Review Party – Lost. Mi sono persa il fidanzato di Carina Rissi
Trama Tu cosa faresti, se una sera, in un bar, perdessi il tuo prezioso e insostituibile amico: il cellulare? La prima cosa che fa Sofia – 24 anni, brasiliana, con una vita mediamente monotona fatta di un lavoro che non le piace, un capo che non le piace e un’amica fidanzata con un ragazzo che non le piace – è uscire di casa a razzo, il mattino dopo, in minigonna e All Star, per andare a comprare un cellulare nuovo. Ma la città è deserta, e vuoto è anche il negozio dove mette piede; qui, una commessa le affida uno strano telefono. A Sofìa basterà accenderlo e d’un tratto la sua vita conoscerà un memorabile contraccolpo: accecata da una forte luce bianca, quando riapre gli occhi si ritrova in un mondo completamente sconosciuto. Intorno a lei sono spariti i palazzi, le strade, le piazze della sua città. È ancora confusa, quando in lontananza vede avvicinarsi un giovane in abiti d’epoca e in sella a un cavallo… Un bel problema. Tanto più che, di lì a poco, Sofia scoprirà di essere stata catapultata indietro nel tempo, nel lontano 1830.
Recensione di Esmeralda – Lost. Mi sono persa il fidanzato di Carina Rissi primo capitolo delle serie Lost (Perdida in portoghese) pubblicato da Rizzoli il 13 marzo.
Ragazze, quanto mi sono divertita a leggere Lost e a scoprire questa autrice brasiliana, voi non potete proprio capirlo, ho riso di gusto e spero vivamente che Rizzoli abbia acquistato l’intera serie perché le premesse sono ottime.
Una boccata d’aria fresca, un libro che ti lascia col sorriso stampato sulle labbra e con la voglia di avere una macchina del tempo per provare a vivere anche tu nel 1830 con le All Star rosse ai piedi e un Ian Clarke pronto a donarti il mondo. Il romanticismo è alle stelle, le licenze poetiche della Rissi sono ficcanti e perfette per rendere l’atmosfera ovattata.
Non sono una consumatrice di romance storici, ne leggerò uno all’anno se va bene, il genere che prediligo è il contemporary, ma quando mi è stato proposto di partecipare a questo Review Party sentivo che Lost non mi avrebbe deluso. Mi immaginavo una protagonista irriverente e vivace e, benché nella trama non si accennasse a liaison amorose ero certa che qualcosa di interessante sarebbe accaduto con quel giovane in abiti d’epoca e in sella a un cavallo.
Sofia è tutte noi, stressata dal lavoro, con un capo che mal sopporta, col cellulare H 24 incollato alla mano, la testa piena di tremila preoccupazioni e zero pensieri che rimandino all’amore. Già perché Sofia all’amore non ci crede per niente, non ha nessun istinto romantico e tutte le storie che ha avuto non le hanno lasciato nessun ricordo piacevole…per lei semplicemente l’amore non esiste e l’anima gemella è un’invenzione molto fantasiosa.
«Uffa, Sofia. A volte sembra che per te il matrimonio sia una condanna a morte.» Perché, non lo è? Vivere in funzione di una persona come se la vita avesse senso solo vicino a lei? Svegliarsi e trovarsi accanto la stessa persona tutti i santi giorni? Sesso con la stessa persona per tutto il resto della vita? Andare a lavorare e poi doversi occupare anche della casa, del marito, dei figli, del cane… Come minimo, era una condanna alla schiavitù!
Durante la festa di compleanno, ad alto tasso alcolico, della sua migliore amica Nina le cade il cellulare che si danneggia in modo irreparabile, così, la prima cosa che fa il mattino seguente è recarsi a comprarne uno nuovo. Tutto si aspetta da quell’acquisto fatto in fretta e furia da una strana e zelante commessa che questo cellulare la teletrasporti in un’altra epoca, precisamente nel 1830. Sofia, inizialmente sicura che si tratti di uno scherzo o di una festa in maschera, non crede all’assurdità di non essere più nel 2010, ma ben presto dovrà imparare a fare i conti con questo viaggio inaspettato.
Sofia. Non tornerai indietro finché non avrai trovato quello che cerchi. Dovrai portare a termine il tuo viaggio. E ti toccherà rimanere lì fino a quando non lo avrai fatto. E comunque non sei sola, fidati di me.»
Ad trovarla sul suo cammino all’arrivo vi è un giovane uomo a cavallo, un giovane uomo molto attraente e dai modi così galanti che la boccaccia di Sofia fatica a tenersi a freno. Ian Clarke è ciò che di meglio si possa incontrare in qualsiasi epoca, bello, affascinante, cortese, educato e molto rispettoso. Un perfetto gentiluomo per cui Sofia prova un’attrazione immediata e inspiegabile, come se lo conoscesse da sempre benché sia un completo estraneo.
I modi di Sofia e il 1830 non vanno a braccetto, ma il suo temperamento, la battuta sempre pronta e il suo essere decisamente sopra le righe faranno breccia, in poco tempo, non solo nel bel Ian, ma anche nella sorella minore Elisa e nello stallone indomabile Storm. Già perché in questo libro non ci sono solo protagonisti umani, anche il bellissimo cavallo avrà un ruolo chiave all’interno della storia.
Svelarvi troppo sarebbe un delitto perché è la continua scoperta a fare di Lost un libro che vale la pena comprare, un primo capitolo con due protagonisti insoliti, appassionanti e appassionati, un’epoca su cui avrete fantasticato migliaia di volte e la magia, pura e semplice magia, che permea tutta la narrazione.
«Tu sei la cosa migliore che mi sia capitata da quando sono qui, lo sai?»
«E voi, voi siete la cosa migliore che mi sia mai capitata in tutta la vita.»