche essere triste perché è morto. Mi sto dilungando troppo, lo so bene, ma non è finita qui.

“Quando si è amati da un uomo come lui, quando si viene marchiati e modellati dal fuoco della sua passione, non ci si può accontentare di tiepide imitazioni dei suoi baci.”

Questo libro era partito così bene, era così intrigante e la trama accattivante che nella parte finale sono rimasta delusa. Da Skye in particolare, ma più di tutto come Damian abbia dovuto cambiare se stesso perché lei non voleva stargli accanto, arrivando a provare senso di colpa per la felicità alla notizia della morte del padre di Skye. Delusa per come lei lo ha abbandonato ad affrontare il suo dolore, rinfacciandoglielo persino. Delusa per come si è comportata da adulta verso Damian, come se lui, un uomo che sta provando ad essere migliore come persona, fosse l’unico dei due ad avere colpe. E, cosa davvero importante, quando erano sull’isola a lei importava solo di amarlo, non del resto. E’ bastato tornare da suo padre perché “il resto” diventasse quasi più importante di amarlo.

“«Sai cosa siamo, Skye?.» Osservai la schiuma che indugiava sulla sabbia quando le onde si ritraevano, sentendo il calore svanire dopo che lui ebbe lasciato andare la mia mano.
«Siamo sabbia che ancora non è stata portata via dall’acqua.»”

Damian è stato la mia felicità mentre leggevo questo libro. Perché, grazie ad una piccola persona speciale con i capelli scuri e un bellissimo sorriso, è riuscito a capire ciò che merita davvero, che si deve perdonare, che si deve lasciar andare il passato.

Grazie, Sierra, per aver dato la pace ad un uomo che dentro era solo un bambino ferito nel cuore. Grazie per aver rimesso insieme i pezzi. Grazie per aver ridato vita ad un cuore ridotto a brandelli dal dolore.

“Quando amiamo, portiamo i nostri cari sempre con noi per illuminare anche i nostri momenti più bui. Più profondo è l’amore, più la luce risplende.”

E, questo sono felicissima di dirlo: grazie Newton per la copertina. Pensavo non avesse nulla a che fare con il libro e invece è perfetta, rispecchia tutto ciò che c’è in questo libro. L’oscurità, il mare, il passato doloroso ma con momenti e ricordi felici. E’ perfetta.
Purtroppo, però, quando un personaggio arriva a renderti nervoso anche solo dicendo due parole, il libro perde qualcosa, e Skye, a parer mio, ha decisamente rovinato un libro che, con una protagonista decisa, forte e soprattutto conscia della vita e delle decisioni, avrebbe potuto essere davvero spettacolare. Le protagoniste così mi sono indigeste, ma l’opinione è personale e, proprio per questo, vi consiglio di leggere questo libro, farvi rapire da Damian e lasciarvi trasportare su un isola a largo del Messico, con tre iguane sulla spiaggia a farvi compagnia e una casa senza finestre, a mangiare platani arrosti e fare il bagno nella barriera corallina.

bello

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