Review Tour – Forse la felicità di Egidio Mariella

Forse la felicità

Trama Non c’è spazio per i sogni, lo sa bene Alessio, che ha smesso di credere in qualunque cosa.
Non c’è tempo per arrendersi, lo sa bene Luca, che al destino non intende concedere alcuna libertà.
Sullo sfondo della loro amicizia si apre uno scontro che sembra non avere né vinti né vincitori, mentre sui ricordi sparsi nella loro casa di periferia si accumula, senza sosta, quel sottile strato di polvere, all’apparenza innocuo, ma in realtà destinato a soffocare anche ogni loro desiderio.
Eppure i sogni non muoiono mai.
A volte, semplicemente, passano di mano.

Forse la felicità

Recensione di Veronica Forse la felicità opera di esordio di Egidio Mariella pubblicato Self publishing.

Non c’è nulla di più soddisfacente di chiudere un libro e provare tanta soddisfazione. Un romanzo scelto sulla scia dell’emotività del momento, una bella cover, una trama che ti incuriosisce, un titolo che potrebbe dire tanto o nulla … un libro di cui nessuno ti ha ancora parlato, di un autore emergente, giovane, alla sua prima opera. Cosa dovrei aspettarmi?
Ecco io davvero non sapevo cosa avrei letto tra quelle pagine ma una volta iniziato la mia attenzione e curiosità sono state completamente catturate.

Forse la felicità è un romanzo che mette al centro i trentenni, soprattutto quelli vittima di una precarietà che non hanno certo voluto. Quelli che studiano una vita in cerca di un buon lavoro che possa garantirgli un futuro migliore ma poi si accorgono che oggi al mondo nulla è facile e la felicità tanto agognata non è poi così certa … forse. La laurea tanto sudata, uno stage dietro l’altro, contratti a termine e il tutto accanto alla vita di tutti i giorni, che procede tra storie che finiscono e la ricerca di un per sempre.
Al centro della storia Alessio e Luca, compagni di studi e amici fin dai tempi dell’università, condividono un bilocale a Milano. Cinico e disilluso il primo, romantico e positivo il secondo. Insomma, uno l’opposto dell’altro.
Il romanzo si fonda su un continuo dialogo tra i due durante le vicende che che li vedono protagonisti, e il loro gruppo di amici, così, attraverso i loro discorsi, fluidi, diretti, rapidi, incalzanti e a tratti divertenti, leggiamo qual è il pensiero comune di molti giovani di oggi costretti a vivere in un modo a tratti alienante dove lo spazio per l’amore, la fiducia verso il prossimo e se stessi e la ricerca della felicità, faticano a trovare lo spazio che meritano.
Alessio la fiducia l’ha persa nel momento in cui Sara ha messo fine alla loro storia che durava da cinque anni per accettare un incarico di lavoro importante in Inghilterra, il sogno di una vita insomma, mollare gli armeggi e tentare la fortuna all’estero, lontano da un paese che non sa riconoscere il valore dei giovani, una distanza, la loro, che rende impossibile qualsivoglia relazione, perché è chiaro no? Lontano dagli occhi, lontano dal cuore.
Luca invece crede ancora nell’anima gemella, nell’amore quello come nelle favole, nel rispetto, della gioia delle piccole cose. Lui è positivo per natura, la bellezza della quotidianità, il piacere dell’attesa che si trasformerà in qualcosa di grandioso al momento giusto.
LUCA: «A volte ho limpressione che parli da sconfitto, sai? Sconfitto dalla vita, intendo. Senza assumertene la responsabilità, oltretutto. A ogni modo, qualunque cosa tu dica non mi interessa e non potrà mai cambiare ciò che penso dellamore. Anzi, se è davvero così difficile come dici, chi ci prova ha solo un gran coraggio. Se tu non ne hai, non è colpa di nessuno. »
ALESSIO: «Ciò che chiami coraggio, in realtà, è solo paura. Paura di rimanere soli, di sentirsi esclusi dal resto del mondo. E allora cosa si fa? Si prende la prima persona che passa e la si mette al centro della propria vita. Nemmeno la seconda. Proprio la prima. »

