Savage di Debora C. Tepes

“Sembra una creatura leggendaria, un figlio della natura. Ogni elemento vive in lui: fuoco, aria, acqua e terra.”

Una donna fortunata… Ecco come mi avrebbero definita in tanti.
Ma nessuno conosceva la verità.
Ero disposta a tutto pur di scappare dalla mia gabbia dorata e dal mio aguzzino. Mio marito, il sindaco di Sacramento.
E l’ho fatto.
Sono partita per rinascere.
Ho abbandonato il mio personale inferno per approdare in un paradiso di una bellezza accecante: la giungla è diventata la mia casa, l’oceano il mio solo amico, il cielo l’unico testimone.
Eppure questi luoghi inesplorati sono tutt’altro che ospitali e celano un pericoloso segreto. Due occhi glaciali mi scrutano nella notte, un predatore affamato mi bracca senza sosta, un animale feroce mi insegue con rabbia.
Lui è la natura.
La più incontaminata, lussureggiante e insidiosa natura.
Un uomo.
Una belva.
L’ennesima.
Il fato non è stato clemente con me.
Mi chiamo Ophelia e sono una sopravvissuta.
Mi chiamo Ophelia e sono ancora in pericolo.

Savage di Debora C. Tepes, un Contemporary Romance/Retelling Autopubblicato il 15 Maggio 

Dopo “Javier” e “Cattleya” torna Debora C. Tepes con un nuovo imperdibile romanzo dal titolo “Savage”.

Curiose di addentrarvi nella natura incontaminata di un’isoletta sperduta delle Fiji per conoscere i nostri due protagonisti?

Sì?

Allora raffreddate l’ambiente e preparatevi a conoscere una storia fuori dal comune a metà tra una leggenda ed un incubo.

Ophelia è una giovane e donna in fuga, vista dell’esterno potrebbe sembrare perfetta, con una vita impeccabile al fianco dell’uomo simbolo di Sacramento: il sindaco Thompson.

Quando l’uomo che hai amato per anni, a cui hai dedicato la tua vita intera, eclissandoti come donna, si trasforma nel peggiore dei mostri, ti senti morire. Impotente, esausta, fragile. Annullarsi e subire sono le uniche cose che puoi fare se vuoi continuare a vivere, ma a tutto c’è un limite: o aspetti inerme che lui ti uccida o, nel cuore della notte, mentre lui non è in casa, prepari una valigia e scappi in aeroporto.

Questo è quello che accade alla nostra giovane protagonista, dopo anni di maltrattamenti e umiliazioni, dopo aver subito le peggiori sevizie e violenze psicologiche dall’uomo che doveva proteggerla, qualcosa dentro di lei si è rotto ed ha trovato il coraggio di reagire.

Scappare è l’unica soluzione, ma anche la più difficile.

Una bestia come suo marito non la fermi facilmente, non in una città nella quale riveste un ruolo influente, non quando con i soldi può comprare il silenzio di chi vuole.

Con le parole del padre, un valoroso eroe morto in un incendio, che le riecheggiano nella mente abbandona tutto e tutti, per salvarsi dalle minacce e dalla violenza di quell’uomo.

Non sei calma piatta, Ophelia. Sei uno straordinario uragano, mi sono detta mentalmente le parole che mio padre mi ripeteva da bambina quando mi sentivo triste e inappropriata. Non sono calma piatta. Sono uno straordinario uragano.

Ritornare a galla o affogare?

Le Fiji sembrano il luogo migliore per ricominciare la sua nuova vita.

Esistono dolori che non si possono sconfiggere, l’unica soluzione è combattere per renderli sopportabili. E io lo sto facendo. In ritardo forse, ma lo sto facendo. Sto combattendo per la mia vita. Sto combattendo per chi era Ophelia e per chi sarà.

Le Fiji sono un luogo di rinascita, dalla natura incontaminata, terre di belve selvagge e esseri straordinari.

