Review Party – No filter di Jen Klein
Trama Rainie conosce benissimo i suoi difetti. Potrebbe elencarli a occhi chiusi e non le basterebbero le dita di due mani. Tanto per cominciare, è pigra, incostante, inaffidabile. Ma non ha intenzione di cambiare. Perché sprecare energie a migliorarsi quando i problemi si possono semplicemente ignorare? D’altra parte è impossibile trovare uno scopo nella vita per una ragazza che non ha mai avuto una vera passione. Se solo riuscisse a capire ciò che le interessa davvero, tutto sarebbe più facile. E all’improvviso incontra Tuck. Entusiasta, determinato e intraprendente. Rainie se ne innamora a prima vista. Quel ragazzo, così diverso da lei, diventa la sua passione. Conquistarlo, il suo scopo. Disposta a seguirlo a ogni costo, Rainie decide perfino di fare domanda presso la scuola di teatro in cui lui lavora durante l’estate. Ma quando sembra che ogni cosa stia andando come nel più consumato dei copioni, Rainie si imbatte in Milo, carino e appassionato di fotografia. E l’amore, si sa, è imprevedibile e presto scombina le carte in tavola. Adesso che i ragazzi sono diventati due le cose si complicano e Rainie dovrà finalmente affrontarle.
Review Party – Recensione di Esmeralda – No filter di Jen Klein in uscita oggi grazie a DeA.
Non avevo grandi aspettative per questo romanzo, avevo voglia di una storia carina e spensierata ed è esattamente questo che ho trovato, niente i travolgente, senza grandi emozioni, un romanzo per adolescenti. Sono una grande appassionata di narrativa young adult e i migliori sono quelli che fanno soffrire, quelli con ragazzi tormentati che pur essendo giovani hanno già attraversato l’inferno…ecco, No filter non parla di questo, potrebbe essere la normale storia di una qualsiasi adolescente che si invaghisce contemporaneamente di due ragazzi ed entrambi si mostrano interessati a lei.
Dalla trama si intuiva che fosse leggero, ma qui ci avviciniamo all’evanescente perché conclusa la lettura non mi ha lasciato nulla, nessuna emozione, nessun episodio che mi porterò dentro a lungo e che annovererò tra le mie scene preferite tra anni. A breve cadrà nel dimenticatoio come tutte le storie carine che non lasciano il segno.
Rainie è una ragazzine nell’accezione corretta del termine, è immatura, non sa cosa vuole dalla vita, inizia mille cose e non ne porta a termine nemmeno una, con una sola parola la definirei esasperante. Ogni sua scelta è dettata da ciò che le passa per la testa in quel momento, non si ferma a riflettere su nulla e riesce a ferire tutte le persone che le vogliono bene con questo suo modo di fare sciocco ed egoista. Come avrete capito non sono riuscita a entrare in empatia con lei perché, nonostante la giovane età, io non ero così nemmeno a dodici anni, figuriamoci a sedici. Vogliamo poi parlare di Tuck, mamma mia che ragazzo vanesio e pieno di sé, non lo avrei voluto nemmeno dipinto, ma Rainie, dopo averlo visto a scuola per anni, se ne invaghisce durante un monologo recitato l’ultimo giorno di scuola del penultimo anno delle superiori.
Guardo Sarah. Lei è un motoscafo con un programma. Un programma di neurochirurgia. Ha già pianificato ogni minuto dei prossimi quindici anni. Poi c’è Marin. Fin dalla terza media, ha frequentato ogni estate un corso di arte diverso, e sa già che andrà al Pratt Institute per la laurea di primo livello e a Glasgow per la specialistica. Io, invece… Tuck ha ragione. Sono una canoa. Non ho la più pallida idea di dove sono diretta.
Tuck pronuncia delle parole che le sembrano dirette a lei, sembrano descrivere come si sente e lo fa guardandola dritta negli occhi in mezzo a migliaia di alunni, così lei decide che deve seguirlo ovunque per conquistarlo durante l’estate.
Partendo dal presupposto che Tuck può amare solo se stesso e il proprio riflesso allo specchio, vi pare normale prendere e partire per un campeggio sul teatro quando tu non hai la più pallida idea nemmeno di cosa sia il teatro? E che per raggiungere il tuo scopo tu debba riesumare la tua ex migliore amica che hai ignorato per anni? A me non sembra normale, ma a Rainie importa solo di se stessa e della propria felicità quindi agisce esattamente in questo modo. Se poi aggiungiamo che non si sentirà nemmeno di essere carina nei confronti di Ella che l’ha aiutata in ogni modo possibile e che comincerà a familiarizzare con Milo, un bravissimo ragazzo che ha fatto l’errore di baciare Ella la scorsa estate, avete il quadro completo dell’immaturità di Rainie.
Sì lo so sono stata un po’ dura nel descriverla, ma davvero io le ragazze come lei, anche solo nei libri fatico a sopportarle e la sua caratterizzazione mi ha lasciata perplessa nonostante abbia apprezzato la scorrevolezza della narrazione e lo stile dell’autrice non sono riuscita ad immedesimarmi in Rainie e questa per me è una grandissima pecca che mi fa abbassare il voto. Un voto penalizzante perché ci sono stati dei lati positivi, su tutti Milo che è davvero un buon protagonista young adult pur senza evidenti problemi emotivi e fantasmi che minacciano di riemergere dal passato. Milo è così come si presenta, bello, curioso, leale, lineare, un ragazzo su cui fare affidamento e che può donarti tutto il suo cuore e anche la sicurezza di Rainie comincerà a vacillare: sarà davvero Tuck ciò che vuole e di cui ha bisogno per maturare?
Ma… Ma Milo mi attrae. Ecco, l’ho ammesso. Almeno con me stessa. È carino, gentile e molto simpatico e… non può assolutamente piacermi. Non può piacermi per un milione di ragioni, ma principalmente per via di Tuck ed Ella. Ma forse dovrei invertire l’ordine. Prima Ella e poi Tuck.
Nonostante le mie titubanze dovute al mio gap generazionale credo che questo sia un buon libro da regalare alle ragazze dai 12 ai 16 anni, non andrei oltre perché per le amanti dello young adult tosto questo non è proprio cosa.