Se i pesci guardassero le stelle di Luca Ammirati

Trama Samuele ha trent’anni, una gran voglia di essere felice e la fastidiosa sensazione di girare a vuoto, proprio come fa Galileo, l’amico “molto speciale” con il quale si confida ogni giorno. Sognatore nato, sfortunato in amore, vorrebbe diventare un creativo pubblicitario ma i suoi progetti vengono puntualmente bocciati. Così di giorno è un reporter precario e malpagato, mentre la sera soddisfa il proprio animo poetico facendo la guida al piccolo Osservatorio astronomico di Perinaldo, sopra Sanremo: un luogo magico per guardare le stelle ed esprimere i desideri. Proprio lì, la notte di San Lorenzo incontra una misteriosa ragazza, che dice di chiamarsi Emma e di fare l’illustratrice di libri per bambini. Samuele ne rimane folgorato e la invita a cena, ma è notte fonda e commette il più imperdonabile degli errori: si addormenta. Quando si risveglia, Emma è scomparsa nel nulla. Ma come la trovi una persona di cui conosci soltanto il nome? Non sarà l’ennesimo sogno soltanto sfiorato? In un tempo in cui persino l’amore sembra un lusso che non possiamo permetterci, questo romanzo di Luca Ammirati ci ricorda che per realizzare i nostri desideri è necessaria un’ostinazione che somiglia molto alla follia. E che a volte bisogna desiderare l’impossibile, se vogliamo che l’impossibile accada.

Recensione di Veronica – Se i pesci guardassero le stelle di Luca Ammirati, romanzo di narrativa edito DeA Planeta, pubblicato il 22 gennaio 2019.

I sogni sono stelle nel buio, aiutano ad illuminare il cammino mentre proviamo ad essere noi stessi.

Samuele Serra da piccolo voleva fare il cacciatore di draghi, un sogno ad occhi aperti, gli occhi di un bambino che guarda al futuro con coraggio e sicurezza, consapevole che niente e nessuno può impedirgli di raggiungere la sua felicità. Oggi Samuele ha trent’anni, ai draghi non ci crede più, e allora, ha deciso di diventare un creativo pubblicitario, il sogno è mutato, ma la speranza di vederlo realizzato è la stessa di quando credeva di poter cacciare draghi e salvare giovani fanciulle in difficoltà. Però Samuele si è dovuto scontrare con la realtà, e scoprire che per realizzare il suo sogno, è costretto a superare numerose prove. Così, nell’attesa della sua grande occasione, divide le sue giornate tra il lavoro part-time e sottopagato nella redazione del giornale della sua città, e le sessioni come guida all’Osservatorio di Perinaldo. Ed è proprio nelle stelle, alle quali affida i suoi desideri di profondi, che Samuele ripone la fiducia verso un futuro che prima o poi inizierà a sorridergli.

Ho bisogno di sentirmi accettato e rispettato. Invece mi è toccato scendere –e non di pochi scalini –la fatata scala dei sogni. Mi sono ritrovato in una vita che non avevo previsto.

Samuele è un romantico e un sognatore, che cade certo, ma si rialza, e lo fa ogni volta, perché non può permettersi di cedere. Ha qualcosa da dimostrare a tutti coloro che vogliono per lui un futuro diverso, ed è del tutto intenzionato a farlo. E grazie a Dio non è solo, accanto a lui ci sono Ilenia, la sua migliore amica, in grado con i suoi dolci di tirarlo su nei momenti di sconforto, la persona che sa sempre farti vedere il bicchiere mezzo pieno e ti sprona sempre a dare il massimo e non arrenderti mai, in barba a qualsiasi conseguenza. E poi c’è Jacopo, il belloccio che non mette la testa a posto e ama divertirsi, un po’ cinico e sicuramente diretto. Infine Galileo, il pesce rosso che divide con lui il suo appartamento. È a Galileo, che lui chiama Leo, che Samuele confida i suoi pensieri più veri, ed è proprio nei loro “dialoghi” che ho ritrovato la parte più intensa e significativa del romanzo.
La vita di Samuele, prenderà una piega inaspettata la notte di San Lorenzo, quando all’Osservatorio arriva una giovane e bellissima ragazza. Tra di loro nasce subito una forte simpatia e Samuele perde immediatamente la testa.