Quello di Egidio è un romanzo che ti spinge alla continua riflessione, fino a mettere in crisi il tuo stesso punto di vista. Il lavoro precario, le storie durature, il rapporto di amicizia, il matrimonio, le scelte di vita, sono tantissime le tematiche affrontate che vengono sempre articolate dai due amici che mai e poi mai si troveranno d’accordo. Luca accusa Alessio, di non sapere più cosa significhi amare, di aver smesso di credere nell’amore e nella felicità dopo aver perso Sara e che questo gli impedisca di provare dei sentimenti veri, rischiando di rimanere immobile nel punto in cui si trova, insoddisfatto da una vita lavorativa che non lo riconosce, e solo, senza avere accanto qualcuno che lo ami.
Alessio d’altro canto non riesce a spigarsi come Luca possa vivere in una sorta di mondo parallelo dove tutto sembra perfetto e meraviglioso, dove anche lo schifo che la vita mette loro davanti, è considerato come un nuova prova per il raggiungimento della felicità, rendendolo poi di fatto vittima di scottature che per il suo modo di essere non è in grado di evitare. Un mondo che Luca si è creato per fuggire forse dalle paure che non riesce ad affrontare, ma nel quale incontrerà la principessa che gli permetterà di raggiungere la felicità.
Così mentre Alessio è uno che si costruisce una corazza attorno, Luca se ne spoglia completamente
«Aspetti qualcuno?» chiese Alessio.
«Da una vita», rispose Luca, «ma non credo sia lei.»
«Vado io. Tu rimani pure nel mondo delle favole.»

Alla fine, Luca esasperato, approfitterà della notte di Capodanno per lanciare ad Alessio una scommessa, una sorta di sfida, e quale giorno migliore se non il momento a cavallo tra un anno che vogliamo lasciarci alle spalle e un anno ricco di promesse?
«Il mio ottimismo, contro il tuo perenne pessimismo. Il tuo non credere in nulla, che è da stupidi, contro il mio crederci sempre […] sono convinto che il prossimo sarà il più bello degli ultimi dieci anni. Anzi, il più bello di sempre. Per entrambi, intendo. Su questo voglio scommettere: se non sarà così per tutti e due, avrai vinto tu.»
Lascio a voi scoprire chi ha vinto questa scommessa, e credetemi rimarrete molto colpiti.

Forse la felicità” è anche un inno all’importanza di cogliere l’attimo, perché a volte ci trinceriamo dietro mille dubbi e suggestioni e non viviamo quello che realmente sentiamo di voler vivere, inoltre pone l’accento sulle belle cose che abbiamo davanti agli occhi ma non riusciamo a vedere, il perché poi è un mistero…

E insomma, questa felicità esiste? Forse. E lo capirete anche voi immergendovi nelle pagine di questo bellissimo libro, soprattutto nel finale che vi lascerà un po’ senza parole.
Per me la felicità “forse” non esiste, ma esistono piccoli momenti felici in grado di farci vivere una vita serena. A volte, questo continuo inseguire la felicità, a tutti i costi , come fosse “il santo graal”, fa più male che bene, perché ci lascia con un continuo senso di insoddisfazione e incompletezza. Accettiamo invece che “forse” la felicità è un’interpretazione personale, data da piccoli momenti felici, che dobbiamo imparare a riconoscere, che esistono accanto a momenti meno belli e che definiscono ognuno di noi.
«Tutti felici e pieni di speranza: è un controsenso.»
«Perché?»
«Se speri in qualcosa è perché non sei davvero felice.»

Mi complimento davvero con l’autore per questo romanzo profondo, intelligente, spesso divertente, emozionante e reale, così tanto da far quasi spavento. E’ un romanzo che senza dubbio rileggerò per cogliere le sfumature che ho perso durante la prima lettura. Inoltre è stato in grado di farmi entrare in empatia tanto con Luca quanto con Alessio, nonostante le differenti posizioni. E anche se mi ritengo più simile a Luca, ogni tanto mi sono ritrovata nelle parole di Alessio, rimanendone a tratti stranita. Altri personaggi faranno da spalla ai nostri due protagonisti e, così come Luca e Alessio, ognuno di loro avrà un ruolo ben definito e una caratterizzazione psicologica ben studiata. In particolare la figura di Chiara, che vi colpirà per la sua presenza costante e delicata, il giusto equilibro tra i due amici, che si prende cura di loro senza stare necessariamente in prima linea.

Un romanzo dal messaggio profondo, adatto a tutti e assolutamente da non perdere.

5 stelle

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