Review Party – Minecraft – Lo scontro di Tracey Baptiste

Minecraft – Lo scontro

Trama Bianca non è mai stata brava a seguire i piani: è più il tipo di persona che agisce prima di pensare, e che poi si guarda bene dall’analizzare le conseguenze. Ma quando una sera lei e Lonnie, il suo migliore amico, rimangono vittime di un terribile incidente d’auto, affrontare la realtà diventa quasi insopportabile.

Costretta in un letto d’ospedale e piena di domande senza risposta, senza sapere cosa ne sia stato di Lonnie, Bianca si rifugia nella realtà virtuale di Minecraft, dove sente di riprendere finalmente il controllo della sua vita. E quando incontra un avatar muto e incapace di interagire con gli altri, si convince che sia Lonnie, bloccato nel gioco, e intraprende un’ambiziosa missione per salvarlo.

L’avventura è però molto più pericolosa di quello che pensava, perché il mondo di Minecraft brulica di mostri e terribili mob che sembrano generati dalle sue stesse paure e insicurezze. E per riuscire a raggiungere l’End e arrivare alla fine del gioco, Bianca dovrà affrontarle tutte…

Minecraft

Review Party – Recensione di Esmeralda – Minecraft – Lo scontro di Tracey Baptiste, un libro per ragazzi, dedicato al famoso videogioco, pubblicato da Mondadori il 28 agosto.

Se avete letto la mia tappa di ieri sapete quali sono i motivi per cui consiglio questo libro ai giovanissimi, ma oggi ve ne parlerò dal mio unico e solo punto di vista, che può essere condivisibile o meno, ma è sempre sincero.

Ho faticato non poco a finire Minecraft e il motivo è che la parte relativa al gioco è preponderante, troppo per i miei gusti, ma credo che tutta questa azione possa piacere molto ai ragazzi dai 14 anni in giù. Io ho apprezzato molto la parte iniziale, i momenti di riflessione della protagonista Bianca e quelli di conoscenza con gli altri giovani pazienti, ma i capitoli dedicati a Minecraft li ho trovati eccessivi. Starete pensando che era ovvio si parlasse del gioco, ero ben consapevole di questo, ma desideravo più capitoli all’esterno della realtà virtuale.

Bianca e Lonnie sono amici per la pelle, migliori amici da quando erano bambini e appassionati a Minecraft dove lavorano in simbiosi per costruire la loro realtà virtuale perfetta. Lonnie è il più riflessivo, colui che pianifica tutto nei minimi dettagli per arrivare alla perfezione, Bianca è molto più impulsiva e proprio una di queste azioni presa senza pensarci troppo (e per ovviare a una sua dimenticanza in Minecraft) porterà i due ragazzi a rimanere coinvolti in un bruttissimo incidente stradale.

Bianca si sveglia in un letto d’ospedale certa di essere fortunata a essere sopravvissuta, è ingessata in quasi tutto il corpo e non si sente per niente padrona della sua vita. Continua a chiedere di Lonnie ma nessuno sembra volerle dare notizie sul suo migliore amico.

Le cose cominciano a migliorare e un giorno, grazie a un ragazzino di nome AJ che va a farle visita, scopre un modo diverso per giocare a Minecraft, un modo in cui non c’è bisogno delle mani. AJ le fa indossare un visore che si sincronizza con le onde cerebrali e reagisce al pensiero. Per Bianca è una sensazione incredibile tornare a muoversi anche se solo nella realtà virtuale e inizia a esplorare il mondo creato da AJ qui incontra un avatar in cui rivede Lonnie e decide che deve aiutarlo a tornare quello di un tempo, già perché questo Lonnie è muto e non sembra essere se stesso al 100%. Ma Bianca non ha alcuna intenzione di darsi per vinta e, nonostante le paure e i pensieri che arrivano a tormentarla e a intralciare la riuscita del gioco, non vuole lasciare il suo amico indietro.

Bianca non è una protagonista semplice da amare, io personalmente non ci sono riuscita, la stupidaggine (perché di questo si tratta) che compie all’inizio avrà delle ripercussioni difficili da digerire per il lettore. Un gesto da bimba viziata che non sa fin dove può spingersi e che agisce d’impulso senza usare il cervello. Bianca sarà presente in ogni singola scena, per fortuna arriveranno altri giocatori ad aiutarla e ad aiutare me nella lettura, AJ, Esme e Anton mi sono piaciuti e avrei voluto che le interazioni non si riducessero al gioco ma che fossero anche all’interno dell’ospedale, visto che sono tutti pazienti. La cosa bella di tutti loro è la positività, perché anche se hanno diversi gradi di sfortuna nel gioco portano solo la parte più gioiosa di loro e si aiutano in ogni modo possibile.

Questa convivenza forzata all’interno del gioco li porta a crescere, a interrogarsi, permettendo loro di comprendere meglio se stessi e di scendere a patti con le proprie paure. Avrei dato maggior risalto alle loro riflessioni e al loro lato umano, togliendo un po’ di azione e donando maggior respiro alla narrazione, credo che un equilibrio migliore tra le due parti avrebbe giovato non poco alla riuscita di questo libro, ma gli appassionati di Minecraft lo apprezzeranno proprio grazie alla tantissima azione presente.

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