Dio, quegli occhi. Ci sto annegando dentro, e sono il primo naufrago della storia a non voler essere salvato.

 I due passano la serata a parlare, lui la incanta con i suoi racconti sulle stelle, lei lo ascolta rapita, poi Samuele la invita a cena a casa sua, vorrebbe baciarla ma teme di rovinare la serata perfetta, quella che potrebbe cambiare la sua vita. Ma mentre lei è in bagno, colto da una stanchezza improvvisa, si addormenta. La mattina dopo Emma non c’è più. Di lei non sa nulla, se non il suo nome, di lei non gli rimane nulla, se non le sue labbra stampate col rossetto sullo specchio del bagno, segno evidente che non è stato un sogno, lei esiste davvero.
Samuele vuole trovarla, ma come si cerca una donna di cui non sai praticamente nulla?
La disperazione per l’assenza, il bacio mancato, le parole non dette, diventano per lui l’obiettivo primo della sua vita, la ricerca ostinata di una donna che sembra sparita nel nulla e senza la quale si sente perso, una ricerca così disperata da fargli perdere di vista i suoi obiettivi.
Non  può accettare il fatto che questo sia un ennesimo fallimento, ogni volta che sembra essere ad un passo dalla felicità, puntualmente viene rispedito lontano. Inizia così un periodo difficilissimo, dove alle incertezze lavorative, si aggiungono quelle sentimentali e personali. Nessuno pare essere in grado di riscuoterlo, dovrà essere lui, con le sue forze, ad uscire dalla situazione di stallo nella quale sembra essere precipitato.

Per ritrovare l’equilibrio, purtroppo bisogna perderlo.

Samuele incarna tutti quei giovani della mia generazione in bilico tra volere e dovere, essere e apparire, un continuo ricercare la felicità nelle piccole cose e in quei piccoli successi che però sembrano non arrivare mai, nel disperato tentativo di guadagnarci quel posto nel mondo su  misura per noi, senza però riuscirci veramente. Certo, le tentiamo  tutte, ma a volte,  questa tenacia ci leva le energie e ci porta alla resa. Così Samuele, ad un certo punto ha dovuto mettere da parte i suoi desideri e ha cominciato a “sbattere la testa ovunque”, girando in tondo, nell’attesa di qualcosa per cui valesse la pena essere felici, proprio come Leo, proprio come Emma e proprio come tutti noi.
Mi è piaciuto Samuele, il suo altruismo, la sua sensibilità, il suo sognare ad occhi aperti, il suo romanticismo non stucchevole (eh sì, ogni tanto ci piacciono anche i ragazzi romantici).  Tuttavia, non sono sempre entrata in empatia con lui, a volte lo ero addirittura di più con il suo amico Jacopo. Non è facile stare accanto ad una persona che ad un certo punto non reagisce più, che ti chiede aiuto ma poi non ascolta nessuno dei tuoi consigli, che vedi andare alla deriva e non hai le capacità di dirgli la cosa giusta.
Il romanzo è scritto bene e c’è una cura magistrale dei dettagli , anche se devo ammettere che alcune parti descrittive sono un po’ prolisse; è invece chiaro che l’autore ama la sua città, e ce la mostra con i suoi occhi. Sono stata a Sanremo anni fa, e mentre leggevo il libro mi sono ritrovata a chiedermi se fossi sicura di aver visto lo stesso luogo.
In questo romanzo c’è davvero tutto, tanti spunti di riflessione, tanta realtà, quella amara e quella più bella, c’è l’amore, c’è l’amicizia, c’è ognuno di noi.

Che dirvi? Leggete questo libro, perché Luca Ammirati vi presenta in modo perfetto, lo spaccato di una generazione imprigionata, sconfortata, perennemente insoddisfatta, in cerca dell’amore e della libertà, che ha voglia di spiegare le ali e raggiungere le stelle.

Dentro di noi c’è un mondo, ma se siamo capaci di guardare in alto, ecco, sopra di noi c’è l’infinito.

4 stelle

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