Review Party – La leggenda del ragazzo che credeva nel mare di Salvatore Basile
Trama Quando si tuffa Marco si sente libero. Solo allora riesce a dimenticare gli anni trascorsi tra una famiglia affidataria e l’altra. Solo allora riesce a non pensare ai suoi genitori di cui non ricorda nulla tranne quella voglia a forma di stella marina che da loro ha ereditato. Ma ora Marco ha paura del mare. Dopo un tuffo da una scogliera si è ferito a un braccio e vede il suo sogno svanire. Perché ora non riesce più a fidarsi di quella distesa azzurra. Anche il mare lo ha tradito, come hanno sempre fatto tutti nella sua vita. Eppure c’è qualcuno pronto a dimostrargli che la rabbia e la rassegnazione non sono sentimenti giusti per un ragazzo. È Lara, la sua fisioterapista, che si affeziona a lui come nessuno ha mai fatto. Lara è la prima che lo ascolta senza giudicarlo. Per questo Marco accetta di accompagnarla nel paesino dove è nata. Un piccolo paese dalle vie che profumano di salsedine sdraiato sulla costa dove si vive ancora seguendo il ritmo dettato dalla pesca. Quello che Marco non sa è che Lara ha riconosciuto la voglia sulla sua spalla perché ha aiutato sua madre a farlo nascere. Lei sa la verità. E l’ha portato lì per ritrovare sé stesso. Perché per non temere più il mare deve scoprire chi è veramente. Deve scoprire dove affondano le sue radici. Solamente allora potrà sporgersi da uno scoglio senza tremare, perché forse a tremare sarà solo il suo cuore pronto davvero a volare.
Recensione di Margherita – A distanza di un paio di anni dalla pubblicazione del suo primo libro, “Lo strano viaggio di un oggetto smarrito”, torna Salvatore Basile sempre grazie alla Garzanti Editore, con un nuovo emozionante romanzo: La leggenda del ragazzo che credeva nel mare.
Pronte a conoscere la storia di Marco?
Marco è un ragazzo di 18 anni senza radici e senza un’identità, non ha mai conosciuto i propri genitori e per questo ha trascorso gli anni passando da una famiglia affidataria ad un’altra, ritrovandosi senza prospettive future e né tanto meno sicurezze.
Avverte di avere un legame speciale con il mare che lo attrae inesorabilmente verso di esso, tuffarsi gli dona una sensazione di benessere, di pace ma allo stesso tempo di euforia, in quel momento per lui il tempo sembra fermarsi. È un dolce richiamo, una tentazione troppo forte per resistere.
“Sotto i suoi occhi si spalancò un abisso al quale era impossibile resistere. Dieci metri di volo, dieci metri di ebbrezza da assaporare. Spinse ancora i piedi in avanti e si sollevò sulle punte. Non provò alcun senso di vertigine, né di pericolo. Si sentiva leggero e felice. La promessa del volo arrivò come una carezza sul viso e, in quel momento, gli sembrò che tutta la sua vita non fosse stata altro che una successione di eventi concatenati solo al fine di condurlo, in quel momento, su quel trampolino. A dieci metri di altezza.”
Ma questo profondo legame con quella immensa distesa azzurra sarà spezzato a causa di un tuffo eseguito da una scogliera che lo ferirà ad una spalla con conseguenti problemi al braccio e alla gamba sinistra. Sarà la fine delle sue speranze per costruire un futuro diverso.
A causa di questo episodio Marco è pronto a cedere alla rassegnazione e ad arrendersi all’inevitabile, cioè non potersi più tuffare ma, Lara non glielo permetterà.
Lara è una fisioterapista di 45 anni, sarà lei ad occuparsi della riabilitazione del ragazzo, sin da subito, si affezionerà a lui come nessun’altro prima d’ora. Per aiutarlo ed incoraggiarlo nella ripresa delle proprie forze, gli proporrà di partire insieme a lei per Sarcola, il suo piccolo paese d’infanzia, convincendolo così che, il calore della sabbia e l’aria intrisa di salsedine tra le viuzze del paese sarà quello che ci vuole per la sua guarigione. All’inizio Marco sarà un po’ titubante e restio a partire, non comprendendo appieno la necessità di quel viaggio, ma quello che il ragazzo ancora non immagina è che c’è un altro motivo legato a quella partenza.
