Review Party – La stanza della tessitrice di Cristina Caboni
Bellagio è il luogo dove Camilla si è rifugiata per iniziare una nuova vita. Solo qui è libera di realizzare i suoi abiti capaci di infondere coraggio, creazioni che sono ben più di qualcosa da indossare e mostrare. Ma ora è costretta ad abbandonare tutto perché Marianne, la donna che l’ha cresciuta come una madre, ha bisogno del suo sostegno. È lei a mostrarle il contenuto di un antico baule, un abito che nasconde un segreto: vicino alle cuciture interne c’è un sacchetto che custodisce una frase di augurio per una vita felice. È l’unico indizio per ritrovare la sorella che Marianne non ha mai conosciuto. Camilla non ha mai visto nulla di simile, ma conosce la leggenda di Maribelle, una stilista che, all’epoca della seconda guerra mondiale, era famosa come «Tessitrice di sogni». Nei suoi capi erano nascosti i desideri e le speranze delle donne che li portavano. Maribelle è una figura che la affascina da sempre: si dice che sia morta nell’incendio del suo atelier parigino, circondata dalle sue creazioni. Camilla non sa quale sia il legame tra Maribelle e la sorella che Marianne vuole ritrovare. Ma sa che è disposta a fare di tutto per scoprirlo. Sente che la sua intuizione è giusta: Parigi è il luogo da dove iniziare le ricerche; stoffe, tessuti e bozzetti la strada da seguire. Una strada tortuosa, come complesso è ogni filo di una trama che viene da lontano. Perché i misteri da svelare sono a ogni angolo. Perché Maribelle ha lottato per affermare le proprie idee. Perché seguirne le orme significa per Camilla scavare dentro sé stessa, dove batte un cuore che anche l’ago più acuminato non può scalfire.
Review Party – Recensione di Margherita – La stanza della tessitrice di Cristina Caboni, in uscita domani, 18 ottobre, da Garzanti.
Dopo La rilegatrice di storie perdute, pubblicata lo scorso anno, Cristina Caboni torna con un nuovo emozionante romanzo dove il presente e il passato di due donne si incontrano per portare alla luce delle verità a lungo nascoste.
Camilla Sampietro è in grado di raffigurare ed rielaborare nella sua mente un vestito in tutte le sue fasi solo interrogando il tessuto. Le sue capacità di ridare loro nuova vita le permette di infondere sicurezza e coraggio a chi li indosserà ma, questo purtroppo non è in grado di farlo per se stessa. A seguito di alcune incomprensioni Camilla si trasferisce a Bellagio, sul lago di Como, l’unico luogo che le abbia concesso un’opportunità, solo qui può realizzare i propri sogni lavorando in una piccola sartoria in paese. Improvvisamente la sua presenza è richiesta nuovamente a Milano, Marianne, la donna che si è presa cura di lei come una madre, ha bisogno del suo sostegno. In un momento di grande dolore mostra a Camilla un baule di legno contenente accessori e vari vestiti, tra i tanti uno in particolare attira la sua attenzione: un abito elegante, in seta bianca e pizzo, all’interno di esso, in un punto nascosto, è fissato un sacchetto contenente fiori, un’immagine ed un foglietto. La ragazza non ha dubbi su chi abbia confezionato quegli abiti, sono opera di una donna che da sempre l’ha affascinata: Maribelle.
Maribelle è una stilista vissuta in Francia durante il periodo della seconda guerra mondiale, secondo alcune voci morì nel suo atelier divorato dalle fiamme anche se, non ci sono mai state conferme o prove della sua scomparsa. La chiamavano “tessitrice di sogni”, un aspetto caratteristico degli abiti da lei confezionati era quello di nascondere al loro interno i desideri e le speranze delle donne che li avrebbero poi indossati.
Dopo averle raccontato la storia, Marianne chiede a Camilla di cercare la sorella che non ha mai conosciuto con solo questi pochi indizi a sua disposizione.
Che legame c’è tra Maribelle e la sorella di Marianne?
La sua ricerca inizierà da Parigi, dove si trovava l’atelier della stilista, ma la strada verso la verità sarà lunga e difficile. Durante questo viaggio Camilla non scaverà solo nel passato di Maribelle per cercare le risposte alle mille domande che insorgono, ma avrà modo di riflettere su se stessa e guardare dentro il proprio cuore.