Proprio in una delle sue isolette, dopo un tragico evento, si trova a dover avere a che fare con un inquietante predatore dalle origini incerte e le iridi dello stesso colore dell’acqua che bagna la riva di quell’isola.

Kamlesh, come Ophelia, ha perso tutto: approdato nella sua isola da ragazzino, non si è mai perso d’animo anzi, ha tratto forza e coraggio dagli astri e gli dei, artefici del suo destino.

È un selvaggio nei modi e nell’aspetto, di una bellezza disarmante seppur più simile ad animale che ad un essere umano.

Sembra una creatura leggendaria, un figlio della natura. Ogni elemento vive in lui: fuoco, aria, acqua e terra. Ma il suo corpo è fatto di carne e sangue, di impulsi e smanie.

Sopravvivere  e proteggere sono i suoi obbiettivi.

Sopravvivere per diventare il valoroso capotribù e proteggere le cose che ama, la sua isola e la propria libertà.

Cosa comporterà l’ingresso nei suoi spazi di una nuova persona?

Di una donna!

Cari Smeraldi, ho letto tutti i libri pubblicati di Debora e in ognuno di essi ho sempre evidenziato una crescita, mentale e stilistica, più libri pubblica e più ne crea dipendenza per la passione che imprime nelle pagine di ogni romanzo ed ora eccoci a Savage…

Savage è un qualcosa di nuovo, mai letto o almeno per quanto mi riguarda qualcosa di inaspettato.

Di Debora non mi perdo mai una pubblicazione. Quando esce un suo libro, non leggo nemmeno la trama, parto direttamente dalla prima pagina e mi lascio conquistare dalla storia, capitolo dopo capitolo.

Negli anni, tra lettrice e scrittrice si instaura un rapporto di fiducia che esula da tutto, quindi anche se il romanzo avesse parlato di “Frittelle verdi al sale dell’Himalaya” io l’avrei letto e recensito a prescindere da tutto anche dal giudizio positivo o negativo.

Avrei dovuto partecipare al Review Party e mandare on line la recensione qualche giorno fa, odio deludere un’autrice ma soprattutto odio non rispettare gli impegni presi ma, una volta iniziata la lettura e percepiti i temi affrontati non me la sono sentita di affrettare il mio giudizio.

Savage è un romanzo che va assaporato, centellinato goccia dopo goccia.

Prendetevi del tempo ragazze, perché la storia è indimenticabile, i luoghi sono speciali e Debora con le sue descrizioni ci ha condotte in un luogo ai più sconosciuto ed incontaminato come incontaminato è l’animo di Kamlesh.

Kamlesh è un essere puro, incapace di esprimersi a parole ma con un semplice sguardo è capace di percepire e recepire ogni stato d’animo di Ophelia, la “sure O”.

Tra di loro le parole sono superflue, perdono il loro potere.

Kamlesh si accorge del mio disagio: non so come faccia a leggermi dentro con tanta facilità, ma ho notato più volte che possiede questo singolare dono. Lui mi comprende. Mi sente. Mi vede.

È un Dio in terra, la sua bellezza interiore ed esteriore è ammaliante.

Kamlesh è purezza, istinto, passione, anima.

Ophelia è una donna coraggiosa, spaventata ma allo stesso tempo determinata a rinascere ed a e ritrovare la vecchia se stessa che nei sei lunghi anni insieme al marito ha perso.

Non si può non amare un romanzo del genere, potrei consigliarlo per mille e uno motivi diversi quindi ne citerò solo tre:

  • Amate le protagoniste femminili rotte, spezzate ma intenzionate a risorgere come delle moderne Arabe Fenici?
  • Adorate gli uomini selvaggi, mai espressione più azzeccata, forti e coraggiosi che darebbero la propria vita per quello a cui tengono di più?
  • Cercate una storia fuori dall’ordinario, ambientata in luoghi inesplorati?

Sì?

Allora per questo e per altri novecentonovantotto motivi non dovrete assolutamente perdervi Savage.

Io Ve lo Consiglio calorosamente!

Buona Lettura!

5 stelle

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