Sarà forse connesso alla voglia a forma di stella marina che Marco ha sulla spalla?
Ci sono segreti che non possono più essere tenuti nascosti, ed è giunto il momento che vengano rivelati per riportare finalmente alla luce quel passato diventato ormai troppo doloroso da sopportare.
“Certi silenzi c’hanno dentro le parole. Le parole che non si dicono… e soprattutto quelle che non si vogliono dire.”
Il percorso di Marco verso la guarigione non sarà privo di difficoltà ma per fortuna non sarà solo ad affrontarle. Non è solo il corpo a dover guarire.
Riuscirà ad affrontare e superare anche il proprio timore nei confronti del mare?
Ho sempre qualche perplessità quando devo avventurarmi in una nuova storia, soprattutto se non conosco l’autore, quindi ho iniziato la lettura in maniera molto cauta e senza alcuna fretta, nonostante i miei dubbi iniziali sono riuscita sin da subito ad entrare in sintonia con la storia.
Un romanzo che parla di legami, quelli veri e di quelli che senti nel profondo, verso la propria terra, verso una persona o, come in questo caso, verso il mare che riesce a donare attimi di gioia e felicità.
Ho apprezzato molto lo stile di scrittura di Salvatore Basile, molto riflessivo, scorrevole, diretto e che non si dilunga eccessivamente.
È una storia fluida, coinvolgente e molto emozionante, intrisa di segreti, difficili rivelazioni, dolore, verità taciute, perdita ma che, allo stesso tempo, trasmette un messaggio di speranza e rinascita.
Le descrizioni sono molto accurate, i luoghi sono descritti in modo così suggestivo da sembrare di essere lì, di sentire il sole sulla pelle, l’odore della salsedine e di vedere le onde del mare sulla sabbia.
Marco è un ragazzo insicuro e diffidente a causa della sua infanzia travagliata, non ha avuto una vita facile, non conosce il proprio passato, i propri genitori ma ha conosciuto l’indifferenza della gente anche da coloro con cui sperava di instaurare un legame duraturo e importante. Non ha mai sentito un senso di appartenenza verso un luogo da poter finalmente chiamare casa.
Dovrà affrontare sfide molto dure, tra cui la paura per il mare che tanto lo angoscia e lo terrorizza.
Il personaggio di Lara, inizialmente, è come avvolto nel mistero, è una donna con una ferita che non si è mai rimarginata e che le ha sempre ricordato un doloroso episodio del passato, un dolore che non si è mai estinto e che ha ripreso a bruciare con l’arrivo di Marco. Non si tratterà solo di un ritorno al proprio paese, sarà anche un ritorno ai ricordi ed alle emozioni.
“Lara lo guardò, in silenzio. … Quel ragazzo le suscitava un senso di tenerezza e di allarme allo stesso tempo. Nel momento in cui gli aveva afferrato la mano, aveva sentito una strana familiarità, come se quel contatto fosse già avvenuto in precedenza. Aveva avvertito il profumo della propria giovinezza, qualcosa di languido e doloroso, che da tempo non sentiva riaffiorare.”
La storia di Marco si intreccerà, per ovvie ragioni, con altri avvenimenti, è narrata non solo dal suo punto di vista ma anche da quello di Lara, inclusi pensieri ed emozioni di altri personaggi, dandoci così una maggiore comprensione di quanto accaduto in passato e di quello che avviene nel presente.
Per affrontare al meglio il futuro è necessario conoscere e fare pace con il proprio passato ed è quello che faranno i nostri protagonisti.
Il finale mi ha lasciata con il fiato sospeso e con i battiti del cuore a mille, mi ha emozionata molto.
Il luogo che chiamiamo casa è dove sono le nostre radici, la nostra famiglia, i nostri ricordi ed a cui sentiamo di appartenere con un solo semplice sguardo.
“Perché c’è sempre un momento, per ogni vita, in cui il dolore più profondo scioglie il suo nodo e finalmente accetta di trasmutarsi in nostalgia.”