“La vita è come una catena composta da tante maglie, a una se ne collega un’altra, e così via. E se credi di interromperla, quella catena, restando a guardare, sei un illuso. Perché anche quello avrà una conseguenza. Ogni azione ha una causa, ogni azione ha una conseguenza.”
Non è un mistero che io adori i libri di Cristina Caboni, La rilegatrice di storie perdute ha ancora un posto speciale nel mio cuore, quindi nutrivo grandi aspettative in questo suo nuovo romanzo, non vi nego che ero in trepidante attesa per la sua uscita.
Care lettrici La stanza della tessitrice vi conquisterà con i suoi misteri, le mille rivelazioni e curiosità, l’autrice ci apre una finestra sul mondo dell’arte della tessitura e del cucito, con le sue tecniche, stoffe, tessuti e grande immaginazione, suscitando sempre di più la vostra curiosità. All’inizio di ogni capitolo troverete nominato un tipo di tessuto, con le sue caratteristiche ed informazioni varie, ho trovato l’idea molto carina.
La storia è emozionante, tormentata, intensa, in alcuni momenti vi scalderà il cuore ma in altri avvertirete tutta la sofferenza e la disperazione patita in modo particolare dal personaggio di Maribelle, per tutto ciò che ha vissuto, subito e per le tante prove che ha dovuto affrontare lungo il proprio cammino.
Camilla è una ragazza determinata e cerca il proprio posto nel mondo, da bambina ha subito una grande perdita che ha portato Marianne ad occuparsi di lei fino a quando qualcosa ha distrutto i loro equilibri e Camilla ha dovuto lasciare Milano per rifarsi una vita in perfetta autonomia. Bellagio è stata la sua salvezza, le ha permesso di crescere e maturare, capire quale strada intraprendere, guardarsi dentro e costruirsi un futuro tutto suo. Ma ricordi, delusioni, risentimenti e dolore riaffiorano al suo ritorno. La sua idea di moda si basa sulle emozioni, segue una corrente tutta sua, quella di ridare nuova vita a vecchi abiti capaci di creare nuovi ricordi con essi, perché un abito non è solo un oggetto ma un’insieme di fili che creano un legame tra chi è appartenuto e chi lo indosserà, in ognuno di essi sono riversati desideri e sentimenti.
I fili delle vite di Camilla, Marianne ed il passato di Maribelle si intrecceranno tra loro, vi chiederete cosa accomuna queste donne, sicuramente la loro passione per la tessitura e il cucito ma non solo, conoscerete il loro passato, il motivo delle scelte compiute, la sofferenza provata ed il coraggio dimostrato che ha permesso loro di andare avanti e di non fermarsi di fronte alle difficoltà.
La storia di Maribelle è quella che mi ha più colpita, scossa e lasciata senza parole anche grazie all’intensità con cui è stata raccontata, non credevo potesse farmi un tale effetto infatti anche terminato il romanzo ho sentito il bisogno di raccogliere i miei pensieri e le mie impressioni su quanto letto.
Ma, chi è in realtà Maribelle?
Non amo dare anticipazioni, per questo lascio a voi il compito di scoprire la sua vera identità, non sarà l’unico aspetto del romanzo che vi sorprenderà, ovviamente in tutto questo non mancherà una bella storia d’amore, come opportunità per essere felici, amare ed essere amati.
Non vi sarà difficile immaginare e raffigurare nella vostra mente luoghi, personaggi ed ogni oggetto menzionato grazie alle scrupolose descrizioni ed ai tanti dettagli presenti. Sono rimasta molto affascinata dalla storia di questi sacchetti nascosti negli abiti che hanno il compito di proteggere e rassicurare chi li indossa, come un amuleto, ammetto di non aver mai letto nulla di simile.
Con il romanzo La stanza della tessitrice Cristina Caboni conferma la sua bravura nel tessere storie che donano sensazioni ed emozioni difficili da dimenticare.
Ciao! A me invece quello della rilegatrice manca, devo ancora leggerlo, l’unico! Comunque anche questo, un successo!!
Ti consiglio assolutamente di leggere La rilegatrice di storie perdute, sono sicura che saprà conquistarti come La stanza della tessitrice. 🙂